Disceso agli inferi


Cristo è risorto dai morti;
con la morte ha distrutto la morte
e a coloro che giacevano nei sepolcri
ha fatto dono della vita.
(Liturgia Bizantina)

La Chiesa ortodossa ci regala
per il giorno di Pasqua
l'icona della discesa agli inferi.

L'immagine è conosciuta:
mostra Cristo che libera dal regno dei morti uomini e donne, tra cui si riconoscono, per l’aureola, i patriarchi dell’Antico Testamento.
Prendendoli per mano li fa uscire
dalle profondità della terra,
mentre Cristo calpesta le porte infernali
che giacciono scardinate vicino a serrature infrante e catene spezzate.
Quelle porte  simboleggiano l'esclusione degli uomini dal contatto con Dio dopo il peccato originale.
Porte che non solo vengono aperte dal Cristo,
ma sono addirittura scardinate
con un’esplosione di chiodi, cardini, catene.

Non si tratta di una breccia da cui si entra a fatica,
ma della Grazia che ci viene concessa con abbondanza nell’opera salvifica del Cristo,
che erompe come un fiume in piena.

Questo gesto sottolinea la potenza di Dio che si manifesta nella debolezza del Crocifisso (cfr. 1Cor 1,18).
Cristo è rappresentato non tanto nell’atto di uscire
dalla tomba, di fuggire da essa,
ma piuttosto in quello scendere
fino alle sue estreme profondità.

E’ la rivelazione del
limite estremo dell’abbassamento di Dio:
il suo folle amore per l’umanità
lo spinge non solo a farsi uomo,
scendendo dal cielo sulla terra,
ma anche a inseguire l’uomo
fin nel cuore dell’inferno,
là nel cuore della morte, del peccato, della sofferenza, della massima distanza dall’uomo da Lui.

«Sei disceso
sulla terra per salvare Adamo, o Signore, e, non avendolo trovato sulla terra, sino agli inferi sei
disceso per cercarlo» (Liturgia bizantina)

Insieme al Cristo disceso
Adamo ed Eva sono figure centrali.

Di loro la liturgia orientale dice:

«Sei disceso sulla terra per salvare Adamo,
o Signore, e, non avendolo trovato sulla terra,
sei andato a cercarlo fino agli inferi».
(Enkomia – I stanza)

«Dal tuo fianco trafitto dalla lancia, o Salvatore, tu distilli la vita su Eva, la madre della vita, che mi esiliò dalla vita, e con lei vivifichi anche me».
(Enkomia – I stanza)

Adamo è sempre inginocchiato
e il Cristo lo prende per mano
pronto a tirarlo su.

Eva ha un manto rosso
che indica il suo essere la madre dei viventi:
questo colore infatti è segno di vita,
amore, passione, maternità.

L'icona ha due fonti di ispirazione.
Una viene dalla Prima Lettera di Pietro,
dove l’apostolo dice che Cristo
è «messo a morte nella carne
ma vivificato nello spirito,
in esso andò a portare l’annuncio
anche agli spiriti in prigione
che un tempo erano stati disobbedienti»(3, 18-19),
e più avanti scrive che
«è stata annunciata la buona novella anche ai morti, affinché, giudicati secondo gli uomini nella carne, vivano secondo Dio nello Spirito» (4, 6).

L'altra fonte è un passo di un apocrifo del V secolo noto come Vangelo di Nicodemo (21, 3):

"Venne allora una voce che diceva:
«Aprite le porte!»
Udita questa voce per la seconda volta,
l’Ade (personificazione del regno dei morti)
rispose come se non lo conoscesse dicendo:
«Chi è questo re della gloria?»
Gli angeli del padrone gli risposero:
«Un Signore forte e potente,
un Signore potente in guerra!»
A queste parole,
le porte bronzee furono subito infrante e ridotte a pezzi, le sbarre di ferro polverizzate,
e tutti i morti, legati in catene,
furono liberati e noi con essi.
Ed entrò, come un uomo,
il Re della Gloria e furono illuminate
tutte le tenebre dell’Ade (il regno dei morti)".

Il testo del Vangelo di Nicodemo dice che «tutti i morti furono liberati», non solo i Santi dell’Antico Testamento, e in effetti l’icona dell’Anastasis (risurrezione in greco) raffigura spesso, anche uomini senza aureola.

San Massimo il Confessore, commentando la Prima Lettera di Pietro, dice che Cristo liberò coloro che «più che per la loro ignoranza di Dio, venivano puniti per i mali che avevano inflitto agli altri» (A Talassio, 7).

Gesù non cessa di scendere agli inferi.
In un’omelia attribuita a san Macario l’Egiziano
è scritto: «Quando senti che in quel tempo il Signore liberò le anime dagli inferi e dalle tenebre,
che discese agli inferi e compì un’opera mirabile,
non pensare che tutte queste cose
siano lontane dalla tua anima.
Il Signore viene nelle anime che lo cercano,
nel profondo degli inferi del cuore.
e lì ordina alla morte:
“Rilascia le anime prigioniere
che cercano me
e che tu trattieni con la forza”».

"Il cristiano è una persona
che ha dietro di sé la Morte,
dietro di sé e non più davanti a sé,
non più in sé,
e che quindi non la diffonde,
ma dona e trasmette la vita,
anche e soprattutto quando
sperimenta l’abisso dei propri inferi,
perché qui vi scopre la presenza vivificante
del “Primogenito di molti fratelli” (Rm 8,29),
del Vivente, fratello di ogni uomo divenuto vivente. Questo è quindi il nostro mandato:
proclamare e vivere
quella vita nuova che il Cristo
ha inaugurato
portando a tutti
questa speranza:
il Signore ha vinto la morte
e, con lui, noi pure".
(Francesca Amedea Lugli)





Commenti

  1. Grazie Signore, aiutami a capirlo VERAMENTE che hai ingoiato la morte fisica.

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  2. L'icona raffigurata esprime esattamente quello che accade in noi quando Cristo entra nelle profondità del nostro Essere. Tutto ciò che ci tiene isolati da Dio, viene scardinato, frantumato e niente altro può separarci ormai dal Suo Amore

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  3. «Sei disceso
    sulla terra per salvare Adamo, o Signore, e, non avendolo trovato sulla terra, sino agli inferi sei
    disceso per cercarlo» e in Adamo cerchi ognuno di noi, cerchi me e continui a cercarmi .dammi il dono della fede perche mi abbandoni a questa certezza: tu mi hai liberato per sempre dalla morte...

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  4. Chi ci separerà più dal Tuo Amore Signore

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  5. Il Signore viene nelle anime che lo cercano,
    nel profondo degli inferi del cuore.
    e lì ordina alla morte:
    “Rilascia le anime prigioniere
    che cercano me
    e che tu trattieni con la forza”».



    IO CERCO TE, SIGNOR,
    NELL'ANSIA E NELL' ERROR, IO CERCO TE.
    TU SEI LA VIA, TU SEI LA LUCE;
    IO CERCO TE, SIGNORE.

    IO VOGLIO TE, SIGNORE
    L'ANGOSCIA CHE C'È IN ME È UN GRIDO A TE.
    TU SEI LA GIOIA, TU SEI LA PACE;
    IO VOGLIO TE, SIGNORE.

    CHI CREDE IN TE, SIGNOR, NON MORIRÀ,
    SI SPEGNERÀ QUAGGIÙ, LASSU VIVRÀ;
    TU SEI LA VITA, RISURREZZIONE,
    CHI CREDE IN TE, SIGNOR, NON MORIRÀ.
    (canti religiosi)

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  6. Il Signore viene nelle anime che lo cercano,
    nel profondo degli inferi del cuore.
    e lì ordina alla morte:
    “Rilascia le anime prigioniere
    che cercano me
    e che tu trattieni con la forza”».

    Meravigliosa scena di Gesù che vince per me la morte.
    O morte, dov'è la tua vittoria?

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