Incamminarsi

Il secondo libro della Bibbia parla di un esodo, un'uscita da una terra per andare verso un'altra.
Uscire è sempre dramma di primo passo. Gli altri vengono da sè.

Un lamento insistente si leva da uomini sofferenti.
Un uomo viene scelto per guidare lungo la via.
Un potere si interstardisce a tenere tutti nel dolore.
Un Dio si coinvolge e mette in moto una storia.
Una notte di mistero, finalmente si fugge.
Un mare si apre e passano serenamente.
Il deserto li accoglie e una vita intera non basta per conoscere l'Amore.

Suggestioni che il libro dell'Esodo incide graffiando la nostra sensibilità.

Il nostro desiderio di uscire, andare verso, metterci in moto, voltare pagina, troppo spesso stagna.
Dio e la storia per fortuna ci vengono incontro spingendoci fuori.
Malediciamo situazioni che in realtà sono la scintilla che fa ripartire il nostro motore ingolfato.

Evadere, distrarsi, stordirsi, nascondersi: mille le strategie per scappare dal presente. Compiere un esodo è storia differente.

Ci vuole una visione: una terra, una vita, un nuovo legame, che ci tolga dagli occhi e dal cuore il velo della sfiducia.

Fare il proprio esodo, con tanto di faraone, di deserto, di fame, di sete, di paura, di andare oltre, di desiderio di vivere ancora, è indispensabile, irrinunciabile, impossibile da evitare, se non per morire.

Non si tratta di cambiare, ma di camminare, lasciandosi trasformare lungo la via. 

Il camminare verso una meta innesca un meccanismo di crescita e trasformazione, essenziale per la nostra esistenza.