Il fiume e il mare

 


Leggiamo insieme una bella pagina di Khalil Gibran, ricca di quella sapienza che solo i poeti riescono a trasmettere. Il tema è tra i più difficili da affrontare, ma le parole che seguono nella loro bellezza ci fanno pensare serenamente.


"Dicono che prima di entrare in mare

Il fiume trema di paura.

A guardare indietro

tutto il cammino che ha percorso,

i vertici, le montagne,

il lungo e tortuoso cammino

che ha aperto attraverso giungle e villaggi.

E vede di fronte a sé un oceano così grande

che a entrare in lui può solo

sparire per sempre.

Ma non c’è altro modo.

Il fiume non può tornare indietro.

Nessuno può tornare indietro.

Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.

Il fiume deve accettare la sua natura

e entrare nell’oceano.

Solo entrando nell’oceano

la paura diminuirà,

perché solo allora il fiume saprà

che non si tratta di scomparire nell’oceano

ma di diventare oceano".


Bella e chiara metafora del nostro cammino di vita che sfocia, come un fiume, in qualcosa che ci interroga e ci spaventa.

La morte è la fine? È un nuovo inizio? È il vero inizio?

In ogni caso la morte è un atto di vita, ne fa parte integrante. Per descrivere sinteticamente la vita di una persona la si racchiude fra due date: nascita e morte. Due giorni, due passaggi, due misteri. 

Prima di entrare nel mare il fiume ha paura. È il dramma di ogni passaggio, di ogni trasformazione. Ma cosa sarebbe la nostra vita senza questi passaggi e trasformazioni?

Il fiume non può tornare indietro. È grazia questa impossibilità. Quanto coltiviamo nel cuore la magica possibilità di tornare indietro per non rifare certi tratti? Il fiume scorre, lento ma deciso, nella direzione giusta, strappandoci questa triste illusione. 

Il fiume accetta la sua natura ed entra nel mare. È il segreto più prezioso dell'esistenza: accettare di scorrere nella direzione del fiume, inesorabilmente verso il mare. Non lasciarsi trascinare per forza, ma essere consapevoli della direzione della vita e della necessità del mare che ci accoglie.

Sappiamo che è la direzione giusta, l'unica che ci è concessa. Sappiamo che viverla accettandola è la possibilità migliore che ci è donata. Sappiamo che non è possibile tornare indietro. Sappiamo che il mare ci attende. Tutto questo sapere diventa saggezza nella consapevolezza e nella docilità del nostro essere fiume che scorre verso il mare.  

La paura? È come i ciottoli che non impediscono al fiume di tuffarsi, libero, nel suo oceano, acqua nell'acqua, pienezza definitiva!



Commenti

  1. Bellissima definizione ci sono fiumi che vivono nella paura perenne di perdersi e altri che scorrono più sereni l'importante è aŕivare alla metà trasformarsi tutti nell'immenso Oceano che çoñ attende

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  2. Il fiume accetta la sua natura ed entra nel mare...
    Accettare è naturale appunto, obbligatorio...
    Se ci aggiungi la paura, s'ingigantisce il problema.
    Allora la cosiddetta ultima spiaggia.. Va vissuta in piena fiducia, consapevoli che ce la si fa.
    Senza paura.... Non c'è bisogno di essa.....!?

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  3. Paragonare la paura della morte a questa interessante e bellissima pagine di Gibran l'ho trovata geniale.
    Effettivamente di fronte al nuovo a ciò che è sconosciuto ,se sei orientato alla vita non puoi tornare indietro.
    Vedere la morte come un nuovo deve aiutarmi a superare la paura


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  4. "Quanto coltiviamo nel cuore la magica possibilità di tornare indietro per non rifare certi tratti? "........

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  5. Il fiume alla foce porta con sé non solo acqua pura e cristallina, ma anche ciottoli, detriti accumulati durante il suo percorso, tutta roba che una volta entrato nell'oceano, viene dispersa, consumata. Ora il fiume è libero e può gioire

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  6. Tutto a Te ritorna Signore
    purificato e alleggerito;
    tutto in Te si compie e raggiunge la pienezza :
    aiutami a scorrere tranquilla verso Te che sei vita eterna

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  7. Il fiume accetta la sua natura ed entra nel mare. È il segreto più prezioso dell'esistenza: accettare di scorrere nella direzione del fiume, inesorabilmente verso il mare. Non lasciarsi trascinare per forza, ma essere consapevoli della direzione della vita e della necessità del mare che ci accoglie. Questa consapevolezza a volte mi toglie il fiato e la paura è molta ma so profondamente che è l unico percorso che devo fare: lasciarmi trasportare per perdermi nel mare un percorso che faccio sola in fondo lo so:sono già mare.non mi perdo ma mi ritroverò per sempre

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