Morte e vita



Pasqua richiama morte e vita.
In questo ordine.

Pasqua richiama un amore 
a noi sconosciuto.

Il mattino di Pasqua 
tutto va ripensato: 
la debolezza e la forza, 
la sconfitta e la vittoria, 
il fallimento e il successo.

La nostra semplice esperienza 
non basta.
Un annuncio sempre nuovo 
ci spiazza: 
è stato trovato un sepolcro vuoto 
e un crocifisso, già morto, 
visto vivo e in buona salute.

Ci è chiesto ancora coraggio, 
ci è data la possibilità
di nuova allegria.

Con gli occhi e il cuore di Carlo Maria Martini, guardo a questo giorno:

"In questa Pasqua vorrei poter dire a me stesso con fede le parole di Paolo nella seconda lettera ai Corinti: «Per questo non ci scoraggiamo, ma anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne». (2Cor 4,16-18). È così che siamo invitati a guardare anche ai dolori del mondo di oggi: come a «gemiti della creazione», come a «doglie del parto» (Rm 8,22) che stanno generando un mondo più bello e definitivo, anche se non riusciamo bene a immaginarlo. Tutto questo richiede una grande tensione di speranza.
Più difficile è però per me l'esprimere che cosa può dire la Pasqua a chi non partecipa della mia fede ed è curvo sotto i pesi della vita. Ma qui mi vengono in aiuto persone che ho incontrato e in cui ho sentito come una scaturigine misteriosa dentro, che li aiuta a guardare in faccia la sofferenza e la morte anche senza potersi dare ragione di ciò che seguirà. Vedo così che c'è dentro tutti noi qualcosa di quello che san Paolo chiama «speranza contro ogni speranza» (Rm 4,17), cioè una volontà e un coraggio di andare avanti malgrado tutto, anche se non si è capito il senso di quanto è avvenuto". 

Non tutto e chiaro, 
niente è definitivo, 
lungo è ancora il cammino, 
ma ha senso sperare, 
è necessario sperare.



 

Commenti

  1. Lungo il cammino
    percorso
    Tutto è verso il fine vero

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  2. In questa Pasqua vorrei poter dire a me stesso con fede le parole di Paolo nella seconda lettera ai Corinti: «Per questo non ci scoraggiamo, ma anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne». (

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  3. siamo invitati a guardare anche ai dolori del mondo di oggi: come a «gemiti della creazione», come a «doglie del parto» (Rm 8,22) che stanno generando un mondo più bello e definitivo, anche se non riusciamo bene a immaginarlo.

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  4. Morte e vita due termini strettamente legati imprescindibilmente uniti...non c è vita senza morte ce lo dice chiaramente il vangelo.una logica con la quale famiglia rizzare sempre di piu

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  5. Ogni vita ha le sue morti, così come ogni morte può generare vita. Solo la fede ci porta all'abbandono, solo l'Amore ci porta nell'Eternità

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  6. Non tutto e chiaro,
    niente è definitivo,
    lungo è ancora il cammino,
    ma ha senso sperare,
    è necessario sperare.

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  7. I miei primi passi nella via dello spirito sono stati segnati e accompagnati da questa frase"morire per vivere" guardando crescere una pianticella...grazie Gesù

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