Separazione


La nostalgia di Dio è un seme depositato da sempre nel nostro cuore. Agostino, filosofo e vescovo tra i più conosciuti della storia del cristianesimo, scrive nelle "Confessioni":
"Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te".

Nella nostalgia vivono insieme tristezza e felicità, rimpianto è speranza. È un sentimento molto ricco che diventa meraviglioso quando la nostalgia riguarda Dio.

La nostalgia diventa spesso 
un canto meraviglioso e struggente. Tanti Salmi lo testimoniano.

Ogni cuore sfiorato dal vento delicato della fede cammina nella nostalgia di Dio.

La mistica islamica ci regala uno di questi canti opera di Gialal ad-Din Rùmi, poeta mistico persiano (1207 - 1273), che apre il suo grande poema "Mathnawi"
(costituito da più di 26.000 versi doppi, in sei volumi), con il canto di un flauto che sente nostalgia per la canna da cui è stato reciso.

Un'efficace immagine della nostalgia divina che abitava in Rùmi, e in quanti, da credenti, hanno il cuore rivolto verso la sorgente della Vita.

Ascoltiamone alcuni versi:

"Ascolta questo flauto che si lamenta; esso narra la storia della separazione. 
Dice: «Da quando mi han tagliato dal canneto, il mio la­mento fa gemere l'uomo e la donna.
Cerco un cuore straziato dalla separazione per versarvi il dolore del desiderio. 
Colui che è lontano dalla propria fonte aspira all'istante in cui le sarà di nuovo unito. 
Io mi sono lamentato in ogni convegno, mi sono unito sia a quelli che sono contenti sia a quelli che piangono. 
Ognuno mi è stato amico in base ai suoi sentimenti, ma nessuno ha cercato di conoscere i miei segreti intimi. 
Il mio segreto non è lontano dal mio lamento, ma nell'o­recchio e nell'occhio questa luce non c'è. 
È fuoco e non vento il suono del flauto; si annulli colui al quale manca questa fiamma! 
È fuoco d'Amore caduto sul canneto, è ardore di quell'A­more per cui gorgoglia il vino. 
Il flauto è il confidente di colui 
che è separato da un Ami­co: 
i suoi accenti squarciano 
i nostri veli. 
Solo a colui che ha rinunciato al discernimento è confi­dato questo significato nascosto: la lingua ha come solo cliente l'orecchio.
Nella nostra afflizione i giorni sono diventati notte; i no­stri giorni vanno, mano nella mano, con cocenti dolori. 
Che importa se i nostri giorni 
sono fuggiti! 
Rimani Tu al­la cui santità 
nessuno è paragonabile! 
Chiunque non sia un pesce è assetato della Sua acqua; 
chiunque è privato del pane trova lungo il giorno. 
Chi non ha esperienza non può capire lo stato di colui che sa; le mie parole devono dunque essere brevi. Addio!».
Oh figlio, spezza le tue catene 
e sii libero! 
Per quanto tem­po resterai nei lacci dell'argento e dell'oro? 
Se versi il mare entro un bacile, questo quanto ne conterrà? 
La quantità per un giorno. 
Il bacile - occhio di colui che è avido - non si colma mai: 
e la conchiglia dell'ostrica non mostra le perle prima di essere aperta. 
Soltanto colui il cui abito è strappato da un grande amore 
s'è purificato dalla bramosia 
e da tutti i difetti. 
Salve, Amore, che ci porti i tuoi benefici: Tu, medico di tutti i nostri mali, rimedio per il nostro orgoglio 
e la nostra vanità, nostro Platone e nostro Galeno! 
Per amore il corpo terrestre ha preso lo slancio verso il cie­lo: la montagna si mise a danzare e divenne agile. 
L'Amore ispirò il monte Sinài, oh innamorato! Il Sinài si inebbriò e Mosè cadde folgorato.
Se io fossi simile all'alito sulle tue labbra anch'io, come il flauto , direi tutto ciò che può esser detto; 
il linguaggio di chi parla, anche se ha cento canzoni è mu­to per chiunque è separato da lui. 
Quando la rosa sarà appassita e il giardino sarà ingiallito, non udrai più il canto dell'usignolo.
L'Amato è tutto, l'innamorato è un velo; l'Amato è vivo,
l'innamorato è cosa morta. 
Quando l'Amore non si cura più di lui, resta come un uc­cello senza ali. Ahimè per lui, allora! 
Come potrei rendermi conto di ciò che è davanti o dietro di me quando la luce del mio Amato non è davanti e die­ tro di me?".

È il canto della separazione, della ferita che mai si rimargina e fa da promemoria della nostra origine.

È il canto di chi non si arrende e non sostituisce con altro ciò di cui sente la profonda mancanza.

È il canto che sostiene l'attesa della nuova unione con la matrice da cui ci scopre separati. 

Il mare versato in un secchio non lo riempie mai: la nostalgia non sazia ma accresce il desiderio e l'attesa dell'Unico che può colmare.

Faccio mio il canto della nostalgia 
di Dio:

"Come la cerva anela 
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio. 
L’anima mia ha sete di Dio, 
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto 
di Dio? 
Le lacrime sono il mio pane 
giorno e notte,
mentre mi dicono sempre: 
«Dov’è il tuo Dio?». 
Questo io ricordo e l’anima mia 
si strugge: avanzavo tra la folla, 
la precedevo fino alla casa di Dio, 
fra canti di gioia e di lode 
di una moltitudine in festa. 
Perché ti rattristi, anima mia,
perché ti agiti in me?
Spera in Dio: 
ancora potrò lodarlo, 
lui, salvezza del mio volto 
e mio Dio". 
(Salmo 42,2-6).

Commenti

  1. "Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te".

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  2. come la cerva anela ai corsi d'acqua...
    fammi avere sempre questo desiderio di Te,di quello che doni ed a mia volta donare.
    Il "tornaconto"del dono si acquista con l'esperienza,se doni fai esperienza poi,di quello che ricevi;
    pace,serenità,amore,persuasione,misericordia,dominio di sè........

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  3. Ogni cuore
    sfiorato dal vento
    delicato della fede
    cammina nella
    nostalgia di Dio.

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  4. "Io sono la vite voi i tralci"(Gv.15,5). Come può vivere il tralcio staccato dalla vite? Come può un creatura vivere senza il suo Creatore? Signore, se questo è il tempo del fidanzamento, dell'attesa, del vivere in modo confuso, so che ci sarà anche il tempo delle nozze, dove tutti saremo in Te, una sola cosa, perché l'Amore non può vivere senza l'amato.

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  5. voglio
    cercare l’amore dell’anima mia. / L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
    Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città: / “Avete
    visto l’amore dell’anima mia?”.
    Da poco le avevo oltrepassate, / quando trovai l’amore dell’anima mia.
    / Lo strinsi forte e non lo lascerò,

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  6. Oh figlia, spezza le tue catene e sii libera...
    Maria Maddalena

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