Prima il silenzio


Parlare di silenzio in questi giorni può sembrare inutile.
Oppure parlare di silenzio in questi giorni è dare voce ad un bisogno profondo e inespresso?

Il silenzio non sembra essere mai di moda.
È sempre rinviato ad altro momento.

Ma il silenzio è richiamo insistente al nostro cuore.

È una pausa di infinitesimale felicità.

È un puntino nella nostra vita 
che cerca sempre spazio.
E ci rende inquieti la mancanza.

Allora rischiamo una parola bella 
di Carlo Maria Martini sul silenzio.

Chissà che non risvegli antiche nostalgie nel nostro profondo.

Leggiamo insieme:

"Se in principio c’era la Parola 
e dalla parola di Dio, venuta tra noi, è cominciata ad avverarsi 
la nostra redenzione, 
è chiaro che da parte nostra all’inizio della storia personale di salvezza ci deve essere il silenzio: 
il silenzio che ascolta, 
che accoglie, 
che si lascia animare. 
Certo, alla Parola che si manifesta dovranno poi corrispondere le nostre parole di gratitudine, 
di adorazione, 
di supplica; 
ma prima c’è il silenzio.
Se, come è avvenuto per Zaccaria, padre di Giovanni Battista, 
il secondo miracolo 
del Verbo di Dio 
è quello di far parlare i muti, 
cioè di sciogliere la lingua dell’uomo terrestre ricurvo su se stesso nel canto delle meraviglie del Signore, 
il primo è quello di far ammutolire l’uomo ciarliero e disperso.
«La Parola zittì chiacchiere mie»: così Clemente Rebora descrive con rude chiarezza gli inizi della sua conversione.
Possiamo anzi dire che la capacità 
di vivere un po’ del silenzio interiore connota il vero credente e lo stacca dal mondo dell’incredulità. 
L’uomo che ha estromesso 
dai suoi pensieri, 
secondo i dettami della cultura dominante, 
il Dio vivo che di sé riempie 
ogni spazio, 
non può sopportare ai margini 
del nulla, 
il silenzio è il segno terrificante 
del vuoto. 
L’uomo “nuovo” – cui la fede ha dato un occhio penetrante che vede oltre la scena, e la carità un cuore capace di amare l’Invisibile – sa che il vuoto non c’è e il niente è eternamente vinto dalla divina Infinità; sa che l’universo è popolato di creature gioiose; sa di essere spettatore 
e già in qualche modo partecipe dell’esultanza cosmica, riverberata dal mistero di luce, di amore, di felicità che sostanzia la vita inesauribile del Dio Trino.
Perciò l’uomo nuovo, come il Signore Gesù che all’alba saliva sulla cima del monte, aspira ad avere per sé qualche spazio immune da ogni frastuono alienante, dove sia possibile tendere l’orecchio e percepire qualcosa della festa eterna e della voce del Padre".

Iniziare nel silenzio la mattina.
Concludere la giornata nel silenzio.
Piccole scelte che aprono grandi spazi nel cuore e nella mente.

Apprezzare i silenzi dell'attesa senza riempirli di parole inutili a tutti i costi. Preziose occasioni disseminate nelle nostre giornate che sono riposo e rifugio.

Il silenzio mi è amico.
Voglio diventare amico del silenzio.

Commenti

  1. Silenzio prima di ogni altra azione.
    Silenzio davanti ad un bambino che soffre
    A vedove improvvise
    Ad operai senza lavoro
    Silenzio,scrutò,guardo negli occhi,una pacca sulle spalle
    Una preghiera liberatoria
    Una promessa
    Lui è qui
    In ogni situazione
    Grazie papà

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  2. Prima di ogni cosa c è il silenzio.. fammi essere capace di stare nel silenzio

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    Risposte
    1. Silenzio davanti al dolore, è il silenzio che ci dà le risposte più giuste , perché il silenzio non mente , silenzio per parlare con Dio è sentire il suo abbraccio amorevolesilenzio

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  3. il silenzio è richiamo insistente al nostro cuore.

    È una pausa di infinitesimale felicità.

    È un puntino nella nostra vita
    che cerca sempre spazio.
    E ci rende inquieti la mancanza

    RispondiElimina

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