Felicità


Un tema difficile: 
l'ostacolo alla felicità.

Conosciamo il desiderio 
di essere felici.
Abbiamo esperienza 
di illusioni di felicità.
Abbiamo assaporato 
momenti di felicità.

Cosa si frappone fra noi 
e il nostro desiderio 
di essere felici?

Anthony de Mello (1931 – 1987) gesuita indiano, maestro della via interiore, ci offre una possibile risposta.

Leggiamo insieme lentamente:

"Che cosa si può fare per raggiungere la felicità? 
Niente: non c’è niente che tu o chiunque altro possiate fare. Perché? Per la semplice ragione che oggi tu in effetti felice lo sei già. Come si può conquistare ciò che già si possiede? 
Se le cose stanno così, come mai non riesci a goderti questa felicità che è già tua? 
Perché il tuo spirito ti crea angustie a ogni piè sospinto. Caccia queste angustie dal tuo spirito e questa felicità che è da sempre tuo retaggio affiorerà immediatamente.
Come liberarti dell’infelicità? 
Cerca di scoprire e di analizzare fino in fondo la causa di quell’infelicità, ed essa scomparirà.
A questo punto, se approfondisci la tua indagine, vedrai che esiste una cosa (una sola) che provoca angustia, e il suo nome è «attaccamento».
Che cosa significa «attaccamento»? 
Uno stato emozionale provocato dalla persuasione che senza quella specifica persona o cosa tu non puoi essere felice. 
In questo stato emozionale sono ravvisabili due elementi, l’uno positivo, l’altro negativo. La componente positiva è costituita da quel lampo di voluttà e di ebbrezza, da quel brivido che tu sperimenti quando riesci a raggiungere l’oggetto cui ti senti attaccato. 
La componente negativa è costituita dalla sensazione di minaccia e di tensione che va sempre di pari passo con l’attaccamento. Immagina un prigioniero che trangugia la sua razione di pane in un campo di concentramento: con una mano porta il pane alla bocca, con l’altra lo protegge dai compagni di prigionia che stanno lì attorno pronti a sottrarglielo al suo primo attimo di disattenzione. È l’immagine perfetta di una persona affetta da attaccamento.
Per sua natura intrinseca, l’attaccamento ti rende vulnerabile all’agitazione emozionale ed è sempre lì pronto a mandare in frantumi la tua pace. Come si può pensare perciò che una persona affetta da attaccamento possa entrare in quell’oceano di felicità che è il regno di Dio? Sarebbe come pensare che un cammello passi attraverso la cruna di un ago!
La tragedia dell’attaccamento è che esso causa infelicità se il suo oggetto non viene raggiunto. Però, anche se questo oggetto viene raggiunto, non per ciò ne deriva felicità: questo raggiungimento procura soltanto un lampo di voluttà immediatamente seguito da stanchezza e sempre accompagnato dalla trepidazione di poter perdere l’oggetto dell’attaccamento.
Tu dirai: «Ma non posso conservare neppure un attaccamento?». 
Ma certo: ne puoi conservare quanti ne vuoi. Ma per ognuno pagherai un prezzo di infelicità. 
Tale è la natura degli attaccamenti che se in una giornata tu riuscissi anche a soddisfarli tutti ma te ne restasse uno solo insoddisfatto, quest’uno ti peserebbe sull’anima e sarebbe sufficiente a renderti infelice. Non c’è modo di vincere la battaglia contro i legami. C’è forse acqua senza umidità? Così non c’è attaccamento senza infelicità. Non è ancora nato chi sappia trovare la formula per conservare gli oggetti di un attaccamento senza battaglie, ansie, timori e, prima o poi, fallimenti.
C’è un’unica via per venire a capo dei legami: 
lasciarli perdere. 
Contrariamente a quanto si può credere, la cosa non è difficile. 
Tutto ciò che devi fare è metterti davanti agli occhi, per «vederle» seriamente, queste verità che vado a elencare.
Prima verità: 
tu stai aggrappato a una falsa certezza, e cioè la persuasione che senza quella particolare persona o cosa tu non possa essere felice. Analizza i tuoi legami a uno a uno, e vedrai la falsità di questa persuasione. Potrai trovare resistenza dentro il tuo intimo, ma nel momento in cui tu afferrerai questa verità, vi sarà un immediato risultato nel campo delle emozioni. In quel preciso istante l’attaccamento perderà ogni sua forza.
Seconda verità: 
se impari a godere delle cose impedendo a te stesso di diventarne schiavo, se cioè rifiuti di credere alla falsa certezza che senza di quelle non potrai essere felice, tu ti risparmi tutte le lotte e le fatiche per proteggerle e conservartele. Ti è forse successo di poter conservare tutti gli oggetti dei tuoi legami senza rinunciare a uno solo di essi; però se tu ti liberi dai legami e li consideri da un punto di vista non esclusivamente possessivo, tu ne godi ancor di più, perché in questo caso tu sei in pace con te stesso, tranquillo, e sicuro da minacce.
Terza e ultima verità: 
se imparerai a godere del profumo di mille fiori non ti succederà più di aggrapparti a uno solo di essi o di soffrire quando non riuscissi a cogliere quell’unico fiore che ti manca. Se trovi gusto in mille pietanze diverse, la mancanza di una fra le mille passerà inosservata e non oscurerà la tua felicità. Ma sono proprio i tuoi attaccamenti a impedirti di sviluppare questo più largo e più vario gusto per le cose e le persone.
Alla luce di queste tre verità non c’è attaccamento che resista. Ma questa luce deve risplendere in continuità se si vuole che sia efficace. Gli attaccamenti prosperano soltanto nel buio delle illusioni".

La parola distacco 
mi è ora più familiare e amica.
So come prendermi cura 
della mia felicità.

Commenti

  1. Grazie per questo insegnamento!!! La felicità è uno stato d'animo che bisogna imparare a coltivare e bisogna imparare a riconoscere le forme di attaccamento che condizionano il nostro animo e il nostro agire; è fondamentale per vivere. Gesù con la sua parola ha sempre messo luce davanti agli attaccamenti e li ha spezzati quando io non riuscivo a farlo, mi ha liberato innumerevoli volte e continua a farlo. Anche quando io non lo vedo e non lo capisco e non lo accetto.

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  2. Mi risuona questa Parola di un salmo " Meglio confidare nel Signore che negli uomini", in questo caso confidare in tutto ciò che credo mi appartenga. Signore, la mia scoperta più bella che ho fatto è la tua Grazia, sono io Che appartengo a Te e la tua misericordia mi basta, con Te non manco di nulla, solo il tuo amore, la mia relazione con Te non avrà mai fine, tutto resto è niente. Solo in Te c'è gioia piena

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  3. Aiutami signore a vivere e godere di ogni relazione e di ogni bene, nella consapevolezza che tutto passa, che niente senza il tuo Spirito è compiuto. Tutto diventa vanità, senza la tua Luce

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  4. Attaccamento... infelicità... ansia...insoddisfazione..come albergano in me! Ma si, il cammino della felicita mi garantisce la liberazione da tutte queste fatiche...come? Combattendo l attaccamento..permettendo che Lui nasca in me
    e allora è sempre Natale si è Natale nella mia anima

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  5. «Ma non posso conservare neppure un attaccamento?».
    Nessuno ,recita il testo.
    Si,è facile ottenenerlo quando avrò finalmente capito che essere "spoglio" è la cosa più liberante e funzionale alla mia qualità di vita.
    Solo allora.
    Sono in cammino ,,,,,,,TU sei vicino a me.........Grazie papà

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  6. Alla luce di queste tre verità non c’è attaccamento che resista. Ma questa luce deve risplendere in continuità se si vuole che sia efficace.
    Signore toglimi dall' illusione di poter essere felice, senza però comprendere il vero significato e l' efficacia del distacco.

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  7. La felicità è già dentro di noi, è quella perla preziosa che una volta scoperta, vendi tutto per poi comprare quel campo

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  8. La felicità non si conserva,
    va scoperta e
    goduta
    nelle piccole cose
    di ogni giorno

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