Imperfetti

di sapienza.
Richiede umiltà, fiducia, speranza.

Il cammino interiore è scoperta del mondo non più guardato dal punto 
di vista dell'apparenza.

Su questa via cogliamo la forza per non scoraggiarci dei nostri errori e la spinta per ricominciare.

L'umiltà e il sano senso della realtà ci impediscono di smarrirci nella scoperta della nostra imperfezione.

Siamo imperfetti ed è da questa fondamentale certezza che Neva Papachristou, insegnante buddista di meditazione, ci propone di rileggere tante nostre esperienze interiori.

"Il cammino interiore è stato definito come una storia d’amore, perché è contrassegnato da cura e sollecitudine. 
L’amore per il cammino ci offre la gioia di comprendere noi stessi e gli altri.
L’umiltà è la nostra migliore compagna di viaggio, poiché ci aiuta a non cadere nello scoraggiamento davanti ai nostri errori e ci dà la lena necessaria per ricominciare. 
Le difficoltà sono nostre amiche anch’esse, in quanto ci offrono l’occasione di progredire, tant’è che nella tradizione tibetana si arriva a dire che i nostri nemici sono i nostri migliori amici. 
La vita di Nelson Mandela è la prova della verità di questo detto tibetano, perché egli è stato rafforzato dai suoi nemici, rafforzato nell’amore, nella pace e nel rifiuto della risposta violenta all’ingiustizia.
Quando, in preda all’ira, perdiamo il controllo, in quello stesso momento di rabbia verso l’altro stiamo praticando il non amore anche nei nostri confronti.
Abbiamo perduto di vista ciò che è veramente salutare per noi e alimentiamo, invece, quello che ci nuoce. 
Può accadere, per esempio, che siamo talmente preoccupati di «dirgliene quattro» che trascuriamo di percepire fino in fondo quanto acutamente l’offesa ricevuta ci causi sofferenza. Questa abitudine, nel tempo, indurisce il nostro cuore.
Percorrendo il cammino interiore è dunque inevitabile incontrare la bestia che è in noi, e questo ci può spaventare. Anche perché non è raro immaginare che la via spirituale sia solo un alternarsi di spazi di pace e di bellezza. Tuttavia, grazie alla nostra fiducia, rimaniamo comunque sul sentiero e scopriamo che dietro a questa apparente bruttezza c’è, in realtà, la nostra tenerezza ferita. 
Incontrare questo luogo con gentilezza, senza giudicare o respingere, vuol dire aprirsi a essa. E ciò in virtù, ancora una volta, della consapevolezza, che è, per definizione, un’attenzione calda e, al tempo stesso, non giudicante.
Da questa apertura nasce un calore che ci permette di custodire noi stessi in un abbraccio affettuoso, eliminando in tal modo quella barriera, fatta di non amore, che ci separava dalle nostre parti oscure. Ora soltanto sarà possibile illuminare tutto il nostro essere, inclusa, evidentemente, la nostra imperfezione. 
Talvolta siamo talmente preoccupati di non trovare l’amore perfetto che ci dimentichiamo che noi siamo esseri imperfetti. E l’imperfezione non è sinonimo di colpa, ma semplice riconoscimento della realtà delle cose".

Commenti

  1. L'imperfezione non è sinonimo di colpa, ma semplice riconoscimento della realtà delle cose!
    Si
    Ma i sensi di colpa uccidono
    Quante volte mi ritrovo a fare discernimento su quanto operato:ho fatto bene,male.............
    Potevo essere meno dannoso..........
    Riconoscermi limitato mi ha aiutato a lenire le ferite da sensi di colpa.....
    Ti offro il mio operato,lavoraci anche TU o mio papà,nelle mie mani c'è la salute di tante persone.
    Amen

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  2. L imperfezione è semplicemente il riconoscimento di una realtà

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    Risposte
    1. Guardarsi dentro più spesso ci aiuta ad essere più umili e più comprensivi persino quando riceviamo delle offese, credo

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  3. "Il cammino interiore è stato definito come una storia d’amore,
    perché è contrassegnato
    da cura e sollecitudine.
    L’amore per il cammino
    ci offre la gioia
    di comprendere
    noi stessi e gli altri.
    L’umiltà è la nostra
    migliore compagna di viaggio, poiché ci aiuta
    a non cadere nello scoraggiamento davanti ai nostri errori e
    ci dà la lena necessaria per ricominciare.
    Le difficoltà sono nostre amiche anch’esse,
    in quanto ci offrono l’occasione
    di progredire,
    tant’è che nella tradizione tibetana si arriva a dire che
    i nostri nemici
    sono i nostri
    migliori amici.

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  4. Guardarmi dentro Signore e vedere quanto Amore hai per me. Mi chiami, mi attiri nel posto dove Tu solo puoi stare: l'ultimo. Mi spogli di ogni mia conquista, di ogni trofeo, di ogni frivolezza, per donarmi la ricchezza della tua misericordia

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  5. Guardarsi dentro è un vero cammino
    di sapienza.
    Richiede umiltà, fiducia, speranza
    Un cammino richiede l'umiltà di riconoscere che non sempre sai la strada e quindi devi chiedere. La fiducia rispetto a chi ti indica la strada o ti accompagna. La speranza di non sbagliare, di non perdere la strada, di arrivare alla meta... Camminare è faticoso. Guardarsi dentro è una fatica

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  6. Ti ringrazio Pa' ❣
    Oggi, ogni singola parola che ho letto è stata come il pane quotidiano che mi nutre,
    come l'acqua che mi disseta,
    come la Luce che illumina le mie parti oscure,
    come l' Amore che riempie i vuoti del non amore,
    come cura e sollievo per la tenerezza ferita che si nasconde dietro la rabbia e le brutture...e mi ricordo la meraviglia che ho provato,
    la settimana scorsa, quando una bimba spaventata,
    mi corse incontro e si strinse a me, alle mie gambe, credendo che fossi la mamma probabilmente,
    o forse Signore eri semplicemente TU che attraverso quella "piccolina" mi mostravi la Tua immensa tenerezza , il Tuo PIENO Amore per me,
    così come lo fai ora che leggo queste "parole";
    tutte.
    Ti prego, donami il SANO senso della realtà, affinché io non mi spaventi e ritrovi la strada, quando mi smarrisco nella scoperta della mia imperfezione 🙏
    Maria Maddalena Palma

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