Cinque richiami alla memoria






La memoria, così preziosa e così fragile. Come vorremmo averla sempre lucida, sempre pronta, sempre capace di ridarci le cose che ogni giorno ci permettono di vivere.

Nella tradizione buddista, c'è un esercizio, proprio di memoria, che ci restituisce cinque grandi evidenze della vita, che tendiamo a dimenticare.

"Di notte mi ricordo di te", dice un salmo, "mi si paralizzi la destra se ti dimentico", dice un altro.

La memoria va aiutata e sostenuta con il ricordo continuo dell'essenziale. Non per sapere di più, ma per gustare di più. Il nostro presente è smemorato, ma la meditazione con il suo esercizio di memoria ci libera dal pericolo di dimenticare le evidenze.

Ecco allora i Cinque Richiami alla Memoria o Cinque Rimembranze:

1. Invecchiare è nella mia natura. Non c’è modo di sfuggire all’invecchiamento.

2. Ammalarmi è nella mia natura. Non c’è modo di sfuggire alla malattia.

3. Morire è nella mia natura. Non c’è modo di sfuggire alla morte.

4. Tutto ciò che mi è caro e tutti coloro che amo sono soggetti a cambiamenti. Non c’è modo di sfuggire alla separazione da loro.

5. Le mie azioni sono la sola cosa che possiedo. Non posso sfuggire alle conseguenze delle mie azioni. Le mie azioni sono la base sulla quale dimoro.

Non richiedono commento, parole tanto chiare, ma accoglienza, attenzione, custodia nella memoria.

Sono parole necessarie al nostro quotidiano, per non cadere nell'illusione, o evadere nei sogni impossibili. 


Con calma, con fiducia, le ripeto lentamente

E le ripeto perché si incastonino nella mia memoria di oggi come pietre preziose nel gioiello, che è la vita.

Le cose che so
sono quelle che vivo.
Le cose che dimentico
sono quelle che temo.
Dal profondo,
come da un mare,
emergono perle.
E cresce in me
la vita!


Commenti

  1. Il Buddha ha insegnato che tutti i fenomeni sono impermanenti; c'è la nascita, quindi c'è la morte. Anche la nostra civiltà è così. Nella storia della terra molte civiltà sono scomparse. Se la nostra civiltà attuale scomparirà, è perché è soggetta a sua volta alla legge dell'impermanenza. Se la razza umana continua a vivere nell'ignoranza e in un abisso senza fondo di avidità, la distruzione di questa civiltà non è molto lontana. Dobbiamo accettare questa verità, così come accettiamo la nostra propria morte. Una volta accettata, non reagiremo più con rabbia, rifiuto e disperazione. Avremo pace. Se siamo in pace, sappiamo come vivere in modo che la terra abbia un futuro, in modo da riuscire a convivere nello spirito di fratellanza e sorellanza e da trovare una nuove tecnologie giusta per noi, per salvare il nostro amato pianeta verde. Altrimenti moriremo di angoscia ancor prima che la nostra civiltà abbia davvero termine.

    Thich Nhat Hanh

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  2. Fare memoria è toccare ciò che hai nel cuore e che nessuno ti può togliere.
    Mia madre ,negli ultimi tempi della sua malattia l'halzeimer, quando vedeva uno dei suoi figli diceva "Tu sei un bravo ragazzo"
    Il Signore ha messo nel cuore di tutti il BENE questo seme che nessuno potrà sradicare:fa o Signore che cresca per ricordare che ci sei sempre e che abiti in ognuno di noi

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  3. "Tutto ciò che mi è caro e tutti coloro che amo sono soggetti a cambiamenti. Non c’è modo di sfuggire alla separazione da loro"
    Gesù guarisce tutte le separazioni e gli eventi dolorosi... col tempo ti abitui a tutto e lui si fa presente in questi

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  4. Fare memoria dell'aiuto di Dio avuto nei momenti di difficoltà mi apre alla fiducia verso il futuro, perché so che anche nella valle oscura della sofferenza non sono sola.

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  5. La memoria è come un filattero che devo tenere avanti, in evidenza, per proseguire nel mio percorso!
    È essenziale per non farmi cadere ed avere carburante per continuare a sperare in un continuo ASCOLTO di chi mi circonda, di chi mi si presenta, di chi mi vive accanto

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  6. Pacificare se stessi con questo esercizio di memoria per gustare la vita. Molto bello! Grazie

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  7. Cinque punti per abbattere ogni illusione ed ogni esaltazione dell'io. Certamente la loro ragione d'essere è nella natura, è il fondamento immediato. Ottimo esercizio. Tuttavia la loro ineluttabilità non li esorcizza. Il problema resta: qual è il senso del vivere e del morire? La ragione ultima del loro essere? È qui il punto. Personalmente non mi basta sapere che ciò accade perché è un fatto di natura. Bisogna aprirsi alla trascendenza che dà respiro e vita a ciascuno di questi cinque punti. Bisogna aprirsi alla Sorgente della Vita. Allora posso dire: vivi il tuo invecchiamento, vivi la tua malattia, "vivi "la tua morte, vivi il distacco, vivi ogni tua azione come momento di libertà che ti rende capace di "rispondere". La natura mi dice che tutto nasce, cresce, si sviluppa e muore. Senza Dio, questi cinque punti diventano per me, pur nella loro ineluttabilità , trappole mortali. Con Dio diventano ciascuno " zampilli" di vita, da vivete ogni giorno in pienezza.

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  8. Il ricordo continuo dell'essenziale aiuta la memoria.... Bella questa ed è per me una grande verità!
    Meditare sul fatto che la vita muta continuamente e niente è permanente è fondamentale, perché mi toglie dall'illusione di una vita perfetta e senza dolore. La verità è che la morte, la vecchiaia o la malattia spaventano tanto e ci si difende o scappando o selezionando. Imparare ad accettare tutto ciò che fa parte di noi, diventa necessario per vivere serenamente, con più libertà e godere in pieno del tempo che ho.

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  9. Scrivo.....
    Scrivo tutto ciò che di bello mi accade e
    tutto ciò che di bello faccio accadere,
    perché lo dimentico,
    perché tendo a ricordare
    ciò che mi fa stare male.
    Ma ora lo so e
    quando vado a rileggere le cose belle vissute,
    alleno la mia memoria a
    ricordarmi ciò che sono e
    ciò che mi vitalizza.....
    Così, quando il mio cielo
    sarà coperto di nuvoloni neri,
    io saprò che anche se non lo vedo.....
    IL ☀ c'è ....

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  10. La Vita genera la Vita, senza fine.
    Da l' I Ching, il libro dei mutamenti

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  11. Le mie azioni sono la sola cosa che possiedo. E' immediatamente destabilizzante come concetto ma è spudoratamente vero nella sua essenza.

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  12. Ci sono delle domande alle quali nessuno può sfuggire, piccolo o grande, colto o meno, e che introducono chiunque nella meditazione , sono appunto quelle ricordate da Aragon con la ricerca del senso della vita e quello della morte.
    Trovarmi davanti ad esse mi porta a tremare. E non posso allora che pregare, chiedendo al mio Signore di aiutarmi a cogliere appieno i Suoi messaggi contenuti nel tesoro del Vangelo. E tramutarli in azioni.

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  13. La Memoria, la vera Memoria che ci riporta ai fondamentali sempre... e ritornando ad essi torniamo all'origine... Ricordare, ecco una delle cose che a me arriva da questa lettura, non come prigione del ricordo sgradito, ma come prezioso e umile costante ritorno a se stessi e a ciò da cui quel se stessi origina.

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  14. Ho preso tempo per commentare questo post. Non perché non mi colpisse...anzi!
    Posso dire che ha fatto centro, più di tanti altri.
    "Le cose che dimentico
    sono quelle che temo".
    E' così, lo so, il dolore mi fa troppa paura. Ma non è rimozione del passato... anche questa "protezione" ho attuato per tanti pezzi di vita.
    Dimenticare il futuro e non voler guardare oltre è una lacerazione più grave.

    Sì, voglio continuare a ripetermi queste 5 parole, le sento vitali, curative, perché dimenticare dove sto andando non mi fa vivere il presente.
    Guardare lucidamente il futuro che mi aspetta, per riconciliarmi con quella che sono!

    “È una ben povera memoria quella che funziona solo all'indietro.”
    LEWIS CARROLL

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