Dio



Dio è una parola originaria, di vertice, di profondità, di orizzonte.

Evoca presenza, silenzio, assenza, totalità, infinito.

Richiama il cuore all'attenzione, alla riverenza, alla lode, alla ricerca, all'attesa.

Apre la mente al nuovo, all'unico, al principio, alla fine, al senso, alla luce.

Fa vibrare corpo, anima, mente cuore.

Ci prepara allo spirito, all'eternità, all'unità, alla comunione, alla pienezza.

Dio trascende il mondo ed è il cuore del mondo.

Lo sentiamo, ma la nostra bocca non sa dire, che "in lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (At 17,28). 
Non di fronte, non lontano, 
ma in lui è il nostro oggi. 
In lui viviamo, perché niente di vivente esiste fuori di lui, il Vivente. 
Ci muoviamo, in lui c'è sicurezza, rifugio, e perciò possiamo scorrere sicuri. 
Esistiamo, il nostro essere è, la nostra esistenza respira, la nostra anima riprende vita.

Eppure, come una ferita, 
una certezza: 
"Dio nessuno l'ha mai visto" (Gv1,18). 
Ne siamo sicuri, ma non arresi. 
I nostri occhi nel buio, non smettono di sperare nella visione, nella possibilità di un bagliore. 
La sua invisibilità è speranza per i nostri occhi. 
Nessuno lo ha mai visto, ma ognuno lo sogna. 
Invisibile ma presente al centro. L'occhio non lo vede, ma il cuore non smette di attenderlo. 
La mente non lo passiede, ma ne è posseduta, affascinata, attirata.

In una meta speriamo, ad un approdo sospiriamo: 
"Perché Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15,28). 
Le parole tutto, tutti, ci riempiono di commozione, di fiducia. 
Solo lui tutti aspettano, solo per lui tutti sono in cammino. 
Tutti sperano in questo appuntamento, oltre ogni idea, oltre ogni parola, oltre ogni dubbio, oltre ogni convinzione, oltre ogni fede. 

Nel silenzio
nella notte
nell'attesa
nel desiderio
risuona
Tutto in tutti
Tutto in tutti
Tutto in tutti.

Commenti

  1. L'anima attende il Signore più che le sentinelle l'aurora. C'è un bisogno di vita vera, di rapporti veri, sinceri, autentici, c'è un bisogno di amare ed essere amati. Ho bisogno di Te mio Signore

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  2. Tutto in tutti....
    Signore in te scopro la profondità della gioia e della pace, in te tutto è meraviglia, tutto è speranza. Con la certezza che la tua promessa non muore mai, né cambia e niente può distruggerla, io resto in attesa per festeggiare finalmente il nostro infinito incontro.

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  3. Io non vedo ma so che c'è. Un esperienza questa che mi fa sperare "tutto in tutti", che mi consola di fronte ad eventi ineluttabili. Ciò che sento ma che non posso esprimere a parole, che non riesco a far comprendere, ma che so intimamente che è lo stesso per ognuno che si trova a farne esperienza. No Dio, non ti ho mai visto con gli occhi miei. Ma ti ho riconosciuto/sentito presente, vivente. Lì dove nemmeno pensavo potessi essere.

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  4. L' occhio non lo vede, accecato da troppi stimoli (visivi e non solo).... ma il cuore per fortuna non smette di attenderlo nella speranza...

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  5. "Eppure, come una ferita,
    una certezza:
    "Dio nessuno l'ha mai visto" (Gv1,18).
    Ne siamo sicuri, ma non arresi.
    I nostri occhi nel buio, non smettono di sperare nella visione, nella possibilità di un bagliore.
    La sua invisibilità è speranza per i nostri occhi.
    Nessuno lo ha mai visto, ma ognuno lo sogna. "... Cercare di sfiorare Dio, ovvero sfiorare l'inesprimibile, l'indicibile.. parole che entrano nell'anima. Grazie per questo post.

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  6. La mente non lo possiede, ne è posseduta, affascinata, attirare :
    Quando dubbi,incertezze ci sono in me mentre cerco Te
    Ma nulla spegne il desiderio di incontrarti

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  7. Ti ringrazio di questo post che segue a ruota quello di domenica scorsa sulle parole di Silesius che ancora mi arrivano come un'onda di risonanze.
    Questa maledetta preminenza del fare, dell'operare nell'esistente, del capire tutti i suoni e tutto ciò che mi circonda, ottunde la mia capacità immediata di
    sintonizzarmi su ciò che è silenzioso ma parla, inconsistente ma preminente, leggero e carico insieme..
    Dio apre corpo, anima, mente e cuore: e finalmente ciò che sono è rivelato.
    Dio in me tutto, io in lui tutto.

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  8. In ogni essere vivente c'è, per essenza ,un "desiderio" di vita. Vita chiama vita. L'uomo, come afferma Heidegger, non è " semplice presenza," è " esistenza", è progettualita', è vita consapevole. C'è nell'uomo una sete di "Assoluto", di pienezza di senso. In una parola c'è sete di Dio. Dio può essere cercato, negato, rifiutato, "dimostrato" e tuttavia siamo sempre al di qua del Suo mistero. C'è il rischio di chiamare Dio una nostra rappresentazione umana. Solo Dio può " parlare" di Dio. È Dio che si "rivela" all'uomo che lo cerca. Si fa conoscere. La rivelazione è sì un "togliere " il velo, quindi "svelare", ma è anche un" ri-velare" velare di nuovo. Non la ragione "incontra " Dio, la ragione non "cede " la parola, ma il legno della Croce. Percorrila. Centimetro dopo centimetro imparerai a "sentirne" la voce, la Sua Luce entrera' in te e tu lo vedrai. Ogni "arsura" esistenziale si placa sul legno della Croce. La Croce è il fondamento certo di ogni esperienza-conoscenza di Dio .Invito a leggere il " memoriale" di Pascal: [...]Dio di Abramo, Dio di Isacco,Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei sapienti[...]Dio di Gesù Cristo.[...] .

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  9. Non è facile interloquire con chi non vedi
    Ma in questo caso, non c'è bisogno... È IN ME.
    Sta a me farlo prevalere nelle scelte, nella mia vita, nel mio cuore,
    Grazie

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  10. "..la nostra anima riprende vita.."
    Da te tutto viene e ogni cosa mi riporta a te.
    Signore dove non sei ?
    Nel silenzio quando parli;
    nella tempesta quando mi acquieti;
    nella oscurità quando si fa luce:
    Tu mi rialzi ,mi sostieni e ogni volta riprendo il cammino con la certezza della tua presenza

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  11. Attraverso Gesù sappiamo che c'è un Dio in continua relazione d'Amore con il Creato, e che c'è un Dio che ci invita, ci sollecita a coltivare nel tempo il desiderio di amarLo a nostra volta, sino a raggiungere un'adesione non più scalfita da qualsiasi forma di subordinazione, che pure ci accompagnano per diverso tempo nel cammino davanti a Lui, e che da Lui vengono anch'esse apprezzate.
    Ecco che noi ci stupiamo, gioiamo, speriamo, nella contemplazione dell'apoteosi nel raggiungimento di tutto in tutti. Accogliamo, come novità che si affacciano d'improvviso nella nostra mente, la continua, e sempre più affinata, meditazione di determinati passaggi della Sua Parola. Sino a raggiungere forme condivise, e in quanto tali codificate, di una filosofia di Dio - bellissima la citazione riportata da Aragon, quando nella chiarezza dell'onestà logica Pascal afferma il Dio di Gesù-, o del Dio dei teologi, come pure la meno ispirata forma di un Dio dei filosofi.
    Contemplazione e meditazione che possono sfociare in altezza in quegli stati dell'anima che si manifestano in brevi, seppur ripetuti, o prolungati stati di felicità mistica.
    Sono tutte manifestazioni delle diverse forme d'Amore che Lui ci permette di raggiungere quando siamo davanti a Lui.
    E che Lui stesso ci chiede di sperimentare come indicato in Mt 22, 34-38.
    Questa invisibilità non ha smesso di impedire che venisse continuamente "toccata", desiderata, voluta nelle modalità uniche proprie delle storie individuali che si sono susseguite. È come se questo tutto non abbia mai smesso di essere percepito nel tempo fin qui trascorso nell'anima di tutti.
    In questo stesso tempo, ovvero in un tempo che non sappiamo comprendere, coincidente con la manifestazione della Sua Volontà creatrice, le varie forme di vita manifestano la Sua presenza, ancor prima di ogni formulazione. Volontà creatrice che diventa espressione Sua manifesta con il Figlio. Da allora non è più un Dio nascosto anche se invisibile, perché ci "fa vedere" con il Suo Spirito che Lui è vivo fuori e dentro di noi. Dio è anche fuori e ci chiede lì di cercarLo, come nel silenzio dell'anima, e di amarLo in chi è simile a noi, Mt, 22, 39-40.
    Aldilà dello spazio e del tempo, senza disquisizione alcuna sul concetto di prossimità, come ci indica chiaramente Gv, 15, 12.

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