Coltivare un pensiero



I primi 4 versi di un testo fondamentale della tradizione buddista ci mostrano un risvolto della nostra vita, in cui la nostra mente, il nostro rimuginare interiore, produce poi frutti reali nella vita e nelle relazioni. 

Leggiamo dal Dhammapada 
Versi gemelli: 

1 Siamo ciò che pensiamo. 
Tutto ciò che siamo 
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione 
che nasce da un pensiero torbido 
è seguita dalla sofferenza, 
come la ruota del carro 
segue lo zoccolo del bue.

2 Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero limpido 
è seguita dalla gioia,
come la tua ombra ti segue, 
inseparabile.

3 «Mi ha insultato, mi ha aggredito, 
mi ha ingannato, mi ha derubato.» 
Se coltivi questi pensieri 
vivi immerso nell'odio.

4 «Mi ha insultato, mi ha aggredito, 
mi ha ingannato, mi ha derubato.» 
Abbandonando questi pensieri 
ti liberi dell'odio.

Fondamentale in questa visione è la parola coltivare.
Il nostro giardino interiore, cone ogni giardino, va coltivato. Trascurarlo porta effetti che tutti conosciamo.

Coltivare la mente, o nel linguaggio biblico, il cuore. 
I padri del deserto insegnavano a dare molta attenzione al sorgere di un pensiero.
Tanti pensieri sorgono dentro di noi, 
se non ne siamo coscienti ci guideranno nostro malgrado. 

Coglierli sul nascere ci danno su di loro un certo vantaggio.
Scrive il monaco cristiano Evagrio Pontico:
"Sii il  custode  della  porta del tuo cuore  e non lasciar entrare  nessun  pensiero  senza  interrogarlo; interrogali  a uno  a uno  e di’  loro: “Tu  sei  del nostro  partito,  o del partito  dei nostri  avversati?”. E se quello  è di casa,  ti colmerà  di pace". 

Se mi fermo in questo momento e mi domando come sto, so capire da dove è partita la realtà interiore che ora mi fa essere così?
So dare un nome al sentimento che prevale in questo momento in me? Capisco qual'e la radice di ciò che in questo momento vivo?

È un ascolto importante da fare più frequentemente possibile.

"Siamo ciò che pensiamo" è un'espressione forte che sottolinea il legame tra i pensieri e il nostro modo di vivere. Spesso ci illudiamo che ciò che pensiamo sia neutro. Solo teoria che non cambia niente. Se siamo attenti ci accorgiamo che non è così. Tutto nasce e parte dalla nostra mente e dal nostro cuore. 

Nel vangelo di Matteo è sottolineato come dal cuore nascono i pensieri che incidono sul nostro agire: "Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie" (Mt 15,18-19). La prima battaglia si combatte allora proprio nel cuore, nel profondo di noi stessi.

Un pensiero porta ad una parola o un'azione.
Da un pensiero limpido ne viene gioia, 
da un pensiero torbido ne viene sofferenza. 
Ancora il Vangelo di Matteo afferma: "La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda" (Mt 12,34).

L'esempio del Dhammapada è sull'odio, un sentimento forte facile da individuare. Ma ogni pensiero percorre le stesse vie. Coltivare o abbandonare un pensiero è una prima mossa per indirizzare tante piccole nostre scelte o decisioni.

Pregare e meditare il Salmo 139 ci fa restare in contatto con noi stessi, nel profondo, davanti al Signore. 
"Scrutami, o Dio, 
e conosci il mio cuore, 
provami e conosci i miei pensieri; 
vedi se percorro una via di dolore 
e guidami per una via 
di eternità" (Sal 139, 23-24).

"Tutto l’operare, il sentire, il pensare dell’uomo nasce dal cuore, quindi è il cuore che deve essere innanzitutto raggiunto dalla Parola di Dio e mettersi al suo ascolto" (Enzo Bianchi).
Infatti: "La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore" (Ebrei 4,12).

Nella mente e nel cuore troviamo i semi del nostro parlare e del nostro agire. Saperli discernere e coltivarli è via di saggezza. 

Commenti

  1. È un cammino che ha buon esito se aiutato dalla Parola, dalla preghiera e dal voler diventare e vivere quello che originariamente sono: figlia. È un cammino che nasce dall'esigenza di scoprirmi malata nel cuore, stanca di soffrire, rimuginare, accentuare rancori che non portano a niente di costruttivo.
    Signore è un cammino non facile, ma insieme a te ce la posso fare

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  2. Grazie Signore
    Ogni cosa che parla di TE mi Ristora.
    Io cerco sempre di incamerare più cose.. TUE
    Così a mia volta posso tenerle dentro..
    Nel mio cuore quindi albergherai TU..
    A piccoli passi...

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  3. Queste parole mi hanno fatto riflettere molto...... constatare che il mio agire difende tutto da ciò che sono.......
    Viene presto Signore a scrutare il mio cuore,guidami sulla strada della gioia,donami la capacità del discermento.

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  4. Mirando all'obiettivo della liberazione
    il saggio abbandona l'oscurità
    e ha cara la luce
    si lascia alle spalle
    la sicurezza meschina
    e cerca la libertà dall'attaccamento.
    Il desiderio di libertà
    è cosa ardua e rara
    ma il saggio continuerà a cercare
    distaccandosi da tutto ciò che si frappone
    purificando il cuore e la mente.
    Dhammapada strofe 87 e 88

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  5. Fondamentale è la parola coltivare.
    Il nostro giardino interiore, come ogni giardino, va coltivato. Trascurarlo porta effetti poco desiderabili. Importante allora
    Coltivare la mente o il cuore è dare molta attenzione al sorgere di un pensiero.
    Tanti pensieri sorgono dentro di noi,
    se non ne siamo coscienti ci guideranno nostro malgrado. Quanto è vero.... Ho pensato molto a questa parola "coltivare" che dice: cura, attenzione, protezione, pensiero, calcolo, l esserci per quel che di vuol curare, pensarlo, amarlo... Se così faccio per un fiore come è possibile non farlo per il fiore che sta al centro del mio giardino?

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    1. Accogliere e coltivare i Tuoi Pensieri nel mio cuore Signore, per far fiorire il BENE e saperlo raccontare

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  6. Detto indiano.

    Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi.
    Gli disse:

    “Figlio mio la battaglia è fra due lupi che vivono dentro di noi.

    Uno è il male, é rabbia, paura, preoccupazione, gelosia, invidia, dispiacere, autocommiserazione, rimpianto, rancore, avidità, falsità, senso d’inferiorità.

    L’altro è il bene, gioia, amore, pace, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, empatia, generosità, verità, compassione, fiducia.

    … il piccolo ci pensò su un minuto e poi chiese: “Quale lupo vince?”

    L’anziano Cherokee rispose semplicemente: “Quello a cui dai da mangiare”.

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  7. A quale lupo do da mangiare?
    Quali pensieri coltivo?
    Quelli che mi mettono contro tutti e tutto o quelli che mi fanno individuare sempre uno spiraglio di luce?
    Possa io imparare a coltivare pensieri di pace, gioia, positività...

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  8. "Tanti pensieri sorgono dentro di noi,
    se non ne siamo coscienti ci guideranno nostro malgrado".

    Chi conduce la mia vita? Il Signore. Chi conduce i miei pensieri? Forse la paura, forse il dolore, forse il sospetto, forse le esperienze passate.
    Io non voglio che i miei pensieri dicano che sono odiosa. Io sono ciò che penso. Io sono. Non quelli di cui io penso. Comprendere questo è fondamentale.
    Grazie per l'indizio. Grazie per la ciambella di salvataggio.

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  9. Come nascono i pensieri, semplicemente seguono una predisposizione dell'anima. Se io sono predisposta positivamente i pensieri che nasceranno saranno di vita, di luce, dall'animo oscuro nasce oscurità. Se ci soffermiamo a guardare un giardino incolto ci rendiamo conto che il filo conduttore è il disordine . In quel disordine si insinuano le erbacce infestanti, che se non le sradichi subito sarà molto più difficile farlo in seguito. Mi chiedo se può esserci differenza tra coltivare un giardino nell'ordine e nella semplicità e coltivarlo nell'oscurità o non coltivarlo affatto

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  10. La prima battaglia si combatte allora proprio nel cuore, nel profondo di noi stessi..... Prendo queste sagge parole come se fossero la luce che entra finalmente in una casa buia dopo che è stata chiusa per tantissimi anni. Il discernimento è indispensabile, è necessario, di questo ne sono convinta, ne ho la certezza, è davvero la prima cosa da fare per gustare e vivere in pieno la vita. Coltivare pensieri di reale bontà e validità e agire di conseguenza è già una grande vittoria. Nella mia esperienza fare discernimento mi è sempre stato utile l'ho imparato dal mio personale cammino di fede che mi illumina la strada. La Parola è per me la mia ancora di salvezza, l'arma vincente.

    Tutti i buddha, i maestri e i profeti sono emanazioni della verità che si manifestano in infiniti aspetti, abili e compassionevoli, per guidarci attraverso gli insegnamenti e riportarci alla nostra vera natura. Quindi, prima ancora dell'insegnante, è importante trovare e seguire la verità dell'insegnamento.
    Sogyal Rinpoche

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  11. "Mi ha insultato, mi ha aggredito, mi ha ingannato, mi ha derubato,"

    mi ha deriso, ma...
    mi ha anche aiutato, mi ha sostenuto, mi ha difeso,
    mi ha elogiato.
    Abbiamo pianto e
    abbiamo gioito insieme.

    Amo le rose.

    La prima volta che le ho potate ero piena di graffi. Mi hanno lasciato segni sulla pelle che non sono scomparsi subito.
    Mi facevano male, ma sono ritornata a curarle, ancora.
    La seconda volta, le ho liberate dalle erbacce che le soffocavano.
    Avevo i guanti, ma una spina mi si è conficcata ugualmente nel dito.
    IL dolore era continuo ed era un'unica spina;

    Gesù ne aveva una corona,
    sul capo.....

    Sono riuscita a togliere la spina,
    prima che facesse infezione.

    Ritornerei ad occuparmi
    delle rose ?

    Sí !!!

    perché le amo .....

    Alcune persone,
    sono come le rose ....

    Liberami Pa', quando i pensieri che albergano nel mio ❤
    sono come l'edera
    che soffoca le rose...



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