Siedo di fianco alla mia mente



In ogni tradizione religiosa si trovano parabole, racconti, quadretti deliziosi, perché gli insegnamenti passano meglio e vanno più in profondità per la via dell'intuizione che per un faticoso ragionamento. Tutti conosciamo le parabole del vangelo, i racconti dei padri del deserto, i fioretti di santi e di guide spirituali, e da ognuno di questi racconti attingiamo sapienza in modo bello. 

Il racconto che meditiamo oggi viene dalla tradizione buddista, ed ha come tema la meditazione. Come insegnare a meditare? Come definirla? Come farne capire l'utilità per la nostra vita di tutti i giorni? Un bel racconto risponde a queste ed altre domande, senza stancarci e divertendoci. Il nostro intuito arriva prima del ragionamento e un racconto bello conquista prima il cuore di un noioso trattato. 

Si narra:

Un giorno Buddha stava attraversando una foresta.
Era assetato, per cui disse ad Ananda, il suo primo discepolo: “Ananda, torna indietro. A qualche miglio da qui abbiamo attraversato un torrente. Portami un po’ d’acqua”. Ananda tornò indietro, ma quando raggiunse il torrente vide che alcuni carri che l’avevano attraversato ne avevano agitate le acque che erano ormai diventate fangose.
Ritornò da Buddha a mani vuote…
Ma Buddha insistette, e gli ripeté: “Torna indietro e portami dell’acqua da quel torrente”.
Ananda non comprendeva quell’insistenza, ma ritornò al torrente.
E mentre si stava incamminando, Buddha gli disse: “E non tornare, se l’acqua è ancora sporca. Se è sporca, siediti semplicemente sulla riva, in silenzio. Non fare nulla, non entrare nel torrente. Siedi sulla riva in silenzio e osserva”.
Ananda tornò al torrente.
Buddha aveva ragione. L’acqua era ora quasi limpida, le foglie erano ridiscese sul fondo e il fango si era sedimentato. Ma il torrente ancora non era cristallino, per cui Ananda si sedette sulla riva e osservò semplicemente lo scorrere dell’acqua. Pian piano il torrente diventò limpido come cristallo.
Allora tornò, danzando, porse l’acqua a Buddha e lo ringraziò: “Ora riesco a comprendere il messaggio: era ciò di cui avevo effettivamente bisogno in questo momento. La stessa cosa infatti è vera per la mia mente. Se mi butto nell’acqua tornerò a renderla fangosa. Se mi tuffo nella mente nasceranno più problemi, altri torneranno in superficie. Sedendo di fianco al torrente ho appreso la tecnica… ora mi siederò di fianco alla mia mente, ne osserverò tutta la sporcizia e tutti i problemi e tutte le foglie morte e le ferite e i rancori e i ricordi e i desideri. Senza farmi coinvolgere, distaccato, siederò sulla riva e aspetterò il momento in cui ogni cosa sarà limpida come cristallo”.

Fermarsi, darsi un tempo di quiete, lasciare che in noi ogni agitazione si plachi, sono i primi passi, indispensabili, per entrare in un esperienza di meditazione. 

Noi spesso, come la Marta del vangelo, ci agitiamo e preoccupiamo per troppe cose, mentre una sola cosa è necessaria e come Maria sua sorella, la possiamo accogliere seduti ai piedi del Maestro. 

La nostra mente è agitata e intorbidita da mille stimoli, e come l'acqua sporca più la rimestiamo e peggio è. Ananda, nome che significa "beatitudine", impara cosa vuol dire meditare seguendo docilmente il suo maestro e vedendo i piccoli segni che la stessa natura offre.

Sedersi e osservare, senza giudicare, la propria mente, i propri pensieri e movimenti interiori, aspettando che tutto si calmi e sedimenti, permetterà di ritrovare chiarezza mentale e tranquillità interiore. È il primo prezioso frutto della meditazione fatta nel silenzio e nella quiete. Luce e pace invadono allora la nostra mente e ci danno un nuovo sguardo su ogni cosa.

Proviamo a sederci di fianco alla nostra mente, come sulla rive di un torrente, fiduciosi e tranquilli per fare la stessa scoperta di Ananda, per ritrovare beatitudine interiore, cioè pace profonda. 

Commenti

  1. Verissimo
    Bisogna darsi un tempo.
    Oggi per me è vitale, linfa ogni giorno partire con la PAROLA.
    Posso fare di più?
    Certo se continuo a capire che fa bene a me!
    Mi faccio un regalo quotidiano staccando dagli assalti di poveri fratelli che si AGITANO tanto, perché non sanno...
    Grazie Papa '

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  2. Sedersi e osservare, senza giudicare, la propria mente, i propri pensieri e movimenti interiori, aspettando che tutto si calmi e sedimenti, permetterà di ritrovare chiarezza mentale e tranquillità interiore. È il primo prezioso frutto della meditazione fatta nel silenzio e nella quiete. Luce e pace invadono allora la nostra mente e ci danno un nuovo sguardo su ogni cosa.
    Diventa fondamentale e man mano non se ne può fare a meno: meditare, darsi del tempo quotidianamente diventa indispensabile alla mia vita...

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  3. "ora mi siederò di fianco alla mia mente, ne osserverò tutta la sporcizia e tutti i problemi e tutte le foglie morte e le ferite e i rancori e i ricordi e i desideri...."

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  4. A una mente tranquilla l’universo intero si arrende. Chuang-Tzu

    Spesso desidero allontanarmi dalla materialità per gustarmi l'essenziale, ascoltarmi per incontrare me stessa senza fare congetture lacunose. Sì voglio provarci, mi siederó di fianco alla mia mente e con fiducia attendo di ritrovare la pace interiore.

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  5. Proviamo a sederci di fianco alla nostra mente, come sulla rive di un torrente, fiduciosi e tranquilli per fare la stessa scoperta di Ananda, per ritrovare beatitudine interiore, cioè pace profonda.
    Oggi giorni particolari dove solo e il silenzio con la Parola abiteranno la mia mente e il mio corpo si adeguerà a questo ritmo....sedendomi a fianco della mia mente si purificherò tutto:mente, cuore e di rigenererà il mio fisico
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  6. "..sedersi a fianco...
    per lasciare sedimentare le proprie agitazioni;
    per vedere emergere il Bello;
    per fare spazio al Bene
    e goderne

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  7. Fermarsi, darsi un tempo di quiete, lasciare che in noi ogni agitazione si plachi, sono i primi passi, indispensabili, per entrare in un esperienza di meditazione. E allora pare che lo Spirito illumini il nostro spirito e ci mostri ciò che nell' agitazione non vediamo. Questa è la meravigliosa esperienza degli esercizi spirituali :stare e ancora stare in silenzio aspettando ....

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