Mangiare la Parola



La pandemia ci ha sottratto, tra le altre cose, anche la gioia di celebrare insieme, liberamente e senza paura, i misteri della nostra fede. 

Abbiamo sperimentato la completa chiusura delle nostre chiese, la limitazione delle presenze durante la Messa, e, in ogni caso, celebrare l'Eucaristia porta l'ombra del rischio di contagio.

Un bilancio di questi giorni ci fa concludere però che una cosa non può venir meno e non può essere bloccata: la Parola di Dio letta, ascoltata, pregata.

Come l'antico Israele in esilio, la Parola diviene sempre più protagonista nei tempi difficili. La fede nasce dall'ascolto, ci ripete la stessa Scrittura. Così la fede non resta senza alimento anche in periodi come il nostro.

Penso spesso alla Parola come un pane vero, che Dio stesso dona, pane necessario:
«Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”» (Mt 4,4; cf. Lc 4,4). È un detto che dal libro del Deuteronomio arriva dritto nel vangelo di Gesù. 

Mi conforta l'esperienza del profeta Geremia, affamato di Parola di Dio:
"Quando le tue parole mi vennero incontro,
le divorai con avidità;
la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore,
perché il tuo nome è invocato su di me,
Signore, Dio delle schiere" (Ger 15, 16).

In maniera chiara i Padri hanno percepito la parola come pane. Ad esempio, scrive San Girolamo:

«Io penso che il Vangelo è il Corpo di Cristo; io penso che le sante Scritture sono il suo insegnamento.

E quando egli dice: Chi non mangerà la mia carne e berrà il mio sangue (Gv 6,53), benché queste parole si possano intendere anche del Mistero [eucaristico], tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue è veramente la parola della Scrittura, è l’insegnamento di Dio. 

Quando ci rechiamo al Mistero [eucaristico], se ne cade una briciola, ci sentiamo perduti. E quando stiamo ascoltando la Parola di Dio, e ci viene versata nelle orecchie la Parola di Dio e la carne di Cristo e il suo sangue, e noi pensiamo ad altro, in quale grande pericolo non incappiamo?»

Prima ancora del pane eucaristico c'è il pane della Parola. E quando ci dovesse mancare il pane Eucaristico, il pane della Parola sarà sempre alla nostra portata. 

In momenti così difficili come i nostri, mangiare la Parola deve diventare sempre di più il modo per accogliere la profezia del Signore nelle nostre vite. Il nostro bisogno di luce, di consolazione, sarà colmato dall'ascolto perseverante della Parola, saziando così la nostra fame di bene e di speranza.
 

Commenti

  1. Fame di bene e di speranza
    Questo bene scaturito SOLO da LUI
    da solo sono orientato a me stesso.

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  2. Mangiando la Parola cresciamo ci nutriamo e illuminati incontriamo sempre più con intensità con individualità in un rapporto unico e personale il nostro Dio che ci introduce man mano in un rapporto sponsale con Lui legandomi indissolubilmente a Lui

    RispondiElimina

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