Ryokan

Siamo turbati dalla complessità e dalle tante contraddizioni della nostra vita. Ma è possibile una realtà più semplice, senza contrasti, senza quella alternanza di ombre e luci che ci confonde?

Alcuni versi di un poeta giapponese mi offrono una prospettiva più ricca:

«Se c'è la bellezza, deve esserci la bruttezza;
Se c'è il giusto, deve esserci lo sbagliato.
La saggezza e l'ignoranza sono complementari,
E l'illusione e l'illuminazione non possono essere separate.
Questa è una vecchia verità, non pensare che sia stata scoperta di recente.
"Voglio questo, voglio quello"
Non è altro che follia.
Ti dirò un segreto
"Tutte le cose sono impermanenti!"»

È un testo di Ryokan, monaco e poeta zen giapponese vissuto a cavallo dei sec. XVIII-XIX d.C. (morto nel 1831). 

Tutte le cose sono impermanenti, è un segreto che il nostro monaco e poeta ci consegna, perché possa crescere il nostro sguardo sapiente sulla realtà.

La sua stessa vita è una testimonianza di una visione essenziale e profonda della realtà che viviamo. 

"Ryōkan rompe con tutte le consuetudini, rompe lo schema delle attese e delle aspettative. Sconfigge la rabbia con la compassione; alla dimora certa preferisce il vagabondaggio e l’incertezza; alla sicurezza preferisce il rischio; antepone la povertà al lusso, la preghiera alla gloria, l’insussistenza alla fama. Ryōkan ama la compagnia dei bambini ed è celebre l’icona del monaco che gioca con i piccoli a palla, alla periferia delle città. Rifiutando le passioni del mondo, Ryōkan vive in sintonia con la natura: le sue poesie celebrano il cambiamento delle stagioni, sono piene di fogli, di fiori, di squilli di uccelli. Ryōkan è l’equivalente di un San Francesco giapponese, un uomo che predilige la povertà, che ha mendicato il cibo in cambio di preghiere e che ha reputato l’attività poetica essenziale per la vita spirituale" (Federico Scardanelli).

Il nostro è un tempo che esige serie rotture. Niente nostalgie e tentativi di portare il tempo indietro. Il cambiamento è inarrestabile, la trasformazione è vita, i modelli vecchi di forza e competizione sono ormai inutili. È ora che facciamo spazio ad una vita essenziale. Ciò che ci è stato strappato forse non era proprio indispensabile.

Intorno a noi tante domande, tanta ansia, tanta incertezza per il futuro.

Guardando ancora il mare dico:
Ricomincio da zero?
Ritorno alle origini?
Mi lascio spogliare
Mi lascio semplificare
Mi lascio togliere il più
È tempo di preghiera
È tempo di compassione
È tempo di essenziale
Guardo fiducioso
Faccio teneramente
Cammino sereno
Tanti pericoli
Il Signore veglia
Tanta sofferenza
Il Signore consola
Tanta incertezza
Il Signore è roccia
E tu fratello 
Cammina con me.

Commenti

  1. Stupendo
    Il Signore fa tutto
    Io devo spogliarmi, anziché vestirmi, e lasciar fare allo STUPORE

    RispondiElimina
  2. Ciò che ci è stato strappato forse non era proprio indispensabile....
    Il cambiamento è inarrestabile...
    Signore accogli e raccogli il mio smarrimento....

    RispondiElimina
  3. Si, raccolgo l invito cammino con te sullo stesso sentiero convinta che non si può tornare indietro, che il cambiamento è certamente inarrestabile, che c è bisogno di scegliere ciò che vale, che tanto, ma tanto di quanto ho scelto fin qua è solo impermanente. Poche sono le cose che contano, quelle voglio scegliere ...nessun rimpianto, è una grande, ma grande opportunità

    RispondiElimina
  4. Oggi sono chiamata a : scegliere, tra ciò che vale e ciò che non vale. Una sorta di pulizia della mente e del cuore sono chiamata a fare.sono pronta....

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un altro passo

Il fiume e il mare

L'amore scaccia la paura