Luce per l'umanità

 
"Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi".

(Gv 1, 9.14)

Con ancora nel cuore l'annuncio del mistero di Natale del Verbo fatto carne, è bello rileggere un testo del Concilio Vaticano II, che mostra il senso profondo di questi versetti del Vangelo di Giovanni. 

È scritto nella "Guadiun et spes" al numero 22:

"Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione".

• Quale vocazione ha ogni uomo? Quella di figlio prima di tutto, chiamato dall'amore all'amore, con un destino nuziale.

In Gesù, il Cristo, queste sono le nuove coordinate dell'esistenza umana. È fatta luce così sul senso più profondo della nostra esistenza e sul suo futuro. L'uomo scopre così la sua "altissima vocazione" che ha a che fare con l'amore, con l'essere figlio, tutto riferito al Padre e alla sua passione per l'umanità. 

• C'è un'affermazione che mostra tutta la forza dell'incarnazione e il legame inscindibile che si è realizzato tra il verbo di Dio e ogni uomo e donna che vengono alla luce in questo mondo:

"Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo". 

• Molto rispettosa del mistero l'affermazione "in certo modo". Il Figlio di Dio divenuto uomo si lega ad ogni uomo, proprio grazie alla carne, alla corporeità, che ha in comune con tutta l'umanità. È un legame radicale non basato sulla religione o sulla razza, ma sul fatto incancellabile della carne, della realtà umana, fragile limitata, che caratterizza indiscriminatamente ogni uomo e ogni donna. 

• Segue una meravigliosa descrizione di quanto l'umanità sia reale nel Figlio di Dio fatto uomo. Ogni attività umana sembra prendere nuova luce e nuova forza da come è rispecchiata in questa esperienza unica:

"Ha lavorato con mani d'uomo, 

ha pensato con intelligenza d'uomo, 

ha agito con volontà d'uomo,

ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché il peccato. Agnello innocente, col suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita; in lui Dio ci ha riconciliati con se stesso e tra noi e ci ha strappati dalla schiavitù del diavolo e del peccato; così che ognuno di noi può dire con l'Apostolo: il Figlio di Dio « mi ha amato e ha sacrificato se stesso per me» (Gal2,20)".

• Anche il mistero della morte umana trova nuova luce:

"Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale".

• Il Figlio di Dio divenendo uomo ci ha resi figli in lui:

"Per Cristo e in Cristo riceve luce quell'enigma del dolore e della morte, che al di fuori del suo Vangelo ci opprime. Con la sua morte egli ha distrutto la morte, con la sua risurrezione ci ha fatto dono della vita, perché anche noi, diventando figli col Figlio, possiamo pregare esclamando nello Spirito: Abba, Padre!".

• Ben a ragione il vangelo dice che il Verbo di Dio fatto uomo porta nel mondo la luce con cui ogni uomo è illuminato e si riscopre nella sua realtà più profonda che è la sua realtà divina, di cui è reso partecipe. 

• La festa passa, il mistero, con le sue tracce di tenerezza, rimane. Guardare a Gesù il Cristo, Verbo fatto carne, Figlio di Dio fatto uomo, ci apre ad una speranza nuova, fondata sulla vita umana vissuta fino alla morte ed oltre, dall'Uomo-Dio, che non dobbiamo mai stancarci di contemplare. 

Commenti

  1. Contemplo oggi questo DONO.
    La consapevolezza non deve venire a scemare.
    Quindi L'ascolto mi deve far innamorare, solo così amando, avendo desiderio di TE, o mio Gesù, sarò libero dai legacci della mia umanità!

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