Salvare Dio in noi


Dal treno diretto ad Auschwitz, una giovane donna lascia cadere una lettera sperando che arrivi nelle mani di qualcuno. È indirizzata ad un'amica e chi la scrive è Etty Hillesum, che muore appena trentenne nel famigerato campo. La lettera è datata 12 luglio 1943 e dice: “Abbiamo lasciato il campo cantando, papà e mamma molto forti e calmi, e così Misha. Viaggeremo per tre giorni. Arrivederci da noi quattro”. Etty muore tre mesi dopo, il 30 novembre. 

Nel suo diario, il 12 luglio del 43 è scritta una straordinaria preghiera che sa di fede, di lotta interiore, di fatica a mantenere la fiducia nell'orrore di quei giorni. Ha espressioni audaci che danno da pensare ad ogni credente. 

Leggiamola insieme:

"Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani, ma anche questo richiede una certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte.

Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso prometterti nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzetto di te in noi stessi, mio Dio".

Quando la preghiera diventa lotta. Per non disperdere. Per non smettere di credere. Per resistere alle tenebre proteggendo la piccola luce in noi. 

Il rischio nella grande sofferenza e nell'orrore è di perdere Dio dentro se stessi, che ne venga distrutta l'immagine. 

Il salmo 88, che si evita di recitare, eliminato dalla Liturgia delle Ore e che non compare mai in nessuna Messa, ripercorre la stessa lotta, come un cammino nelle tenebre. 

La preghiera di Etty è una buona chiave per comprenderlo e pregarlo. 

"Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.

Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica.

Io sono sazio di sventure,
la mia vita è sull’orlo degli inferi.

Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze.

Sono libero, ma tra i morti,
come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali non conservi più il ricordo,
recisi dalla tua mano.

Mi hai gettato nella fossa più profonda,
negli abissi tenebrosi.

Pesa su di me il tuo furore
e mi opprimi con tutti i tuoi flutti.

Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo,

si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.

Compi forse prodigi per i morti?
O si alzano le ombre a darti lode?

Si narra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà nel regno della morte?

Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi,
la tua giustizia nella terra dell’oblio?

Ma io, Signore, a te grido aiuto
e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.

Perché, Signore, mi respingi?
Perché mi nascondi il tuo volto?

Sin dall’infanzia sono povero e vicino alla morte,
sfinito sotto il peso dei tuoi terrori.

Sopra di me è passata la tua collera,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,

mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.

Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi fanno compagnia soltanto le tenebre".

Si può pregare sull'orlo della disperazione? Ha senso pregare davanti a tanti orrori che si compiono ogni giorno nel mondo?

È necessario e urgente pregare, per salvare Dio in noi: "l'unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzetto di te in noi stessi, mio Dio".

Commenti

  1. Ma io, Signore, a te grido aiuto
    e al mattino viene incontro a te la mia preghiera

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  2. Prego Signore per tutti quelli che vivono condizioni limite.
    Il limite così estremo da chi ha vissuto Auswitz è veramente unico.
    Ma giornalmente posso vivere momenti che definisco limite per la mia quotidianità.
    Quindi Signore fammi fare memoria di quelli di cui al racconto. Così mi è più lieve.
    Grazie

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  3. In questo tempo "computerizzato" la parola salvare è sicurezza di ritrovare un lavoro fatto in qualunque momento, e posso salvarlo con :"crea collegamento". Bene! L'ascolto è il lavoro fatto che mi permette di conoscere il Dio di Gesù, la preghiera è quel collegamento, che in ogni occasione mi riporta a Dio. Signore sia la tua promessa, la tua fedeltà quell'"ok" che salva un pezzetto di te in me.

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  4. Donna a dir poco coraggiosa piena dell' amore di Dio affronta con serenità la sua prigionia affidandosi totalmente nelle Tue mani che l' hanno accompagnata fino alla morte conservandosi un pezzetto di TE mio Dio nel suo intimo.Grande forza che dovrei avere io vivendo questo periodo assai difficile, guidami e insegnami Signore a vivere con la stessa intensità d'amore la mia vita e aiutami a conservarmi fortemente un pezzetto di TE mio Dio nel mio cuore.

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  5. È decisamente una preghiera sincera di chi comprende che l'Unico di cui non riesce a fare a meno specialmente ad un passo dalla fine è Dio.

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  6. L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzetto di te in noi stessi, mio Dio". Faccio mia questa preghiera che sento: vera, urgente, non demandabile....

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