Reso giusto

 


Davanti a Dio è difficile per l'uomo stare. Ogni Scrittura Sacra, a qualunque religione appartenga, registra questa difficoltà e la risolve in modi diversi. Dio è santo, l'uomo no; Dio è puro, l'uomo no; Dio è perfetto, l'uomo no; Dio è giusto, l'uomo no. 


Eppure ogni uomo sente che la relazione con Dio è la relazione madre di tutte le relazioni. Non ci si può sottrarre neanche negandone l'esistenza. 

La Bibbia affronta di petto questo tema faticoso puntando direttamente al cuore: la difficoltà sta nel venire meno dell'uomo ai patti con Dio, la sua costitutiva incapacità di essere fedele. 
Tante storie, cominciando da quella di Adamo ed Eva, passando per la storia di Abramo e Sara, del profeta e re Davide, mostrano questo inciampo che ha origine nell'uomo che disobbedisce o fa di testa sua, incapace di restare fedele al patto con Dio.

Sarà mai capace l'uomo di essere giusto? No, risponde tutta la Bibbia, ma è giustificato, cioè reso giusto dall'amore che Dio ha per ogni uomo ed ogni donna.

Nel cammino verso la Pasqua la storia dell'apostolo Pietro ci permette di vedere il cammino di giustificazione da vicino. 

Scelto e messo a capo del gruppo degli apostoli, ad un certo punto del cammino Gesù stesso lo mette davanti alla sua infedeltà per aiutarlo a viverla nella fede e passare oltre, proseguendo in modo nuovo nella sequela del Signore. 

Silvano Fausti ne parla come di un battesimo, di un passaggio, di un evento trasformante che Pietro deve vivere. 

Il Signore ci salva dal male ma anche da un certo "bene".

Scrive Fausti:

"«Tre volte mi rinnegherai». Cosi inizia il battesimo di Pietro, al quale Gesù fa prendere coscienza delle due verità di fede fondamentali: il peccato dell'uomo e il perdono di Dio.
Se in Giuda vediamo il male, in Pietro vediamo il «bene», dal quale 
Cristo ci salva. È quel bene che fa da manto all'orgoglio, essenza di ogni male. Presente in quantità variabile nel peccatore normale, è concentrata allo stato nel «giusto».

Non solo è inevitabile, ma è anche bene che Pietro cada. Cosi, invece di presumere per poi disperare di sé, confiderà in lui, con una speranza che non delude più. La frana di tutti i suoi buoni desideri lascerà emergere dalle rovine la roccia salda che non crolla: la fedeltà del Signore. 

Pietro dovrà passare dalla propria giustizia alla giustificazione, dalla legge al vangelo".

A ripensare alla storia del rinnegamento di Pietro si risvegliano in noi tutte le risonanze sofferte per tante piccole situazioni in cui anche noi siamo caduti. 

L' orgoglio di Pietro è umiliato pesantemente.
L'illusione di essere diverso e meglio degli altri viene sbriciolata.
È cancellata ogni speranza che basti la buona volontà. 

Confidare in se stessi e poi disperarsi nel fallimento è la strada peggiore.
Gesù accompagna Pietro per un'altra via. 

Predice il suo fallimento, lo evangelizza, e poi riaccoglie Pietro dopo la caduta. 

Pietro passa così dalla presuntuosa fiducia nella legge alla fragile esperienza della grazia.
Illuso di essere giusto, scopre di essere giustificato dalla sua ingiustizia, dal suo peccato.

È la buona notizia al cuore del Vangelo. 
È il Vangelo che la morte e risurrezione di Gesù mette definitivamente in luce.

Fammi passare con te Signore
dall'illusione alla realtà,
dall'orgoglio all'umiltà,
dalla mia giustizia alla tua giustificazione.
Passa tu insieme a me
per questa strada 
che da solo sarebbe per me mortale.
Come Pietro
prenditi cura di me,
perché possa gioire 
nel sapermi giustificato. 

Commenti

  1. Pietro mi dice oggi due cose
    Fidarmi di Lui
    Non aver timore di nulla
    Ho LUI
    GRAZIE SIGNORE

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  2. No alla mia giustizia ma alla tua giustificazione

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  3. Accogliere le mie imperfezioni e guardare le ceneri dei miei fallimenti con l'occhio misericordioso del Cristo, mi permette di vivere solo di Grazia, con lo sguardo rivolto verso Dio, in continuo rialzarmi, in attesa di nuovi cieli e nuova terra

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  4. signore c'è solo un modo di riuscire a "stare" davanti a te: accettare di essere non santo, non puro, non perfetto, non giusto... allora nella consapevolezza di me creatura fragile e limitata trovo conforto, rifugio in Te. tutta la vita mio Dio la trascorro cercando >Te al di sopra i ogni cosa, come relazione unica e vitale. cammino, mi fermo, poi riprendo il cammino, ma sei tu l'unico a cui anelo, desidero, voglio. mio Dio mi rendo sempre più conto che tu sei il mio tutto.

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