Esercizi di stupore


Sfogliando il libro di Giobbe, spesso mi fermo a rileggere le parti che più mi suscitano ammirazione per il creato. Libro di grande poetica, affronta un tema difficile, quello del dolore innocente, e, lungo il percorso, meravigliosi quadretti di natura colpiscono l'immaginazione suscitando stupore.

Abbiamo tutti bisogno di esercizi di stupore nei nostri giorni sempre più carichi di preoccupazioni.
La pandemia non deve toglierci la capacità di stupirci.

"Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa è per cosi dire morto; i suoi occhi sono spenti". (Albert Einstein)

Nel capitolo 9 del libro di Giobbe la meditazione parte dalla percezione delle tracce del Signore disseminate intorno a noi:

5 Egli sposta le montagne ed esse non lo sanno,
nella sua ira egli le sconvolge.
6 Scuote la terra dal suo posto
e le sue colonne tremano.
7 Comanda al sole ed esso non sorge
e mette sotto sigillo le stelle.
8 Lui solo dispiega i cieli
e cammina sulle onde del mare.
9 Crea l’Orsa e l’Orione,
le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe.
10 Fa cose tanto grandi che non si possono indagare,
meraviglie che non si possono contare.
11 Se mi passa vicino e non lo vedo,
se ne va e di lui non mi accorgo.
12 Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?
Chi gli può dire: "Cosa fai?".

Ancora nel capitolo 12 siamo invitati a puntare lo sguardo con attenzione sulla vita che si manifesta intorno a noi, per cogliere come ogni cosa sia nelle mani di Dio:

7 Interroga pure le bestie e ti insegneranno,
gli uccelli del cielo e ti informeranno;
8 i rettili della terra e ti istruiranno,
i pesci del mare e ti racconteranno.
9 Chi non sa, fra tutti costoro,
che la mano del Signore ha fatto questo?
10 Egli ha in mano l’anima di ogni vivente
e il soffio di ogni essere umano.
11 L’orecchio non distingue forse le parole
e il palato non assapora i cibi?
12 Negli anziani sta la saggezza
e in chi ha vita lunga la prudenza.
13 In lui risiedono sapienza e forza,
a lui appartengono consiglio e prudenza!
14 Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire,
se imprigiona qualcuno, non c’è chi possa liberarlo.
15 Se trattiene le acque, vi è siccità,
se le lascia andare, devastano la terra.
16 In lui risiedono potenza e sagacia,
da lui dipendono l’ingannato e l’ingannatore.

Nel capitolo 38 una raffica di domande ci mette sotto gli occhi la natura nel suo mistero che sfugge al nostro controllo ma non alla cura di Dio.
Il Signore chiede a Giobbe:

4 Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri?
Dimmelo, se sei tanto intelligente!
5 Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la corda per misurare?
6 Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
7 mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e acclamavano tutti i figli di Dio?
8 Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
9 quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
10 quando gli ho fissato un limite,
e gli ho messo chiavistello e due porte
11 dicendo: "Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde"?
12 Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
13 perché afferri la terra per i lembi
e ne scuota via i malvagi,
14 ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo
e si tinga come un vestito,
15 e sia negata ai malvagi la loro luce
e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
16 Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
17 Ti sono state svelate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
18 Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Dillo, se sai tutto questo!
19 Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
20 perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini
e sappia insegnare loro la via di casa?
21 Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
22 Sei mai giunto fino ai depositi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
23 che io riserbo per l’ora della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
24 Per quali vie si diffonde la luce,
da dove il vento d’oriente invade la terra?
25 Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una via al lampo tonante,
26 per far piovere anche sopra una terra spopolata,
su un deserto dove non abita nessuno,
27 per dissetare regioni desolate e squallide
e far sbocciare germogli verdeggianti?
28 Ha forse un padre la pioggia?
O chi fa nascere le gocce della rugiada?
29 Dal qual grembo esce il ghiaccio
e la brina del cielo chi la genera,
30 quando come pietra le acque si induriscono
e la faccia dell’abisso si raggela?
31 Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi
o sciogliere i vincoli di Orione?
32 Puoi tu far spuntare a suo tempo le costellazioni
o guidare l’Orsa insieme con i suoi figli?
33 Conosci tu le leggi del cielo
o ne applichi le norme sulla terra?
34 Puoi tu alzare la voce fino alle nubi
per farti inondare da una massa d’acqua?
35 Scagli tu i fulmini ed essi partono
dicendoti: "Eccoci!"?
37 Chi mai è in grado di contare con esattezza le nubi
e chi può riversare gli otri del cielo,
38 quando la polvere del suolo diventa fango
e le zolle si attaccano insieme?
39 Sei forse tu che vai a caccia di preda per la leonessa
e sazi la fame dei leoncelli,
40 quando sono accovacciati nelle tane
o stanno in agguato nei nascondigli?
41 Chi prepara al corvo il suo pasto,
quando i suoi piccoli gridano verso Dio
e vagano qua e là per mancanza di cibo?

Questi esercizi di stupore ci aprono ad una più profonda esperienza di Dio nella nostra esistenza.

Annota acutamente Albert Einstein:

"Non cerco di immaginare un Dio; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati".

La via dello stupore ci evita di farci idee troppo cervellotiche di Dio, aprendoci al mistero, secondo una bella intuizione di Gregorio di Nissa:
"I concetti creano idoli di Dio; 
solo lo stupore percepisce qualcosa".

Commenti

  1. Stupore è: il sorriso disarmante sul volto di un sofferente

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  2. La vita che continua, nei suoi colori, nei vagiti dei neonati, nonostante tutto e tutti. È questo per me lo stupore, la vita esplode, nessuno la trattiene

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  3. Immergersi, integrarsi e gustare quello che si percepisce al di là del l'evidenza è esperienza gratificante.

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  4. Questo tema mi butta in quei momenti e situazioni quotidiane nelle quali guardando l arrivo del giorno dialogo con il mio Dio. Lo percepisco presente nei bagliori dell' alba, nei colori del giorno che si affacciano nel mio cuore, dove lo sento l Amato, Colui che mi è totalmente intimo a me stesso. Si fa spazio nel mio essere serenità a pace e la mia giornata si apre avvolta dalla Presenza che invade tutto fuori di me e dentro di me

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  5. Ho la fortuna di lavorare con i bambini che ogni giorno mi sorprendono con sorrisi,domande ,stupore sguardi, che mi affascinano e ringrazio il Signore della sua grandezza..

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