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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Senza motivo

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Nel Vangelo Gesù pronuncia parole brucianti, segno che un fuoco gli arde nel profondo. "Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi" (Lc 22,15). "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine" (Gv 13,1). "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (Gv 15,13). L'amore spiega tutto della vita  e della morte di Gesù. L'amore è il senso di tutto ciò  che riguarda Dio. Siamo disposti a portare il "peso" dell'amore? Siamo capaci di reggere il suo fuoco?   I mistici di ogni tradizione hanno il coraggio di parlare dell'amore senza vergognarsene. L'amore può mettere in imbarazzo, sorprende, spiazza, non si lascia imprigionare nelle nostre timorose categorie. Da Rumi, mistico islamico turco, contemporaneo di Francesco d'Assisi, impariamo a pensare all'amore, impariamo a usare le parole che ben dicono la sua forza e la bellezza. Leggiamo insieme: "L'amore è scon

È il cuore che traccia la strada

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Dal silenzio di un giorno di ritiro emerge ancora una volta una parola che riguarda il cuore, il centro della nostra interiorità. Il Vangelo ci mostra il suo ruolo cruciale, e quindi la necessità di prendercene cura e tenerlo sotto lo sguardo vigile nostro e del Signore.  È così che ne parla il Vangelo: "Beati puri di cuore" (Mt 5,8). "La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda" (Lc 6,45). "Beato l'uomo che ha le vie di Dio nel suo cuore" (Sal 84,6).  Cuore puro,  cuore che sovrabbonda,  cuore che contiene le vie di Dio. Dio, la vita, la luce, la pace, sono la direzione e il desiderio del cuore puro. Il nostro cuore è per queste meta che è fatto. Amore, benevolenza, compassione: di questo il cuore deve sovrabbondare perché la nostra bocca e la nostra esistenza contagino vita. È nel cuore che vanno cercate le vie di Dio. È nel cuore che rimane ogni traccia del suo passaggio. È al cuore che bisogna tornare per non smarrirsi nel cammino verso la vita

Senza confini

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A pregare si impara. È necessario la familiarità col proprio mondo interiore. Qualunque definizione di preghiera è sempre provvisoria: l'esperienza ci porterà sempre oltre. Carlo Maria Martini, maestro nell'arte del cammino interiore,  ci suggerisce un passo importante nella direzione di una preghiera sempre più profonda. Leggiamo insieme: "È necessario avere della preghiera una visione ampia, totale e inesauribile:  la preghiera è una realtà di cui nessun uomo ha scrutato i confini; è un' esperienza di cui nessun uomo ha varcato le ultime soglie. Siamo sempre in cammino, e più si va avanti più si scoprono orizzonti, più si cammina e più si avanza.  La preghiera, infatti, è essenzialmente un mistero e, come tale, viene da Dio creatore del cielo e della terra.  Così ci spiega la bellissima esclamazione di sant'Agostino: «Ci hai fatti per te, o Dio, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te». Da quando l'uomo è apparso sulla terra è incominciata la st

La mia casa è la tua onni­presenza

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Quanto si può osare  nella preghiera?  Fin dove si può spingere la mia parola e il mio desiderio di Dio?  C'è una regola limitante nel fuoco dello Spirito? Leggendo certe pagine ispirate  mi faccio queste domande  che svaniscono proprio leggendo quelle pagine.  La preghiera è il modo più alto di vita del mio cuore, del mio spirito, di tutto me stesso. Pregare è vivere  tutte le possibilità,  nella libertà dello Spirito  che suscita e guida i desideri  più profondi ed eterni. Parole come divino, cosmico, eterno, onnipresenza, allargano il mio spirito e danno slancio al mio cuore. Ho bisogno di parole così vaste per allargare il mio sguardo  fino alla misura dell'orizzonte divino, oltre la miopia dell'oggi.  Mi lascio accompagnare dalla parola luminosa del mistico indiano Yogananda Paramahansa, permettendo alle mie labbra e al mio spirito di spaziare in tutta l'ampiezza dell'amore divino in cui mi scopro immerso.  "Padre Celeste, insegnami a trovare libertà in te