Scampo non v’è per nessuno


David Maria Turoldo, sacerdote e poeta, ha lasciato parole alle soglie della sua morte che ora restano testamento della sua fede e profezia del suo essere poeta.

Scrive:

"Nelle Scritture, al libro di Qoelet stranamente segue il Cantico dei cantici. 
Indipendentemente 
da qualsiasi 
intenzione,
ciò non potrebbe nascondere 
un seducente significato? 
La poesia non 
racconta 
ma suggerisce".

Questi due libri biblici, letti e riletti, rivelano tutta la loro forza e la passione credente.

"«Mi baci con i baci della sua bocca»: 
così esplode il Cantico, o Qoelet: 
attesa vendetta al tuo libro del Nulla? 
Tu sai, o Donna, che alla tua voce 
verdeggiano i deserti: 
di valle in valle il vento la propaga 
e anche dalle tombe la eco risponde. 
Ma se il bacio è segno dell’unica Fame, 
che lo stesso Amato incendia, 
allora scampo non v’è per nessuno. 
Voluttà di distruzione è il bacio, 
desiderio di essere consumato 
senza che nulla avanzi: 
e dal fondo del gioco 
il Nulla riappare. 
Ma lascia che canti insieme a te, Amica, 
e dall’amaro stillicidio mentale ci salvi 
la sublime allegoria. 
Spento finalmente ogni altro fuoco, 
nel Tempio, fattosi ora silente, 
si adunino le gloriose Immagini: 
e l’arida steppa intorno 
riprende a fiorire 
mentre tu guidi la danza. 
Non chiedo di assidermi al vostro banchetto, 
non è per me –ho cantato– 
un’avventura sì grande, 
sapermi una voce del Coro 
è già dono 
che placa tutte le attese: 
ciò che più chiedo 
è una mente 
luminosa e serena. 
Nel mentre mi inebriano 
i racconti dei vostri amori, 
un’ombra ancora mi fascia il cuore 
come una sindone. 
Nessuno aggiunga parole 
a quanto tu hai cantato; 
anche tu non dirmi altro 
delle vostre infinite ebbrezze. 
Non dirmi delle sue tenerezze, 
non dirmi dei suoi occhi come colombe 
lungo ruscelli di acque; 
delle sue labbra voraci, 
dei suoi denti bagnati nel latte; 
e le sue gambe colonne di alabastro 
su piedistalli d’oro, non dirmi, 
non dirmi del suo corpo divino. 
 
Parlami invece dei tuoi 
assolati meriggi, 
quando Lui non c’era, né sapevi 
dove andava a pascere il gregge. 
Parlami delle tue arsure e come 
anche tu te ne andavi randagia 
quando non si faceva trovare: 
anche a pieno giorno, a sole alto, 
non vedevi dove tenesse il suo pascolo 
e andavi dietro le greggi di tutti. 
Parlami delle tue notti desolate, 
delle buie notti, quando dal letto 
lo chiamavi invano, o andavi 
per tutta la città, e cercavi, 
cercavi senza trovarlo: 
oh, questo infinito e furioso 
cercare...! 
 
Ti fermava la ronda nel cuore della notte, 
tu chiedevi: Avete visto il mio amore? 
Dovevi superare le guardie, 
andare oltre, 
se volevi trovare il tuo Amore. 
 
A volte in piena notte veniva 
a bussare alla porta: 
ti chiedeva, con quella sua voce, di aprirgli, 
e tu, già levata la tunica, 
andavi ad aprire: 
le tue dita grondavano mirra 
sulla maniglia del chiavistello: 
ma Lui, 
Lui era già 
svanito nella notte. 
 
Di questo parlami a lungo, Amica, 
allora mi sentirò meno escluso 
e lontano. 
 
Donna, forma estrema del Sogno, 
anima del mondo, 
Tu sei il grido della Creazione". 

Poesia, preghiera, non sono sinonimi di romanticismo mieloso e di speranza acritica.

La poesia mi parli, dice Turoldo, della mia esperienza, che più comunemente passa per 
assenze
arsure
ricerca senza risultato
smarrimento
notti insonni
vagare senza meta.

"Di questo parlami a lungo, Amica, 
allora mi sentirò meno escluso 
e lontano", dice il poeta alla donna del Cantico. 

Tutto il Cantico dei cantici, come il martellante testo di Qoelet, vanno letti come specchio delle nostre attese faticose, delle nostre notti tormentate, delle nostre ricerche infruttuose. 

Anche da qui passa lo Spirito.
Il Signore passa a piedi nudi per le parti più spinose della nostra esistenza. 

"L'Amato incendia, 
allora scampo non v’è per nessuno": questa è la mia speranza.

L'Amore non si arrende, 
non abbandona, 
non cerca sentieri facili.

Qoelet e il Cantico dei cantici graffiano il mio cuore ma non lo prendono in giro; urlano e sussurrano la presenza dell'Uno, dell'Unico, perché nessuna vita si perda nel buio della sfiducia.

Commenti

  1. L'Amore non si arrende,
    Oggi la liturgia invita a dare, a sentirsi gratificati SOLTANTO nell'essere inutili,,,,
    e l' amore non s'arrende ma passa sopra..i soprusi,la sfiducia,la stanchezza,le notti,,si quelle insonni
    ....e così frequentandoti ,,,il magone passerà
    Amen

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  2. A volte in piena notte veniva
    a bussare alla porta:
    ti chiedeva, con quella sua voce, di aprirgli,
    e tu, già levata la tunica,
    andavi ad aprire:
    le tue dita grondavano mirra
    sulla maniglia del chiavistello:
    ma Lui,
    Lui era già
    svanito nella notte.

    Di questo parlami a lungo, Amica,
    allora mi sentirò meno escluso
    e lontano.

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  3. Donami Signore occhi di fede, che vedano "oltre" ogni sbarramento, donami un cuore aperto all'attesa, e se i miei occhi non ti vedono e il mio cuore è chiuso, donami orecchie che sappiano ascoltarti in ogni fruscio, in ogni battito d'ali di farfalla, in ogni grido di uomo.

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  4. "L'Amato incendia,
    Allora scampo non v'è per nessuno": questa è la
    Mia Speranza.

    L'Amore non si arrende,
    Non abbandona,
    Non cerca sentieri facili.

    Signore, fa' che io sia Sempre una fiamma ardente,
    Per incendiare i cuori ❤️ di tutti i miei fratelli
    Che mi stanno accanto.. Amen .. Alleluia 🙏😇🔥🔥🔥

    Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
    Come era nel Principio ora e Sempre.
    Nei Secoli dei Secoli Amen. Alleluia.🙏😇🔥❤️💐

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  5. Ciò che più chiedo è una mente luminosa e serena...
    Amen 😇

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  6. Il Signore passa a piedi nudi per le parti più spinose della nostra esistenza. È molto consolante,non ha paura di rompersi i piedi Lui è proprio lì dove la mia povertà è più intensa più pesante .non ho più paura Tu sei proprio li

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  7. Di questo parlami a lungo, Amica,
    allora mi sentirò meno escluso
    e lontano

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