Con gli occhi di Dio


Due cose sono faticose nel nostro tempo: la lode e la speranza.

La lode è dimensione essenziale della fede e della fiducia in Dio. 
È risposta del cuore alla vita 
che ci è donata.

"A chi serve la lode? A noi o a Dio? 
Un testo della liturgia eucaristica ci invita a pregare Dio in questa maniera, dice così: «Tu non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza, ma ci ottengono la grazia che ci salva».
Lodando siamo salvati".
(Papa Francesco)

Dalla sapienza di Carlo Maria Martini impariamo uno sguardo diverso sulla nostra vita che genera gratitudine e lode.

Leggiamo insieme:

"Ci può talora venire il dubbio che non sia realistico lodare Dio mentre la gente soffre, è povera, senza lavoro, mentre nel mondo ci sono violenze e guerre. Temiamo, in un certo senso, che questa lode a Dio equivalga a mettere la benda sugli occhi. Tuttavia credo che noi dobbiamo avere più coraggio. 
Se cominciamo a guardare il mondo con gli occhi di Dio, e quindi a lodarlo per ciò che fa di bene, saremo più capaci di distinguere il bene dal male e di entrare nelle sofferenze dell’umanità.
Il senso della lode di Dio è il primo realismo: è la contemplazione del mondo come luogo della bontà, della misericordia, dell’amore di Dio, dell’amore di Cristo per l’uomo, per il povero, per il malato, per il sofferente, per me, per noi, per questa Chiesa.
È necessario quindi imparare a leggere nella propria personale esperienza i motivi reali della lode a Dio. E, in verità, ce ne sono tantissimi! 
Spesso noi consideriamo come ovvi i doni del Signore e non ce ne stupiamo: il fatto, ad esempio, di essere qui insieme, di avere conservato fino a ora la fede, di avere perseverato nella vocazione, sono tutti doni immensi. 
Nella nostra giornata e nella nostra vita dovremmo abituarci a leggere le diverse circostanze in modo che tutto si trasformi in azione di lode.
Maria, nel Magnificat, canta una lode immensa che invade l’universo. Si potrebbe dire: ma, in fondo, che cosa ha visto Maria? Ha visto per qualche minuto un angelo e non sappiamo nemmeno bene come l’abbia visto. Ha sentito una buona parola da Elisabetta, e basta. Sono due piccoli eventi in cui ha letto, passando per la conoscenza di Dio, un disegno universale. Questo significa che per lodare Dio non occorre molto: è sufficiente saper guardare un evento in cui Dio si manifesta, perché da esso noi possiamo risalire all’Onnipotente, al Dio il cui nome «è Santo», la cui misericordia «permane di generazione in generazione».
Psicologicamente, è sufficiente concentrarci su una piccola circostanza per riuscire a coglierne tante altre".

Martini ricorda una delle sfide più radicali della fede:
"Se cominciamo a guardare il mondo con gli occhi di Dio". 
È un inizio, uno sguardo nuovo, 
che ci apre ad una 
visione profonda della realtà. 


Commenti

  1. "per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie"
    Tu mi hai scelto,non io ho scelto TE
    Tutto è voluto da TE
    I miei occhi sono i TUOI;fammi veramente guardare,il lavavetri al semaforo,l'indigente che mi bussa;guardare il loro bisogno e farlo mio;come?
    Guardando ancora,con gli occhi TUOI il mio cuore,dentro....e poi,e poi travaso amore,dedizione,impegno e concretezza nel donarmi.
    Questo.
    Amen

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    1. Io ti lodo signore , lo farò finché avrò vita ,perché non c è un un giorno che tu ,Signore, non me ne dai motivo . Amen

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  2. «Tu non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza, ma ci ottengono la grazia che ci salva».
    Lodando siamo salvati".

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  3. Il senso della lode di Dio è il primo realismo: è la contemplazione del mondo come luogo della bontà, della misericordia, dell’amore di Dio, dell’amore di Cristo per l’uomo, per il povero, per il malato, per il sofferente, per me, per noi, per questa Chiesa.

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  4. La lode esprime una gioia interiore, profonda, intima che si ha in ogni tempo e in ogni luogo e in ogni circostanza, perché Dio è sempre con noi. È l'essenza del mio "essere" che sente il bisogno di lodare Dio. Dio ci vuole felici e lodiamo se siamo felici, sempre.

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