Amore che nutre



Imparare dalla propria storia è una vera fonte di sapienza.

Cogliere i semi di bene, e coltivarli nel terreno della nostra vita, ci apre ad una esperienza spirituale ricca di stupore e gratitudine.

Una nuova consapevolezza ci è necessaria: il nostro vivere è fecondato da doni continui.

Ci occorrono occhi per vedere i semi che vengono piantati nel terreno dei  nostri giorni.

Thomas Merton (1915-1968), monaco benedettino americano, ci aiuta a guardare così il nostro vissuto. Con lui impariamo a cogliere il dono di ogni momento.

Leggiamo insieme lentamente:

"Ogni momento e ogni evento della vita di ogni uomo sulla terra getta un seme nella sua anima. Come il vento trasporta migliaia di semi alati, così il flusso del tempo reca con sé germi di vitalità spirituale che si posano, impercettibili, nella mente e nella volontà degli uomini. In ogni situazione della vita la «volontà di Dio» ci si manifesta non meramente come dettame esterno di una legge impersonale, ma soprattutto come un invito interiore di amore personale.Troppo spesso il concetto corrente di «volontà di Dio» intesa come forza arbitraria, impenetrabile, che s’impone con implacabile ostilità, spinge gli uomini a perdere la fede in un Dio che è per loro impossibile amare. Così importante è l’idea che ci facciamo di Dio! Eppure nessuna idea che possiamo avere di Lui, per quanto pura e perfetta può esprimerlo quale Egli realmente è. L’idea che noi ci facciamo di Dio è più rivelatrice di noi stessi che di Lui.Dobbiamo imparare a capire che l’amore di Dio ci cerca in ogni situazione, e cerca il nostro bene. Il Suo amore inscrutabile è sempre alla ricerca del nostro risveglio. È vero che, poiché questo risveglio implica in un certo senso la morte del nostro io esteriore, noi lo temiamo nella misura in cui ci identifichiamo con questo io esteriore e restiamo ad esso attaccati. La mente prigioniera di idee convenzionali e la volontà schiava dei propri desideri non sono capaci di accogliere i semi di una verità poco familiare e di un desiderio soprannaturale. Come posso io ricevere i semi della libertà se sono innamorato della schiavitù, e come posso nutrire il desiderio di Dio se sono colmo di un altro e opposto desiderio? Devo imparare a «lasciare me stesso», per ritrovarmi, abbandonandomi all’amore di Dio. Se cercassi Dio, ogni evento ed ogni momento seminerebbero, nella mia volontà, grani della Sua vita, grani che un giorno fiorirebbero in una messe meravigliosa.

È l’amore di Dio che mi scalda nel sole, è l’amore di Dio che manda la pioggia gelida. 

È l’amore di Dio che mi nutre del pane che mangio, ed è Dio che mi nutre anche con la fame e il digiuno. 

È l’amore di Dio che manda i giorni d’inverno quando ho freddo e sono ammalato, e l’estate torrida quando sono affaticato e ho gli abiti inzuppati di sudore: ma è Dio che respira su di me con il vento appena percettibile del fiume, con la brezza del bosco. 

È l’amore di Dio che mi parla negli uccelli e nelle acque dei ruscelli, ma anche oltre il clamore della città Dio mi parla nei Suoi giudizi, e questi sono tutti semi mandati a me dalla Sua volontà.

Se essi metteranno radice nella mia libertà, se dalla mia libertà sboccerà il Suo volere, diventerò l’amore che Egli è, e la mia messe sarà la Sua gloria e la mia gioia.

Ed io crescerò assieme a migliaia e milioni di altre libertà nell’oro di un unico immenso campo che dà lode a Dio, un campo ricco di messe, ricco di grano. Se in ogni cosa io considero soltanto il caldo e il freddo, il cibo o la fame, la malattia o la fatica, la bellezza o il piacere, il successo e l’insuccesso o il bene e il male materiali che le mie opere mi hanno procurato per mia volontà, troverò vuoto soltanto, non felicità. Non sarò nutrito, non sarò sazio. Perché il mio cibo è la volontà di Colui che mi ha fatto e che ha fatto tutte le cose per darsi a me per mezzo loro.

La mia preoccupazione principale non dovrebbe essere quella di trovare piacere o successo, salute o vita o danaro o riposo o anche cose quali la virtù e la saggezza — ancor meno i loro opposti: dolore, fallimento, malattia, morte. Ma in tutto ciò che avviene, mio solo desiderio e mia unica gioia dovrebbero essere il sapere: «Questo, Dio ha voluto per me. In questo trovo il Suo amore, e nell’accettarlo io posso restituirGli il Suo amore, darmi con esso a Lui. Perché nel donarmi a Lui lo troverò ed Egli è la vita eterna»".



Commenti

  1. "Ogni momento e ogni evento della vita di ogni uomo sulla terra getta un seme nella sua anima. Come il vento trasporta migliaia di semi alati, così il flusso del tempo reca con sé germi di vitalità spirituale che si posano, impercettibili, nella mente e nella volontà degli uomini. In ogni situazione della vita la «volontà di Dio» ci si manifesta non meramente come dettame esterno di una legge impersonale, ma soprattutto come un invito interiore di amore personale"

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  2. ma è Dio che respira su di me ...
    Si
    Oggi respiro per SUA grazia
    I miei polmoni si riempiono d'aria per la SUA volontà!
    Basta soffermarmi su questo elementare processo fisiologico per capire com'è certosina la SUA azione di volermi a sè,di tenermi lieto,di usarmi.....per dare respiro a chi non"sa" respirare...
    Grazie papà

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  3. Ti benedico Signore perché mi hai cercata nella mia rabbia, nei miei silenzi, nel mio peccato ed io ti ho trovato lì, proprio in quei giorni che non avrei mai voluto vivere, in quella fame che mai avrei voluto provare. Ma benedetto tutto ciò che mi è accaduto perché solo facendo la tua volontà ho trovato conforto, luce,pane che nutre anche se non sazia, perché più ne mangio più ho fame di Te , mio Dio e mio Signore

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