Fede sorpresa





Più si scava e più si gusta luce, stupore, gioia, pace, profumo di eternità.

La Pasqua è l'evento che concentra in sé tutti gli eventi ricchi di vita che si possono desiderare.
In poco tempo e in uno spazio limitato, tanto divino è mescolato all'umano.

Vita, morte, vita: è la logica della Pasqua dove l'ultima parola è sempre Vita. 

Tanta sofferenza trasfigurata.
Tanto amore manifestato.
Tanta vita donata.

Aiutati dalla meditazione di Carlo Maria Martini, cogliamo insieme qualche aspetto prezioso di questo grande tesoro.

"Sulla figura di Maria di Magdala, che piange perché non trova il corpo morto del suo Signore e lo cerca con accani­mento dove non può essere, abbiamo riflettuto tante volte.

Maria è ciascuno di noi: di fronte al dolore, alle tragedie delle guerre siamo sfiduciati, scoraggiati, senza speranza, pen­sando specialmente ai più deboli e piangendo per loro; di fatto, piangiamo perché incapaci di vedere i segni del Risorto intorno a noi, perché non vediamo una via d’uscita dalle nostre angosce, dalle nostre inquietudini, dalle nostre disperazioni.

E Gesù si avvicina alla donna con infinita tenerezza: la chiama per nome, ricrea in lei la fede e la speranza, purifica la sua ricerca amorevole. Ma, soprattutto, le rivela che il Padre — cui si era sempre riferito come «mio» — è anche «Padre vo­stro», nostro, e che noi siamo fratelli di Gesù e tra noi: «Va’ dai miei fratelli».

Con la risurrezione di Cristo, la nostra relazione con Dio creatore e Signore è trasformata nella relazione filiale che è propria a Gesù, il Figlio.

Così, risollevata, illuminata, confortata, Maria di Magdala corre ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!».

Come vorrei che questo grido di gioia sorgiva, scoppiato dal cuore della donna, fosse oggi il grido di tutti noi che stiamo celebrando l’evento della risurrezione, il grido di tutte le no­stre comunità, di tutta la Chiesa, di tutta l’umanità! 
Come vor­rei che la Pasqua costituisse per noi un nuovo esodo dalla nostra condizione di fragilità e di peccato verso la condizione di figli che è la nostra vocazione, il nostro destino, la vocazione e il destino di tutti gli uomini! 
Come vorrei che la nostra fede non si stancasse mai di essere sorpresa, stupefatta, entusiasta e si traducesse in speranza coraggiosa e vibrante!

Mi piace concludere con una parola di sant’Agostino, che ci invita, malgrado tutto, a gioire e a cantare, pensando alla fe­licità piena che ci attende:

«O felice l’Alleluia di lassù!
Là loderemo Dio e qua lodiamo Dio;
ma qui negli affanni, là nella sicurezza;
qui nell’attesa della morte,
là nella certezza di vivere sempre;
qui nella speranza, là nella realtà;
qui sulla via, là nella patria.
Or dunque cantiamo, fratelli miei,
non nella dolcezza del riposo ma per alleviare la fatica…
Canta, ma cammina; va avanti nel bene, avanza nella fede,
avanza nella virtù. Canta e cammina»".

Celebrare ancora una volta 
la Pasqua di Gesù e Pasqua nostra
ricrea la fede e la speranza;
rivela che il Padre è "nostro";
trasforma in relazione filiale il nostro rapporto con Dio. 

Commenti

  1. Il Padre è NOSTRO
    Aiutami nell'amore comune,a condividere tutto;aspirazioni,preoccupazioni;esperienza;vissuto..
    Ma ANCHE TE!
    La TUA vicinanza di prossimità,attraverso la mia mano che dona!
    Amen

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  2. "Canta, ma cammina; va avanti nel bene, avanza nella fede". Vieni Signore perché il mio cuore solo dinanzi a Te canta le sue lodi, trovando gioia vera, prendimi per mano e sostienimi nel cammino, verso il bene dei fratelli, soffia con il tuo Spirito e ravviva il mio abbandonarmi tra le tue braccia

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  3. Lungo il cammino che porta a Te Padre ,
    cantiamo la nostra
    Speranza,
    la nostra
    Vita

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  4. Come vorrei che questo grido di gioia sorgiva,
    scoppiato dal cuore della donna,
    fosse oggi il grido di tutti noi
    che stiamo celebrando l’evento della risurrezione,
    il grido di tutte le no­stre comunità,
    di tutta la Chiesa, di tutta l’umanità!
    Come vor­rei che la Pasqua costituisse per noi
    un nuovo esodo dalla nostra condizione di fragilità e
    di peccato verso la condizione di figli
    che è la nostra vocazione,
    il nostro destino, la vocazione e il destino di tutti gli uomini!
    Come vorrei che la nostra fede non si stancasse mai di essere
    sorpresa, stupefatta, entusiasta e
    si traducesse in speranza coraggiosa e vibrante

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