Dio in me


In un mondo parolaio e chiassoso urge cercare semplicità e quiete.

"Occorrono molte parole per non dire nulla o per dire ciò che non si pensa;
all’Essere ne basta una per esprimersi completamente", è scritto nel testo che fra poco leggermo.
Riconosciamo subito la verità di queste parole.

Un senso di vuoto, di inconcludenza, fa capolino nelle nostre giornate per ricordarci che non tutto è vitale, non tutto ciò dona pienezza, sazietà vera. 

Troppe parole feriscono le nostre orecchie e confondono il nostro cuore.
L'esperienza spirituale di ogni tempo indica una terapia: il silenzio della preghiera. 

Una pagina di Augustin Guillerand, monaco certosino francese 
(1877-1945), ci mostra la preziosità della preghiera interiore.

"Bisogna abituarsi a pregare in ogni luogo come in ogni tempo. Il luogo della preghiera è l’anima... e Dio che l’abita. 
« Quando tu preghi - dice Gesù - entra nella camera intima e ritirata della tua anima, rinchiuditi in essa e parla al tuo Padre, il cui sguardo amante cerca il tuo sguardo ».
Ecco il vero tempio, il santuario riservato. Lo si porta con sé; si può continuamente o trattenervisi o rientrarvi ben presto dopo qualche uscita.
Bisogna farne un luogo appropriato; bisogna ornarlo; il grande ornamento è Dio stesso, che deve ritrovarvi i suoi tratti, cioè le sue perfezioni. 
Partecipate dalla nostra anima, esse prendono il nome di virtù. L’anima che le porta è bella della bellezza divina; è « perfetta come è perfetto il Padre celeste ».
« Come » non vuol dire « altrettanto ». Questa parola non implica l’uguaglianza, essa esprime la rassomiglianza. 
Le virtù ci rifanno all’immagine di Dio, all’immagine del divin Figlio che è venuto a praticarle su questa terra per mostrarci i tratti divini.
In questo santuario riservato, nuovo cielo e regno di Dio, devono regnare la solitudine e il silenzio. Dio è solo con Se stesso. Le Persone divine non feriscono questa solitudine ma la costituiscono. 
L’Amore che anima le Persone divine le chiude a tutto ciò che non è Esso stesso: la città è immensa, ma chiusa, e Dio solo l’occupa, Egli è «tutto in tutti ».
L’anima che prega deve riprodurre questa solitudine: colmarsi di essa, rigettare tutto il resto. Il colloquio che allora si avvia è « Silenzio ». Parola e silenzio non si oppongono.
Ciò che si oppone al silenzio sono le parole, è la molteplicità.
Si confonde il silenzio dell’Essere con il silenzio del nulla. Ma il nulla non sa né parlare né tacere; non sa che agitarsi e mascherare, con dei movimenti superficiali, il vuoto che è in esso. Parole delle labbra alle quali non corrisponde alcun pensiero; atteggiamenti del corpo, mimica del volto che non traducono alcuna realtà... o che, propriamente, mentono: ecco il linguaggio del nulla. Ed è questo che lo moltiplica. Occorrono molte parole per non dire nulla o per dire ciò che non si pensa;
all’Essere ne basta una per esprimersi completamente.
È verso questa unità che noi tendiamo quando ci siamo rinchiusi in Dio. Egli è divenuto tutto, noi glielo diciamo... 
e non sappiamo più dire altra cosa. 
È il silenzio dell’anima rientrata in se stessa e posseduta da Colui che essa trova. Era il silenzio delle lunghe notti di Gesù passate su qualche monte nella sua « preghiera di Dio ». Era il silenzio del Getsemani o del Calvario, spezzato da qualche parola rivolta a noi".

Il nostro monaco riassume lo spirito di questo mondo di pregare così:
"La preghiera dice essenzialmente:
« Mio Dio, questo istante è tuo; la luce che me lo mostra è tua, l’intelligenza che lo vede è tua, lo slancio del cuore che riconosce ciò e ringrazia è tuo, la relazione vivente che si stabilisce attraverso questo istante è tua; ... tutto è tuo, ... tutto ciò che è in me e tutto ciò che è fuori di me... tutti gli esseri e i loro movimenti, tutto il mio essere e la sua attività ... ; senza di te Nulla. 
Al di fuori di te non vi è che il Nulla; al di fuori dell’Essere non si ha che ciò che non è »".



Commenti

  1. Sei dentro e fuori, sei acqua che mi bagna, sei mani che ti toccano, sei fuoco che brucia, sei anima incendiata, sei in me ed io in Te, e il paradiso è già qui.

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  2. Luogo appropriato.
    Si.
    Il mio cuore intriso di TE,è questo il luogo per eccellenza.
    Da esso poi partono le mie azioni abbracciare,sedare,convincere,maturare,comportamento,indicare.......DONARE!
    Raffinami al fuoco della TUA Parola,del TUO donarTI! Rendimi più incline alla scrutatio.
    Rendimi generatore di speranza.
    Amen

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  3. Il Padre che cerca il mio sguardo,lui che volge su di me il suo volto ,mi sento onorata mi vedo preziosa ,mi riempie di gioia

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