Dove sono ora?


che frequentiamo poco.

Dove sono qui ed ora,
è una domanda da farsi 
di tanto in tanto.

Essere presenti a sé stessi è un paziente lavoro che richiede l'umiltà di fermarsi e osservare.

Osservare, senza giudicare, come mi sento, cosa si muove in me, quali pensieri mi influenzano, dà la possibilità di rendersi conto dove si trova la nostra vita in un momento preciso della nostra giornata.

Fermarsi... respirare... sentire... osservare i propri pensieri...

A che serve? 
A vivere con consapevolezza. 

Vivere sapendo di vivere.
Vivere più in profondità 
la nostra storia personale.

Christophe André, psichiatra e insegnante di meditazione, ci suggerisce qualche accorgimento 
e un piccolo esercizio:

"È sorprendente osservare quanto spesso siamo assenti a noi stessi. 
Non si tratta di riflettere sulla propria vita, ma di rivolgersi a quella conoscenza di sé semplice, solidale, che consiste nel sapere regolarmente dove siamo, qui e ora. 
In che stato è il nostro corpo: 
è teso, contratto, calmo? 
E dove si trova la nostra mente: 
nella realtà dei fatti, o nella sfera virtuale dei nostri pensieri?
Quante volte al giorno ci fermiamo per porci la seguente domanda: 
«Che cosa sta succedendo dentro di te, in questo momento?» 
E quanto tempo ci concediamo per rispondere? 
È strana, questa trascuratezza nei confronti di noi stessi.
Attenzione, non si tratta di essere sempre centrati su se stessi, 
come un ipocondriaco impensierito 
da ogni rumore del suo corpo, 
o un narcisista perennemente preoccupato del suo aspetto. 
Si tratta invece di comportarsi 
da essere umano che rispetta se stesso, e che si concede regolarmente il tempo di ascoltarsi e comprendersi.
Immaginate una coppia nella quale nessuno dei due coniugi domandasse mai all’altro «come stai?», in particolare nei momenti di dubbio, di sofferenza, di difficoltà... In questa strana coppia che formiamo con noi stessi, prendiamoci il tempo di interrogarci schiettamente, animati da un senso di complicità.
L’esercizio consiste nel connetterci 
a tutto ciò che compone la nostra esperienza interiore... 
Senza cercare di giudicarla né di modificarla, almeno in un primo tempo...
Quando farlo? 
Ogni volta che si dubita, 
che ci si sente deboli, inquieti, 
che si fa fatica a portare a termine qualcosa, a concentrarsi, 
a capire cosa sta succedendo... 
o semplicemente ogni volta che non si ha niente di preciso o di urgente da compiere...
Allora, ci si ferma, e si osserva...
Si osserva dapprima la respirazione,
si percepiscono i movimenti del respiro...
Poi ci si rende presenti a tutte le proprie sensazioni corporee, piacevoli o spiacevoli che siano...
Presenti alla natura dei nostri pensieri, alle immagini che si sono affacciate alla nostra mente. Presenti alle sensazioni emotive: come si traducono nel nostro corpo?
Fermarsi... respirare... sentire... osservare i propri pensieri...
Ecco, adesso sappiamo un po’ meglio dove siamo adesso, e in quale stato ci troviamo. E forse potremo comprendere meglio cosa fare... sempre che ci sia qualcosa da fare...
Perché questo momento di vicinanza con noi stessi è spesso un momento di giudizio, consapevolezza..."

Commenti

  1. Fermarsi... respirare... sentire... osservare i propri pensieri...
    Si
    Tutto di corsa.........Ma per cosa?
    Gustare il momento presente dà completezza a quell'azione ,fatto che vivo;
    il prima c'è già stato,il dopo ,poi verrà.......
    A questo lavoro continuo ci voglio "stare";
    soffermarmi sul momento che vivo;senza PRE--occuparmi del dopo.
    Amen

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  2. Fermarsi... respirare... sentire... osservare i propri pensieri...
    Vivere nella consapevolezza
    Di ciò che ci succede dentro
    In compagnia di me stessa
    Non fuori di me
    In una corsa che mi disorienta
    Che mi porta lontano da me stessa
    Che mi crea disagio interiore
    Fastidio e dolore
    Fermati poniti quslche domanda
    Riappropriati di te stessa

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  3. "Immaginate una coppia nella quale nessuno dei due coniugi domandasse mai all’altro «come stai?», in particolare nei momenti di dubbio, di sofferenza, di difficoltà... In questa strana coppia che formiamo con noi stessi, prendiamoci il tempo di interrogarci schiettamente, animati da un senso di complicità."
    Verissimo, quante volte succede nella coppia... Rapiti dal "presente" dai tanti impegni, dal lavoro, dalle preoccupazioni, dagli "attacchi", dai propri hobby, non ci si ferma a riflettere sulla propria vita di coppia... e neanche sulla propria vita; gli effetti possono essere, talvolta, devastanti.
    Partire da una conoscenza sempre più intima di sé stessi lasciandosi guidare, interrogare stravolgere da Dio dev'essere meraviglioso, in tutti gli stati di vita in cui uno si trovi.
    Grazie per questa meditazione.

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  4. "Quando farlo?
    Ogni volta che si dubita,
    che ci si sente deboli, inquieti,
    che si fa fatica a portare a termine qualcosa, a concentrarsi,
    a capire cosa sta succedendo... "
    È il più grande atto di bene per se stessi, percepire un disagio, fermarsi e conoscere cosa sta succedendo dentro, non fuori, perché ciò che mi fa stare male non è la realtà che è fuori, ma i conflitti che ho dentro. Illuminami Signore, perché più conosco me, più vivo di Te

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