Innocenza

L'esperienza della colpa, la consapevolezza dell'errore, ci toglie l'innocenza, ci apre la via alla sfiducia in noi stessi e nella nostra storia.

Ritenerci innocenti, avere la libertà del cuore e la luce negli occhi, che rende bello e possibile ripartire dopo ogni errore, è un'illusione?

La Bibbia dice che è il Signore a renderci innocenti, è lui che ricopre il nostro peccato con la sua misericordia.

Anna Lécu, suora domenicana autrice di testi di spiritualità, ci accompagna, con sapienza biblica a scoprire questa dimensione essenziale della spiritualità evangelica.

"Il segreto di Dio è la sua misericordia. Dio che è inattaccabile dal male (la Bibbia parla di "collera di Dio") si lascia attaccare e scoprire per restituirci l'innocenza. Il primo povero è il nostro Dio. La misericordia di Dio è generosa e gioiosa. Non è la commiserazione del ricco che si piega sul povero. Gesù si fa uno di noi affinché possiamo finalmente credere che gli assomigliamo. Prende su di sé la dissomiglianza per lasciarsi la sua somiglianza. Sì, amico lettore, non è, questo, sconvolgente? I Padri del deserto e i Padri della Chiesa hanno letto nella Bibbia questa verità e ce l'hanno trasmessa. Seguendo la loro interpretazione, è possibile seguire un filo che porta dalla Genesi all'Apocalisse: gioiosa lettura vagabonda fatta per essere condivisa con altri e arricchita insieme. Seguendo questo filo ho scoperto l'opposizione che c'è fra colui che «scopre la nudità» dell'altro, la sua colpa, la giudica e la proclama, e colui che invece, misericordioso, «ricopre la nudità» dell'altro, le getta un velo sopra o offre una veste, non la giudica e tace. È possibile che con questo silenzio il misericordioso, come dice san Paolo, «dia compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24). Portando la colpa dell'altro, sopportandola segretamente, velandola, egli evita che altri ne portino il peso. Gesù ci ha ricoperti una volta per sempre con la sua tunica e ha perdonato una volta per sempre quello che c'era da perdonare. Egli ne ha portato il peso da solo, ne ha pagato il prezzo. La tunica senza cuciture di Gesù, offertaci una volta per sempre all'ora della sua morte, ci ha definitivamente rivestiti di «una veste candida» (Ap 7,9), cioè di se stesso: è lui la veste.Nessun innamorato, nemmeno al culmine della sua passione, si infiamma per la sua amata con lo stesso ardore che ha Dio per la salvezza delle nostre anime [...]. Quando si è fatto uomo, avendo trovato quella che doveva sposare svestita e in un contegno sconveniente, la avvolse con un mantello candido, splendente e glorioso come nessuna parola e nessun pensiero potrebbero descriverlo. Come dire? Ci ha rivestiti di se stesso, come di una veste. Bisogna dire questo a coloro che non l'hanno ancora sentito dire. Bisogna dirlo a coloro che si sentono indegni e non osano credere. Non è il caso di piegarsi sui propri errori, peccati e colpe. Li conosciamo già. Basta così. Ciò che si deve fare, se crediamo in Gesù, è annunciare la sua misericordia «Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire» (Sal 34,6). Davanti a lui, noi siamo innocenti".