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Visualizzazione dei post da marzo, 2025

Tranquilli

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Carlo Maria Martini, in una meditazione sulla virtù della fortezza, ci permette di riflettere su un paradosso che ci accompagna tutta la vita: siamo forti e fragili, perdenti e vittoriosi, tranquilli e timorosi. Torna in mente l'apostolo Paolo con una sua definizione che ci aiuta a mettere chiarezza in questo paradosso: "Portiamo un tesoro prezioso in fragili vasi di creta" (2Cor 4,7). Leggiamo insieme: «Possiamo essere forti, fermi, coraggiosi e resistenti solo a partire dal fatto che siamo fragili. Ciascuno di noi è fragile corporalmente ed è vulnerabile psicologicamente. Abbiamo dentro di noi un fondo di timore, di paura, un senso di disagio e di diff i coltà, per quanto ci sforziamo di nasconderlo. La vulnerabilità fisica e psicologica è parte della natura umana. D’altra parte, se non ci sapessimo vulnerabili, non riusciremmo mai a essere coraggiosi, a crescere nella fortezza: saremmo spavaldi, millantatori. Forte è colui che sa di essere debole, che conosce la propri...

Sete

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Antonella Lumini, eremita di città a Firenze, ci accompagna con semplicità a riscoprire la forza e la bellezza del fermarsi, del riposo nel senso con cui lo insegna la Bibbia. Parole come silenzio, meditazione, calma, preghiera profonda, vanno rinverdite nel nostro cuore e nella nostra considerazione quotidiana. C'è la sete di infinito e di felicità piena che in noi non è mai sazia ed è la spina nel fianco che ci impedisce di rassegnarci a felicità illusorie e a breve scadenza. Non potremo mai rassegnarci alla superficialità e stare in pace.  Nessuna felicità ci basterà senza che la attingiamo nel profondo di noi stessi e nel cuore della nostra esperienza spirituale. La nostra sete ha la sua acqua promessa. Leggiamo insieme: «La parola vera sgorga dall’ascolto e l’ascolto chiede silenzio. "Parola e silenzio, infatti, non si contraddicono, ma nascono l’una dall’altro e si nutrono reciprocamente". Parola e silenzio sono fra loro complementari come lo sono l’espiro e l’inspi...

Fondamento

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Ancora una pagina suggestiva di Frédéric Lenoir, sociologo  e filosofo francese. Due valori che stanno a fondamento di una vita vissuta in atteggiamento positivo e grato: la fiducia, benzina del nostro cammino quotidiano; l'amore, origine e meta di ogni cosa che esiste. Se ci sembrano parole troppo alte e lontane dalla realtà è segno che abbiamo bisogno di riscoprirle come nuovi punti di partenza. Se ci sono familiari, meditando le nutriremo e le rafforzeremo ulteriormente. "Per vivere pienamente è necessario avere fiducia nella vita, in se stessi e negli altri. Un bambino cresce soltanto se ha fiducia nei genitori. La fiducia non è un affidarsi ciecamente e ingenuamente, ma un atteggiamento dello spirito che mi permette di andare avanti dominando le paure, consentendomi di trarre sostegno dalle mie risorse o dall’aiuto di altri, per superare i miei limiti… crescere… e andare verso l’ignoto.  Mi supporta nel considerare il meglio, invece di temere sempre il peggio… nell’assume...

Si alla vita

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La vita è lotta. È piena di cose e momenti che rifiutiamo. È ricca di situazioni che desideriamo. Rischiamo di vivere in un continua fuga da ciò che non ci piace e in un continuo inseguimento di ciò che desideriamo. Serve fermarsi e cambiare atteggiamento, stile di vita, per evitare l'affanno del correre senza magari essere consapevoli del  motivo profondo che ci spinge a farlo. Una riflessione di Frédéric Lenoir, sociologo e filosofo francese, ci può aiutare a fermarci per fare il punto  su questo aspetto del nostro vivere. In una delle sue meditazione guidate scrive: "Molto spesso ci capita di rifiutare un evento esteriore – un fallimento, un ostacolo, una prova della vita – o interiore, come uno stato emotivo. In questo modo, però, non facciamo che accrescere la sofferenza. Di fronte a un fatto esterno o interno, l’atteggiamento migliore da assumere consiste nell’accoglierlo, riconoscerlo, accettare la sua presenza, senza negarlo. Poi proverò a gestirlo al meglio. Distingue...

A mani vuote

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Tutto passa. Siamo di passaggio. Ognuno di noi, da bravo filosofo,  sa trarre queste conclusioni dalla propria esperienza. Davanti ad una nascita o ad una morte il nostro cuore si concentra  sull'essenziale. Don Primo Mazzolari (1890-1959) in questa poesia-preghiera ci ricorda che ognuno di noi nasce e muore a mani vuote. L'immagine delle mani vuote ispira umiltà, attenzione alla fragilità della nostra esistenza. Leggiamo insieme: "Egli viene. E con Lui viene la gioia. Se lo vuoi, ti è vicino. Anche se non lo vuoi,  ti è vicino. Ti parla anche se non parli. Se non l’ami,  egli ti ama ancor di più. Se ti perdi,  viene a cercarti. Se non sai camminare,  ti porta. Se tu piangi,  sei beato perché lui ti consola. Se sei povero,  hai assicurato il regno dei cieli. Se hai fame e sete di giustizia,  sei saziato. Se perseguitato  per causa di giustizia, puoi rallegrarti ed esultare. Così entra nel mondo la gioia, attraverso un bambino  che n...