Tranquilli
Carlo Maria Martini, in una meditazione sulla virtù della fortezza, ci permette di riflettere su un paradosso che ci accompagna tutta la vita: siamo forti e fragili, perdenti e vittoriosi, tranquilli e timorosi.
Torna in mente l'apostolo Paolo con una sua definizione che ci aiuta a mettere chiarezza in questo paradosso:
"Portiamo un tesoro prezioso in fragili vasi di creta" (2Cor 4,7).
Leggiamo insieme:
«Possiamo essere forti, fermi, coraggiosi e resistenti solo a partire dal fatto che siamo fragili.
Ciascuno di noi è fragile corporalmente ed è vulnerabile psicologicamente. Abbiamo dentro di noi un fondo di timore, di paura, un senso di disagio e di diff i coltà, per quanto ci sforziamo di nasconderlo. La vulnerabilità fisica e psicologica è parte della natura umana.
D’altra parte, se non ci sapessimo vulnerabili, non riusciremmo mai a essere coraggiosi, a crescere nella fortezza: saremmo spavaldi, millantatori. Forte è colui che sa di essere debole, che conosce la propria fragilità e ne prende coscienza.
Il primo gradino della fortezza cristiana non è di stringere i denti, bensì di prendere umilmente consapevolezza della propria debolezza.
In proposito ricordiamo alcune parole di Gesù:
* “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno” (Lc 12, 32). `Piccolo gregge’ è un gruppo di pecore inermi, vulnerabili, che si trovano in mezzo ai lupi.
* E l’apostolo Paolo riprende il concetto di fragilità quando dice: “Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio” (2Cor 4, 7).
La vulnerazione più grave cui l’uomo è esposto, è la morte. La paura della morte è dunque la madre di tutte le paure, perché si esprime anche riguardo a ciò che, in qualche maniera, anticipa la morte: dolori, disgrazie, malattie.
Noi rifuggiamo non solo da ogni messaggero della morte fisica, ma pure dai messaggeri della morte di noi come persone civili e sociali: ci ripugnano le umiliazioni, abbiamo paura delle accuse, delle calunnie, della carcerazione, della solitudine, degli abbandoni. E queste paure possono giungere fino al suicidio.
Ora, la fortezza è la capacità di guardare a tutti i tipi di “messaggeri” senza panico;
non perché non siano dei mali (lo sono; e talora gravissimi, umanamente definitivi), ma perché li consideriamo in vista di un bene più grande, di una certezza più grande, di una forza più grande di noi. San Paolo, dopo aver ricordato che “abbiamo questo tesoro in vasi di creta”, descrive le nostre forme di fragilità: “tribolati da ogni parte, sconvolti, perseguitati, colpiti”. Ma noi resistiamo affinché “la vita di Gesù di manifesti nel nostro corpo” (cf 2Cor 4, 7.8.11). Dunque, in noi opera la morte, però noi abbiamo fiducia in Dio.
La fortezza cristiana non è semplicemente una forma di audacia, non è un chiamare a raccolta tutte le forze psicologiche e morali per compiere un atto eroico. È, anzitutto, un abbandonarsi in pace a Dio e alla sua vittoria, è distensione del cuore e pace della mente. Beati noi quando avremo imparato davvero che cos’è la fortezza cristiana! Leggiamo nel libro dell’Esodo:
“Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: `Voglio cantare in onore del Signore, perché ha mirabilmente trionfato, ha gettato in mare cavallo e cavaliere” (15, 1-2). Il canto, molto bello e che potreste pregare, esprime l’esultanza di un popolo che era pieno di paura, spaventato dalla propria inadeguatezza, assolutamente impreparato ad affrontare la moltitudine dell’esercito egiziano, di un popolo a cui però Mosè aveva detto: “Il Signore combatterà per voi e voi starete tranquilli” (Es 14, 14). Il popolo aveva creduto alle parole di Mosè e, dopo la vittoria, esulta e loda il Signore.
Dunque, la fortezza cristiana è tranquillità d’animo pur in situazioni che indurrebbero alla paura».
🙏🙏🙏
RispondiEliminaSono fragile e vulnerabile, Signore. Donami la Fortezza di rimanere ferma nel tuo Amore, in ogni tempo e in ogni luogo, per continuare il cammino verso l'Eternità
RispondiEliminaIl primo gradino della fortezza cristiana non è di stringere i denti, bensì di prendere umilmente consapevolezza della propria debolezza.
RispondiEliminaSi
Aiutami in questo!
Sono debole.......
sono forte in TE!
Amen
Ciascuno di noi è fragile corporalmente ed è vulnerabile psicologicamente. Abbiamo dentro di noi un fondo di timore, di paura, un senso di disagio e di diff i coltà, per quanto ci sforziamo di nasconderlo. La vulnerabilità fisica e psicologica è parte della natura umana.
RispondiEliminaD’altra parte, se non ci sapessimo vulnerabili, non riusciremmo mai a essere coraggiosi, a crescere nella fortezza: saremmo spavaldi, millantatori. Forte è colui che sa di essere debole, che conosce la propria fragilità e ne prende coscienza.
Mi ricordo S Paolo: Quando sono debole, è allora che sono forte(2Cor 12,10)
RispondiEliminaLa mia debolezza diventa la mia forza perché tu sei forte per me, perché tutto ciò che combatto e vinco è nel nome tuo, non nel mio, per la tua potenza, non per la mia, per la tua grazia, perché io sono una tua creatura