Non so pregare


A proposito della preghiera, l'imbarazzo, di non essere capace 
di pregare come si deve, 
abita nel cuore di ogni credente.

C'è una parte della preghiera 
che ci sfugge.
Non è solo esperienza umana. 

Facilmente ricorriamo a preghiere scritte da altri, più sicure, che ci tolgono dalla difficoltà.

Da dove si comincia?
"Comincia lì dove sei, nella situazione in cui sei, con l’incapacità che ti ritrovi", ci risponde suor Chiara Amata Tognali, monaca di clausura.

In una pagina ricca di sapienza, che meditano insieme, la monaca ci aiuta ad andare oltre la difficoltà iniziale.

«Molte volte ho sentito esprimere questa obiezione: “Io non so pregare”. Quando non è un modo per dire che la preghiera non mi interessa, considero questa affermazione un segno buono. Fa pensare che la persona in questione, a pregare ci abbia provato, ma qualcosa le ha fatto concludere che la sua preghiera non andava bene, non era quello che avrebbe dovuto essere. 
Questo benedetto “dovrebbe essere” a volte ci frega completamente, ci fa perdere di vista il semplice “essere” e non sto parlando di metafisica, ma di esistenza concreta. Il fatto è che pregare non richiede performance particolari, richiede solo di seguire quella scintilla che il Signore ha acceso nel nostro cuore. Di ascoltare quella parola risuonata in noi.
Concretamente: comincia lì dove sei, nella situazione in cui sei, con l’incapacità che ti ritrovi. Il Signore non ci chiede di saper pregare, ci chiede di pregare. 
Il segreto della preghiera, se c’è, è quello rivelato nella Lettera di san Paolo ai Romani:
"lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti
come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio" (Rm 8,26-27).
Il punto di partenza è la nostra debolezza, la nostra posizione in bilico fra desiderio e incapacità; intuiamo grandi cose e siamo intrappolati nelle piccole, vorremmo pregare e ci sentiamo inadeguati. Credo sia bene saperlo: quella che san Paolo chiama “debolezza”, è la nostra verità e se non la accettiamo andrà a finire che pregheremo come il fariseo della parabola di Gesù: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano» (Lc 18,11). Non si rende neppure conto di essere ridicolo nella sua preghiera. «Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”» (Lc 18,13). Il commento di Gesù è illuminante: «Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato» (Lc 18,14). Cioè libero e lieto nella sua relazione con Dio. Sapeva pregare? Secondo Gesù sì, la sua era vera preghiera. Se l’avessimo chiesto a lui forse avrebbe detto: «Io non so pregare, sono un peccatore, non un sant’uomo come il fariseo che prega là davanti!».
Quando diciamo: io non so pregare, diciamo una cosa vera, ma non diciamo tutto il vero. Dimentichiamo lo Spirito del Signore, pronto ad irrompere dentro di noi, e dimentichiamo di chiedere il perdono di Dio: «O Dio, abbi pietà di me peccatore», come ci insegna il pubblicano della parabola.
«Vieni, santo Spirito» e «Abbi pietà di me»: così ci si introduce nella preghiera, così si resta nella preghiera, così si esce dalla preghiera. La nostra debolezza non sarà mai un ostacolo all’incontro con Dio se invochiamo lo Spirito, colui che sempre ci sta accanto e intercede per noi. Lui, che conosce i nostri cuori e i disegni di Dio, ha il potere di trasformare in forza la nostra debolezza, di far risuonare armonia laddove noi cogliamo solo caos; di farci uscire dalla preghiera perdonati fin nel midollo».

Commenti

  1. Il punto di partenza
    è la nostra debolezza,
    la nostra posizione in bilico
    fra desiderio e incapacità;
    intuiamo grandi cose
    e siamo intrappolati
    nelle piccole,
    vorremmo pregare
    e ci sentiamo
    inadeguati.

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  2. Pregare non richiede performance particolari, richiede solo di seguire quella scintilla che il Signore ha acceso nel nostro cuore. Di ascoltare quella parola risuonata in noi.

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  3. Pregare è stare
    vivere
    passeggiare
    agire
    pensare
    stando in compagnia
    stando in compagnia
    del mio Dio.
    io cammino con Lui
    penso con Lui
    parlo con lui
    Lui sta e lo sento
    sempre vicino a me
    per me questa
    è preghiera

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  4. A proposito
    Della preghiera
    Del fermarsi
    Del contemplare
    Del tempo per stare solo in TE
    Del seguire i tuoi passi
    Dell'abbracciare il mio ...non amico
    .....
    Oggi mi fermo qui.
    Apri il mio cuore ❤️
    Amen

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  5. ...mettersi davanti
    a Te
    è già pregare

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