Serve pregare?


Serve pregare?

È una domanda che ci imbarazza sempre.

Se non capiamo l'utilità di una cosa facilmente finiamo per non farla.

La preghiera spesso si arena su questa domanda che difficilmente trova una risposta.

Una risposta la tenta Chiara Amata Tognali, monaca di clausura.

È più che una risposta, è un invito ad andare oltre la domanda.

Scrive:

"Mettiamoci il cuore in pace: no, la preghiera non serve a niente.
Non ci consentirà di controllare il nostro destino, né quello degli altri. Non costringerà Dio a darci quello che vogliamo, non indurrà gli altri a conversione, non ci farà sentire rilassati e sereni. Sgombrato il campo da questi equivoci, abbastanza comuni, veniamo nuovamente all’interrogativo del titolo: serve a qualcosa pregare?
Per rispondere suggerisco qualche rimando alla nostra esperienza quotidiana: a cosa serve tutta la bellezza profusa ad esagerazione nella natura? A cosa serve l’amore che portiamo in cuore, l’amore che le altre persone ci donano ogni giorno? A volte ci complica solo la vita.
Ho letto una volta questo racconto: un uomo e una donna si amavano molto, ma erano poverissimi. Lei aveva splendidi capelli che teneva con cura, lui aveva una pipa e gli piaceva tenerla in bocca, anche se non poteva mai permettersi il tabacco. Venne il loro anniversario di matrimonio ed entrambi pensarono al regalo che potevano fare. Lei vendette la sua splendida chioma e acquistò del tabacco per la pipa di lui. Lui vendette la sua pipa e comprò un pettine ornamentale per i capelli di lei.
Un finale disastroso: restarono senza pipa, con un pettine e del tabacco ormai inutili.
Eppure.
Non sono forse gesti come questi che rendono viva la vita?
La preghiera si colloca qui, nell’ambito delle azioni inutili e preziose. Troppo preziose per poterle valutare.
Anche nella Bibbia si raccontano azioni inutili. Nel Secondo libro di Samuele, in tempo di guerra:
Davide ebbe un desiderio e disse: «Se qualcuno mi desse da bere l’acqua del pozzo che è vicino alla porta di Betlemme!». I tre prodi irruppero nel campo filisteo, attinsero l’acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la presero e la presentarono a Davide, il quale però non ne volle bere, ma la sparse in onore del Signore, dicendo: «Non sia mai, Signore, che io faccia una cosa simile! È il sangue di questi uomini, che sono andati là a rischio della loro vita!». Non la volle bere (2Sam 23,15-17).
Inutile il gesto di questi prodi che rischiano la vita per un capriccio del re, e cosa dire del gesto di Davide che spreca l’acqua versandola per terra?
Eppure. Questo episodio è narrato due volte nella Bibbia (l’altra è in 1Cr 11,17-19), senza commenti.
Un episodio simile e celeberrimo lo troviamo nel vangelo (qui Mt 26,6-13):
Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre egli stava a tavola. I discepoli, vedendo ciò, si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco? Si poteva venderlo per molto denaro e darlo ai poveri!». Ma Gesù se ne accorse e disse loro: «Perché infastidite questa donna? Ella ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. Versando questo profumo sul mio corpo, lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà annunciato questo vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ella ha fatto».
Questa donna ha compiuto un gesto gratuito, non calcolato né calcolabile. Non ha salvato Gesù dalla morte e ha sprecato il profumo con un uso sconsiderato. Eppure Gesù lo apprezza così tanto che, caso unico nel vangelo, ne profetizza il ricordo perenne. Forse ha colto in quell’umile atto di amore il medesimo fuoco interiore che bruciava nel suo cuore, vicino ormai a spaccarsi sulla croce per amore di quegli amici un po’ rozzi e insipienti.
Perché do tanto spazio al racconto di gesta lontane? Perché non riesco in un altro modo a collocare la preghiera nella giusta luce.
Serve a qualcosa pregare? Se la mia preghiera assomiglia in qualche modo alle azioni narrate sopra, credo di sì. Se non ci assomiglia per nulla, direi proprio di no.
Ma le storie d’amore che ho riportato rendono inutili anche le mie considerazioni, perché parlano con la forza della vita e mi inducono a concludere che le cose inutili sono le più preziose. Sono quelle che vale la pena di fare. Pregare è la prima di queste e quindi non è lecito chiedersi se serve a qualcosa. Gesù pregava, Maria pregava, i santi e le sante pregavano. Ora è il nostro momento".
 

Commenti

  1. "Mettiamoci il cuore in pace: no, la preghiera non serve a niente."
    Accogli Signore l'inutilità delle mie parole e delle mie azioni, trasformarle Tu in relazione d'amore verso Te e verso gli altri

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    Risposte
    1. Signore , fa che il mio cuore si trasformi in un albero il cui frutto sia solo amore , amore da donare agli , sempre🙏🙏🙏

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  2. Pregare
    invocare, chiedere, richiedere, domandare, implorare, supplicare, scongiurare, raccomandarsi, invitare, rivolgersi a Dio

    Da questo pallido elenco da me descritto,possiamo ,a mio avviso,TROVARE le motivazioni giuste,di volta in volta.
    Pregare è stare qui,stamane,scrivendo queste quattro righe.........
    Altrimenti....farei altro...
    Scegliere di intrattennermi con TE è altro...
    Donami la costanza nel frequentarti.
    Amen

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  3. Serve pregare come serve la bellezza della natura, come serve l'amore del nostro cuore... serve, ma non come lo intendiamo noi... pregare è un servizio, è al servizio dei miei occhi, dei miei sensi, del mio cuore... pregare mi fa bene e mi fa fare del bene...

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  4. Pregare e l'atto checi fa' stare più vicino al padre e lì che siamo più vicini a lui🙏🙏🙏

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