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Accogliere le sensazioni

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Chi siamo? Chi sono? Il mio corpo è il mio primo  biglietto da visita. Dice qualcosa di me. Ma non ci si può fermare  a questa prima visione  per conoscere veramente. Il mio corpo, in ogni caso, parla prima di tutto a me. Devo imparare ad ascoltare  ciò che ha da dirmi. Devo imparare ad ascoltare il mio corpo. Può aiutarmi in questo la meditazione. Christophe André, psicoterapeuta e insegnante di meditazione, ci indica una pista semplice per imparare ad ascoltare il nostro corpo. "Si pensa spesso alle pratiche meditative come a pratiche intellettuali, trascurando l’importanza fondamentale del corpo per la meditazione. In Occidente, meditare significa per lo più «riflettere in maniera approfondita su un argomento», come fanno i filosofi quando pensano alla vita, alla morte, o alla vanità di tutte le cose terrestri. Ma nella meditazione di piena coscienza, della quale parliamo in queste pagine, si medita con tutta la persona, dunque con tutto il corpo. Perché? Perché

Dove sono ora?

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Il "qui e ora" è un luogo interiore  che frequentiamo poco. Dove sono qui ed ora, è una domanda da farsi  di tanto in tanto. Essere presenti a sé stessi è un paziente lavoro che richiede l'umiltà di fermarsi e osservare. Osservare, senza giudicare, come mi sento, cosa si muove in me, quali pensieri mi influenzano, dà la possibilità di rendersi conto dove si trova la nostra vita in un momento preciso della nostra giornata. Fermarsi... respirare... sentire... osservare i propri pensieri... A che serve?  A vivere con consapevolezza.  Vivere sapendo di vivere. Vivere più in profondità  la nostra storia personale. Christophe André, psichiatra e insegnante di meditazione, ci suggerisce qualche accorgimento  e un piccolo esercizio: "È sorprendente osservare quanto spesso siamo assenti a noi stessi.  Non si tratta di riflettere sulla propria vita, ma di rivolgersi a quella conoscenza di sé semplice, solidale, che consiste nel sapere regolarmente dove siamo, q

Spirito libero

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La preghiera è un' esperienza umana tra le più alte, profonde, difficilmente racchiudibile in una definizione unica. Della preghiera si parla troppo poco anche perché è difficile parlarne. La preghiera si insegna e si impara. Nella preghiera si cresce con l'esperienza. In maestri con le loro parole ci danno nuove luci e ispirazioni per alimentare il nostro cammino di preghiera quotidiano. Preghiera e spirito, preghiera ed eternità, sono binomi che stimolano e motivano.  I due brani che meditiamo ci forniscono efficaci suggestioni per riaccendere il fuoco della preghiera in noi.  "La più intensa preghiera,  la più potente per ottenere  qualsiasi cosa, e l’opera fra tutte superiore, è quella che proviene  da uno spirito libero.  Più esso è libero,  più la preghiera  e l’opera sono intense,  degne, utili, lodevoli e perfette.  Uno spirito libero può tutto. Che cos’è uno spirito libero?  È quello non turbato da nulla,  non legato a nulla,  che non fa dipendere 

Dio dono per me

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Prendete, questo è il mio corpo.  Questo è il mio sangue dell’alleanza. Sono espressioni che ci sono familiari e che evocano l'ultima cena di Gesù e le nostre messe. Sono parole che ricordano il dono della vita di Gesù di Nazareth a favore di tutta l'umanità, considerata da lui come unione di fratelli e sorelle. L'eucaristia ha sempre qualcosa da dirci su di noi, sul mondo e su Dio. Silvano Fausti, gesuita e biblista, ha dedicato la vita a meditare e rimeditare i Vangeli, lasciando dei commenti ricchi di sapienza e di intuizioni spirituali.  Aiutati dalla sua parola riflettiamo insieme sul significato del segno fatto da Gesù e sul messaggio per noi oggi. "Il Vangelo non è altro che introduzione e spiegazione di questo grande mistero che è il dono che Dio ci fa di sé, al cui servizio siamo, il servizio del pane, il servizio della vita.  Se nella creazione Dio ci fa dei doni, così nella storia della salvezza ci fa dei doni, dietro c’è sempre un’intenzione

Dio in me

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In un mondo parolaio e chiassoso urge cercare semplicità e quiete. "Occorrono molte parole per non dire nulla o per dire ciò che non si pensa; all’Essere ne basta una per esprimersi completamente", è scritto nel testo che fra poco leggermo. Riconosciamo subito la verità di queste parole. Un senso di vuoto, di inconcludenza, fa capolino nelle nostre giornate per ricordarci che non tutto è vitale, non tutto ciò dona pienezza, sazietà vera.  Troppe parole feriscono le nostre orecchie e confondono il nostro cuore. L'esperienza spirituale di ogni tempo indica una terapia: il silenzio della preghiera.  Una pagina di Augustin Guillerand, monaco certosino francese  (1877-1945), ci mostra la preziosità della preghiera interiore. "Bisogna abituarsi a pregare in ogni luogo come in ogni tempo. Il luogo della preghiera è l’anima... e Dio che l’abita.  « Quando tu preghi - dice Gesù - entra nella camera intima e ritirata della tua anima, rinchiuditi in essa e parla

Il cuore ben diretto

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Nella vita c'è sempre necessità di ricominciare. Tante le occasioni in cui la nostra fiducia viene mortificata. Tanti gli ostacoli interiori che ci tolgono la pace del cuore. Ritrovare la via della fiducia e della pace è affare urgente di ogni giorno. Ripenso a Salomone, re biblico, che chiede al Signore un "cuore docile", un "cuore che ascolta", cioè capace di cogliere i segni di Dio, di discernere le vie di luce nel cammino della vita (cfr. 1Re 3,3.5.7-12). La tradizione buddista parla di un cuore "ben diretto". Una pagina di Neva Papachristou, insegnante buddista di meditazione, ci mostrerà la necessità di un cuore così. "Leggiamo dal Dhammapada: «Non tua madre, non tuo padre né chiunque della famiglia può darti dono più prezioso di un cuore ben diretto». Il cuore ben diretto è il regalo più bello che possiamo fare a noi stessi e agli altri. È il dono che Nelson Mandela ha fatto a sé stesso e al suo popolo: ha diretto la sua energia

Assaporare

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Piccoli istanti di felicità. Ci sfuggono.  Ci sembra che non ci sia concesso tempo sufficiente per goderli. Non sempre riusciamo ad esserne consapevoli e a gustarli. Per assaporare è necessaria una pausa. Il momento presente può essere un piccolo banchetto di ristoro. Non basta la percezione mentale delle cose. Anche il resto di noi ha necessità di gustare i piccoli sapori e i momenti felici di una giornata. Ogni volta che un frammento di bene, un briciolo di bellezza, un istante di luce ci viene donato dalla vita, fermiamoci e gustiamolo.  Da Christophe André, medico psichiatra, attento all'arte della meditazione, impariamo un esercizio semplice: "In psicologia ci siamo concentrati a lungo sul modo di affrontare le difficoltà, trascurando per molto tempo gli aspetti più luminosi e gioiosi della nostra vita: accanto alle fonti di dolore, infatti, ci sono anche le fonti di felicità. Ma spesso ce ne dimentichiamo. Se non ci concediamo il tempo di assaporare gli i