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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Visto e mai visto

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Gregorio di Nissa, autore cristiano della Turchia del IV secolo, scrive: "Il regno di Dio è in voi" (Lc 17,21). Qui apprendiamo che chi ha un cuore purificato...vede nella propria bellezza l'immagine della divinità...C'è in te la capacità di vedere Dio: colui che ti ha plasmato ha messo nel tuo essere una forza immensa. Dio, creandoti, ha racchiuso in te l'immagine della sua pienezza. (...) Si può dire in tutta verità che i puri di cuore vedono Dio e, nello stesso tempo, che nessuno ha mai visto Dio".  (Omelie sulle beatitudini 6) In queste parole trovo in modo lucido espresso il paradosso che riguarda Dio: lo posso "incontrare" e pure nessuno lo ha mai visto. "C'è in te la capacità di vedere Dio". Sono parole che mi riempiono di fiducia. Ho la capacità di vedere Dio. Ogni essere umano è fatto per realizzare questo incontro. Non è una "cosa dell'altro mondo". Come un bicchiere è capace di contenere acqua così i

Vieni!

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L'attrazione verso il centro di noi stessi, verso una vita più profonda, che in certi momenti si impone, è un sentire inequivocabile che diventa complicato da trasmettere se non per mezzo di immagini. "Come l'albero cresce verso l'alto e il sasso cade verso il basso,  così l' uomo è misteriosamente attirato verso il suo volto nascosto". (Silvano Fausti) È difficile da spiegare a parole questa misteriosa attrazione verso l'interiorità, verso la profondità di noi stessi. In certi momenti è un'esigenza, un bisogno che non si può trascurare. Ignazio di Antiochia, martire cristiano del  primo secolo, scrive così nella sua Lettera ai Romani: "un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: Vieni al Padre".  Ignazio parla di un flusso interiore che trascina verso una foce che è il Padre. "Misteriosamente attirato", come se quella fosse l'unica direzione sensata, l'unica meta, per sfuggire al caos, alla divisione, al disor

Concentrazione

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"Se il cuore va errando o vien distratto,  riportalo gentilmente al punto, e anche se non hai fatto altro per un'ora che riportare indietro il tuo cuore, anche se esso se ne va ogni volta che lo riporti, la tua ora sarebbe sempre ben impiegata". (Francesco di Sales) L'indicazione di questo grande maestro spirituale cristiano è un invito ad un esercizio spirituale che potremmo chiamare concentrazione. Questa parola ci fa pensare subito ad uno sforzo mentale. In realtà si tratta di riportare al centro il cuore dalle sue fughe verso quelle che noi chiamiamo distrazioni, che sono in realtà fughe o attrazioni verso ciò che colpisce e incuriosisce la nostra attenzione. Il cuore, cioè il centro più profondo di noi stessi dove tutto si annida e si sintetizza, non è spontaneamente stabile. Va educato e allenato a stare al centro, a non farsi attrarre dalle tante voci e richiami che gli giungono da ogni parte in ogni momento. Perché ci distraiamo? Perché ciò che sen

Interiorità

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In momenti particolari veniamo in contatto con il mondo interiore che ci abita. In genere nei momenti di grande stress (che ci fanno chiudere in noi stessi) o in momenti di grande euforia (che ci tirano fuori da noi stessi). Il nostro mondo interiore a volte ci chiama con un mormorio leggero, a volte ci respinge con immagini inaccettabili. È il mistero affascinante della nostra interiorità. Cos'è l'interiorità? A che cosa ci riferiamo quando diciamo questa parola? Quanta parte di noi occupa? E cosa coinvolge? Sono domande che possono trovare una prima risposta nelle righe che ora leggiamo. "L'interiorità è formata dal mondo della psiche, abitato da impulsi, desideri, passioni, potenti immagini. Il desiderio è la dimensione più forte della psiche umana. La sua spinta sembra non conoscere limiti. In quanto esseri capaci di desiderio desideriamo tutto e il Tutto. L'oggetto più profondo e costante del desiderio è l'Essere nella sua totalità. L'uomo poss