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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Fiori

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Camminare in un meraviglioso giardino e ammirare tante varietà di fiori è una della cose più pacificanti della vita. Ogni fiore con il suo colore e il suo profumo sussurra bellezza alla nostra mente e al nostro cuore. Viene spontaneo raccoglierne qualcuno per portarsi un po' di quel mondo nella quotidianità alla quale sempre ritorniamo.  In tanti anni di lettore vorace, di volta in volta, ho annotato qua e là una frase che ha continuato a darmi da pensare per tanto tempo e ancora fino ad oggi. Frasi di cui non ricorderei neanche l'autore o il libro da dove le ho colte. Hanno per me il calore di un accendino che dà fuoco alla mia meditazione. Così come le ho conservate ne condivido alcune nella speranza che continuino anche per altri la loro missione di dare fuoco ad una più profonda visione interiore. *L'iniziativa della vita viene dalla vita. Nessuno può darsela da solo.  Sono vivo. Essere in vita è la base per tutto il resto nella mia esistenza. Prima ancora di ciò che fa

Invisibile e dappertuto

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"Non è facile parlare dello Spirito santo:  è invisibile ed è dappertutto, pervade ogni cosa ed è al di là di ogni cosa.  Tutto ciò che di bello e di positivo avviene nel mondo è opera sua, tutto ciò che di santo e di vero si fa e si dice nella Chiesa è opera sua".  Sono parole di Carlo Maria Martini che dicono la contraddizione di parlare dell'aspetto più silenzioso e trasparente di Dio, il suo Spirito.  È del respiro di Dio, della sua vita più intima, è della sua fecondità vitale che si parla riferendosi al suo Spirito. Martini propone un punto di osservazione essenziale che è la storia di Gesù di Nazareth, uomo dello Spirito.  Scrive: "Ciò che è lo Spirito per Gesù traspare dalle parole ascoltate da Giovanni Battista presso il fiume Giordano: "L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito santo" (Gv 1, 33).  Parlare dello Spirito santo è parlare di un uomo su cui lo Spirito è disceso in pienezza, rimane, dimor

Consapevolezza: quattro passi

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Tempo e preghiera sono due termini che messi assieme saranno sempre un problema.  La preghiera richiede tempo, merita tempo.  Noi siamo sempre in lotta con l'orologio. Il tempo non ci basta mai e la preghiera spesso finisce in fondo alla giornata quando crolliamo, stanchi.  La preghiera è pace per la nostra mente e cibo per il nostro spirito. Un angolo nella nostra vita lo dovrà avere. 15 minuti. E questa la mia proposta. Per fare cosa? Molti di noi non saprebbero che fare in questo tempo che potrebbe diventare lungo e noioso.  Ciò che scrive Gaetano Piccolo mi sembra tanto interessante e pratico. E soprattutto realizzabile nelle nostre giornate piene. Leggiamo insieme: "Suggerisco un momento di consapevolezza, cioè un tempo nel quale rendersi conto di come va la nostra relazione con Dio.  Questo momento di preghiera possiamo perciò scandirlo attraverso quattro verbi:  "guardare",  "sentire", "ringraziare", "progettare".  Primo passo:  p

Sapere dove guardare

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  Nel buio si cerca la luce. È istintivo. È intuitivo. È salvavita. L'immagine del buio descrive tante situazioni della nostra vita in cui non sappiamo come proseguire  nel cammino, perché non vediamo la strada davanti noi. La fede sa indicarci dove trovare luce, in che direzione guardare.  Una preghiera di Dietrich Bonhoeffer, pastore protestante impiccato dai nazisti nel campo di concentramento di Flossenbürg all'alba del 9 aprile 1945, ci dà le parole per questi nostri giorni confusi e assetati di speranza.  "C'è buio in me in te invece c'è luce; sono solo, ma tu non m'abbandoni; non ho coraggio, ma tu mi sei d'aiuto; sono inquieto, ma in te c'è la pace; c'è amarezza in me, in te pazienza; non capisco le tue vie, ma tu sai qual è la mia strada. Tu conosci tutta l'infelicità degli uomini; tu rimani accanto a me, quando nessun uomo mi rimane accanto, tu non mi dimentichi e mi cerchi, tu vuoi che io ti riconosca e mi volga a te. Signore, odo il

Parlare portando vita

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In principio la Parola.  Parlare e ascoltare rende pienamente umani.  Parlare è un dono. Parlare è una grazia. Parlando si diventa amici. Parlando ci si innamora. Parlando nascono nuovi mondi. Parlando si coltivano vita, sogni, speranze. Capita ai nostri giorni che cresca un parlare che offende, che distrugge, che toglie fiducia e speranza. È un tradimento alla vocazione originaria della parola.  Usare la parola come una clava o come lo spray al peperoncino è terribile.  Buttare benzina sul fuoco del sospetto, della rabbia, della delusione, mortifica la vitalità della parola. "I discorsi sono proporzionati alla realizzazione dell'uomo" scrive Rumi, poeta e mistico islamico. È bello parlare per favorire la realizzazione dell'altro, la sua crescita, la sua felicità.  Leggiamo insieme la pagina in cui Rumi usa questa espressione per cogliere qualche altro seme di sapienza. "Nel giorno della Resurrezione tutte le membra dell'uomo, in modo distinto una dall'al