Senza te non so stare

Sulla sua tomba ha voluto che si scrivessero queste parole: "Vieni, vieni; chiunque tu sia, vieni. Sei un pagano, un idolatra, un ateo? Vieni! La nostra casa non è un luogo di disperazione, e anche se hai tradito cento volte una promessa… vieni". Mi riferisco alla tomba di Jalāl al-Dīn Muḥammad Rūmī (1207 – 1273), teologo musulmano sunnita, e poeta mistico persiano, che continua ad essere testimone della passione per Dio con i suoi scritti. In Turchia il 17 dicembre, anniversario della sua morte, è giorno di festa e non di lutto, da vivere con la cerimonia Seb-i Arus che in turco significa “La notte del ricongiungimento” o “La notte nunziale”. Rumi ha vissuto il suo rapporto con Dio come con l'Amico per eccellenza, come una relazione nuziale con uno Sposo appassionato. La nostalgia di Dio, il desiderio di Dio, la sua presenza-assenza, ha celebrato nelle sue poesie. In una di esse Rumi scrive: "Nessun altro mi manca ma io senza te non so stare: il mio cuore ha il t...