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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Senza te non so stare

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Sulla sua tomba ha voluto che si scrivessero queste parole: "Vieni, vieni; chiunque tu sia, vieni. Sei un pagano, un idolatra, un ateo? Vieni! La nostra casa non è un luogo di disperazione, e anche se hai tradito cento volte una promessa… vieni". Mi riferisco alla tomba di Jalāl al-Dīn Muḥammad Rūmī (1207 – 1273), teologo musulmano sunnita, e poeta mistico persiano, che continua ad essere testimone della passione per Dio con i suoi scritti. In Turchia il 17 dicembre, anniversario della sua morte, è giorno di festa e non di lutto, da vivere con la cerimonia Seb-i Arus che in turco significa “La notte del ricongiungimento” o “La notte nunziale”. Rumi ha vissuto il suo rapporto con Dio come con l'Amico per eccellenza, come una relazione nuziale con uno Sposo appassionato. La nostalgia di Dio, il desiderio di Dio, la sua presenza-assenza, ha celebrato nelle sue poesie.  In una di esse Rumi scrive: "Nessun altro mi manca  ma io senza te non so stare: il mio cuore ha il t

Oso sperare

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Oso sperare. Con fiducia, con coraggio. Ancora oso sperare. Accolgo la sfida di Seneca: "Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza". Ho bisogno di sperare. Chi mi sta intorno  ha bisogno della mia speranza. In fondo "la speranza è un rischio  da correre. È addirittura il rischio dei rischi". (G. Bernanos) Eugenio Borgna, psichiatra e psicoterapeuta di 92 anni, scrive:  "Nella Lettera agli Ebrei san Paolo non ha forse scritto che la fede è certezza delle cose sperate?  La fede è speranza,  è comunione,  è preghiera,  e con la fede le notti oscure dell’anima sono meglio illuminate dai bagliori della speranza. Alle parole di san Paolo vorrei aggiungere quelle che ha scritto Dietrich Bonhoeffer, un grande teologo protestante, che è stato ucciso a trentanove anni in un campo di concentramento tedesco nel 1945:  «Quanto più un uomo osa sperare, tanto più grande  sarà la sua speranza:  l’uomo cresce  con la sua speranza,  soltanto se è Speran

Pazienza con Dio

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La pazienza è la disponibilità a sopportare, a portare il peso di qualcosa o di qualcuno nelle nostre relazioni.  Ogni giorno dobbiamo armarci di pazienza per poter attraversare nel miglior modo possibile il nostro tratto di vita.  Può sembrare strano che qualcuno ci inviti ad avere pazienza con Dio. A tanto infatti arriva Ignacio Larrañaga (1928-2013), un frate francescano di origine spagnola, guida spirituale e profeta del nostro tempo.   Scrive: "Dio è silenzio e gratuità. Silenzio è il nome nuovo di Dio.  Egli penetra, crea,  conserva e sostiene tutto  e nessuno se ne accorge.  Se non avessimo la sua Parola  e le evidenti e quotidiane  esperienze del suo amore, diremmo che Dio è enigma.  Ma non è esattamente  così: “Dio è silenzio”,  da sempre e per sempre.  Opera silenziosamente  nelle profondità delle anime.  Nei piani imperscrutabili  della sua iniziativa  libera e liberante  nascono le operazioni della grazia.  Perché dà ad alcuni  e non ad altri?  Perché ora e non prima?

Amore è la chiave

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Maggio 1373: in Inghilterra una donna di circa 30 anni ha 16 rivelazioni in forma di visione.  Il resto della sua vita lo passerà meditando e pregando su quello  che aveva sperimentato  in quei pochi giorni.  Giuliana di Norwich, con questo nome è passata alla storia, ha scritto questa sua lunga meditazione, regalandoci un libro dal profumo di Vangelo.  Dice di lei Benedetto XVI: "Ispirata dall’amore divino, Giuliana operò una scelta radicale. Come un’antica anacoreta, scelse di vivere all’interno di una cella, collocata in prossimità della chiesa intitolata a san Giuliano, dentro la città di Norwich, ai suoi tempi un importante centro urbano, vicino a Londra.  Forse, assunse il nome di Giuliana proprio da quello del santo cui era dedicata la chiesa presso cui visse per tanti anni, sino alla morte.  Potrebbe sorprenderci e persino lasciarci perplessi questa decisione di vivere “reclusa”, come si diceva ai suoi tempi. Ma non era la sola a compiere tale scelta: in quei secoli un num