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Visualizzazione dei post da agosto, 2023

Amore universale

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Il nostro cuore ha bisogno di essere allargato continuamente secondo la misura di un amore senza confini. È un lavoro divino. È un lavoro spirituale. Il nostro cuore è sorgente di benevolenza e di benedizione, che vanno coltivate ogni giorno, con pazienza e perseveranza. Il nostro cuore è fatto per il bene, ricevuto e donato. La luce del bene deve rimanere accesa in noi come lampada in luogo oscuro.  Nella tradizione buddista c'è un esercizio spirituale per coltivare amore e benevolenza. È la meditazione di Metta. Metta bhavana, conosciuta in Occidente come meditazione della gentilezza amorevole, è una tecnica meditativa il cui scopo è sviluppare la compassione. La meditazione della gentilezza amorevole è essenzialmente un mezzo per coltivare l’amore e la gentilezza nella maniera più pura e disinteressata possibile. Un testo del Canone delle Scritture buddiste accompagna questa meditazione. È il Karaniya Metta Sutta, preziosa pagina che intende ispirare amore universale. Leggiamolo

Io e il mondo

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Possiamo rimanere preda del nostro umore, in balia della luna del momento? Cos'è che inquina anche le nostre situazioni più belle? Manca sempre qualcosa ai nostri incontri, alle nostre parole, alle nostre scelte. Ognuno cerca nella sua vita una via per l'amore. "Ti troverai a vivere in un mondo d’amore che hai tu stesso creato",  è la provocatoria promessa di un maestro di meditazione, Anthony de Mello, (1931 – 1987), gesuita, scrittore e psicoterapeuta indiano. Leggiamo insieme: «Ti innamori? Ecco che ti ritrovi a guardare tutte le persone con un occhio diverso. Ti scopri generoso, pronto al perdono, o, in una parola, ”buono”, mentre forse prima eri inflessibile e meschino. Inevitabilmente la gente che avvicini comincia anch’essa a reagire nella stessa maniera nei tuoi riguardi, e presto ti accorgerai di vivere in un mondo d’amore che tu stesso hai costruito. Al contrario, pensa a quei periodi in cui ti sei trovato di cattivo umore, irritabile, meschino, sospettoso,

7 imperativi

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L'autenticità è desiderio di sempre, in quello che si è e in ciò che si fa. L'autenticità è desiderata soprattutto nelle relazioni. Sia in quelle con gli altri sia in quella con Dio. Il sospetto che noi e gli altri portiamo maschere inquina la nostra spontaneità. Specialmente se pensiamo all'amore, all'amicizia, alla carità fraterna.  Poniamoci questa domanda insieme ad uno specialista dell'animo umano: Carlo Maria Martini. Le sue sono parole preziose per imparare l'arte necessaria del discernimento. La fede esige discernimento. La vita esige discernimento. Le scelte di ogni giorno esigono discernimento. Esistono dei criteri?  Dei punti fermi da cui partire? Si, secondo Martini. E li trova principalmente nella sapienza della Bibbia. Leggiamo insieme: "Come possiamo sapere che la nostra carità non è una maschera, ma l’espressione dell’apertura del cuore? Ecco allora i sette imperativi che indicano l’apertura del cuore. – «Fuggite il male con orrore»; per ese

Prima il silenzio

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Parlare di silenzio in questi giorni può sembrare inutile. Oppure parlare di silenzio in questi giorni è dare voce ad un bisogno profondo e inespresso? Il silenzio non sembra essere mai di moda. È sempre rinviato ad altro momento. Ma il silenzio è richiamo insistente al nostro cuore. È una pausa di infinitesimale felicità. È un puntino nella nostra vita  che cerca sempre spazio. E ci rende inquieti la mancanza. Allora rischiamo una parola bella  di Carlo Maria Martini sul silenzio. Chissà che non risvegli antiche nostalgie nel nostro profondo. Leggiamo insieme: "Se in principio c’era la Parola  e dalla parola di Dio, venuta tra noi, è cominciata ad avverarsi  la nostra redenzione,  è chiaro che da parte nostra all’inizio della storia personale di salvezza ci deve essere il silenzio:  il silenzio che ascolta,  che accoglie,  che si lascia animare.  Certo, alla Parola che si manifesta dovranno poi corrispondere le nostre parole di gratitudine,  di adorazione,  di supplica;  ma prima