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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

Con gli occhi di Dio

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Due cose sono faticose nel nostro tempo: la lode e la speranza. La lode è dimensione essenziale della fede e della fiducia in Dio.  È risposta del cuore alla vita  che ci è donata. "A chi serve la lode? A noi o a Dio?  Un testo della liturgia eucaristica ci invita a pregare Dio in questa maniera, dice così: «Tu non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza, ma ci ottengono la grazia che ci salva». Lodando siamo salvati". (Papa Francesco) Dalla sapienza di Carlo Maria Martini impariamo uno sguardo diverso sulla nostra vita che genera gratitudine e lode. Leggiamo insieme: "Ci può talora venire il dubbio che non sia realistico lodare Dio mentre la gente soffre, è povera, senza lavoro, mentre nel mondo ci sono violenze e guerre. Temiamo, in un certo senso, che questa lode a Dio equivalga a mettere la benda sugli occhi. Tuttavia credo che noi dobbiamo avere più coraggio

Tu parli anche quando taci

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"A te grido, Signore,  mia roccia, con me non tacere:  se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa".  È il primo versetto del salmo 28. Il silenzio di Dio equivale al morire. Il silenzio di Dio imbarazza la fede  e accende la mistica.  Il silenzio è anche un suo modo di "parlare". Una pagina di Domenico Pompili, attuale vescovo di Verona, ci aiuta a fermarci su un tema faticoso per un credente. "Il silenzio è il linguaggio di Dio.  All’Infinito corrisponde e risponde l’Ineffabile.  Quali sono allora le tracce che ci permettono di comprendere il silenzio di Dio nella Bibbia?  Perché Dio tace?  Forse è questo lo scandalo  più difficile da accettare.  C'è un silenzio che ha a che fare con l’ira e lo sdegno.  Dio tace perché l’uomo, nella sua arroganza, lo ha messo a tacere. Dio tace perché l’uomo non lo lascia parlare. I profeti di Israele stigmatizzano questo peccato che è la ragione dell’assenza di Dio.  Il profeta Michea denuncia i capi del popolo

Fidati del tempo

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Quando ci alziamo al mattino abbiamo davanti a noi  del tempo a disposizione. A volte è troppo,  a volte è troppo poco.  È nel tempo che si svolge la nostra esistenza in questo mondo. Le religioni e le filosofie dedicano tanto spazio alla riflessione sul senso del tempo. Per la maggior parte di noi rimane uno dei problemi principali della vita concreta. È possibile una visione che ci faccia sentire il tempo come amico e non come rivale? Cosa può insegnarci la nostra personale esperienza del tempo? Una pagina del teologo svizzero  Hans Urs von Balthasar (1905 - 1988) ci aiuta a dare al tempo un senso  più profondo. Leggiamo insieme: "Ecco il tempo: che oscilla, che dondola, che scorre inspiegabilmente! Una barca invisibile da riva a riva. Qualcosa di alato che va da essere ad essere. Sali nel tempo ed esso già è partito, già ti porta, tu non sai né come né dove, già trema e vacilla la rigida terra sotto di te, la dura strada si curva e si fa viva, comincia a fluire come i bei svolg

Ginnastica del desiderio

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Cos'è che fa sì che un essere umano si sporga oltre sé stesso? Cosa ci trascina verso l’apertura di una frontiera, l’oltrepassamento di un limite, lo spalancamento di orizzonti? Il desiderio è ciò che smuove le anime verso tutte le direzioni, questa è la risposta di Aristotele. Il desiderio fiorisce sulla consapevolezza di una assenza, di una mancanza, di un'attesa. L'origine latina della parola è  de–sidera, lontano dalle stelle.  Come in alto così in basso, il desiderio diventa uno  dei sentimenti che guida  la nostra vita. Ma è anche il desiderio che vivifica quell’ "amore che non muore",  di cui parla l’apostolo Paolo.  Agostino, commenta la prima lettera di Giovanni apostolo, dicendo che,  in fondo, tutto quel che possiamo desiderare è riassumibile  in due sillabe: Dio. Leggiamo insieme questa sua pagina:     "L’intera vita del fervente cristiano è un santo desiderio. Ciò che poi desideri, ancora non lo vedi, ma vivendo di sante aspirazioni ti rendi capa