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Visualizzazione dei post da maggio, 2024

Dio in me

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In un mondo parolaio e chiassoso urge cercare semplicità e quiete. "Occorrono molte parole per non dire nulla o per dire ciò che non si pensa; all’Essere ne basta una per esprimersi completamente", è scritto nel testo che fra poco leggermo. Riconosciamo subito la verità di queste parole. Un senso di vuoto, di inconcludenza, fa capolino nelle nostre giornate per ricordarci che non tutto è vitale, non tutto ciò dona pienezza, sazietà vera.  Troppe parole feriscono le nostre orecchie e confondono il nostro cuore. L'esperienza spirituale di ogni tempo indica una terapia: il silenzio della preghiera.  Una pagina di Augustin Guillerand, monaco certosino francese  (1877-1945), ci mostra la preziosità della preghiera interiore. "Bisogna abituarsi a pregare in ogni luogo come in ogni tempo. Il luogo della preghiera è l’anima... e Dio che l’abita.  « Quando tu preghi - dice Gesù - entra nella camera intima e ritirata della tua anima, rinchiuditi in essa e parla

Il cuore ben diretto

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Nella vita c'è sempre necessità di ricominciare. Tante le occasioni in cui la nostra fiducia viene mortificata. Tanti gli ostacoli interiori che ci tolgono la pace del cuore. Ritrovare la via della fiducia e della pace è affare urgente di ogni giorno. Ripenso a Salomone, re biblico, che chiede al Signore un "cuore docile", un "cuore che ascolta", cioè capace di cogliere i segni di Dio, di discernere le vie di luce nel cammino della vita (cfr. 1Re 3,3.5.7-12). La tradizione buddista parla di un cuore "ben diretto". Una pagina di Neva Papachristou, insegnante buddista di meditazione, ci mostrerà la necessità di un cuore così. "Leggiamo dal Dhammapada: «Non tua madre, non tuo padre né chiunque della famiglia può darti dono più prezioso di un cuore ben diretto». Il cuore ben diretto è il regalo più bello che possiamo fare a noi stessi e agli altri. È il dono che Nelson Mandela ha fatto a sé stesso e al suo popolo: ha diretto la sua energia

Assaporare

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Piccoli istanti di felicità. Ci sfuggono.  Ci sembra che non ci sia concesso tempo sufficiente per goderli. Non sempre riusciamo ad esserne consapevoli e a gustarli. Per assaporare è necessaria una pausa. Il momento presente può essere un piccolo banchetto di ristoro. Non basta la percezione mentale delle cose. Anche il resto di noi ha necessità di gustare i piccoli sapori e i momenti felici di una giornata. Ogni volta che un frammento di bene, un briciolo di bellezza, un istante di luce ci viene donato dalla vita, fermiamoci e gustiamolo.  Da Christophe André, medico psichiatra, attento all'arte della meditazione, impariamo un esercizio semplice: "In psicologia ci siamo concentrati a lungo sul modo di affrontare le difficoltà, trascurando per molto tempo gli aspetti più luminosi e gioiosi della nostra vita: accanto alle fonti di dolore, infatti, ci sono anche le fonti di felicità. Ma spesso ce ne dimentichiamo. Se non ci concediamo il tempo di assaporare gli i

Vuoto interiore

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L'esperienza di un profondo silenzio interiore o di vuoto, spesso ci sconcerta. È facile essere tentati, per paura della noia, di riempirlo di qualsiasi cosa. Ma il vuoto interiore può invece diventare il nostro rifugio, il cuore dentro il cuore. Un detto taoista ci provoca: "Dentro il cuore un altro cuore racchiudi, dentro il cuore un altro cuore è presente. Questo cuore dentro il cuore è pensiero che precede le parole". Dobbiamo custodire lo spazio vuoto dentro di noi nutrendolo di cose vere,  di poche cose vere. Fa riflettere un testo di Vito Mancuso in cui il pensatore scrive una lettera al vuoto interiore, trattandolo con rispetto e fiducia. È una prospettiva positiva e feconda che ci mostra la necessità e la bellezza di custodire e coltivare il nostro spazio interiore. Scrive Mancuso: Caro vuoto interiore, ti chiamo “vuoto”, e non “nulla”, perché tu non ti contrapponi all’essere. Tu mi offri la possibilità di identificarmi con le mie proprietà fondamenta