Vuoto interiore



È facile essere tentati, per paura della noia, di riempirlo di qualsiasi cosa.

Ma il vuoto interiore può invece diventare il nostro rifugio, il cuore dentro il cuore.

Un detto taoista ci provoca:
"Dentro il cuore un altro cuore racchiudi, dentro il cuore un altro cuore è presente. Questo cuore dentro il cuore è pensiero che precede le parole".

Dobbiamo custodire lo spazio vuoto dentro di noi nutrendolo di cose vere, 
di poche cose vere.

Fa riflettere un testo di Vito Mancuso in cui il pensatore scrive una lettera al vuoto interiore, trattandolo con rispetto e fiducia.

È una prospettiva positiva e feconda che ci mostra la necessità e la bellezza di custodire e coltivare il nostro spazio interiore.

Scrive Mancuso:

Caro vuoto interiore, ti chiamo “vuoto”, e non “nulla”, perché tu non ti contrapponi all’essere.

Tu mi offri la possibilità di identificarmi con le mie proprietà fondamentali oppure di prenderne le distanze, così che posso risultare unificato oppure scisso, sentirmi a casa dentro di me oppure viceversa in esilio. 

Da te, vuoto, procede la mia tensione psichica detta desiderio, generata da te per il tuo bisogno strutturale di essere riempito. Spinoza identificava l’essenza specifica degli esseri umani nel desiderio (“Cupiditas est ipsa hominis essentia”), ma è chiaro che si può dare desiderio solo perché prima si sente il bisogno di qualcosa, e se ne sente il bisogno perché se ne è privi. Quindi all’origine c’è la privazione, la mancanza; ci sei tu, caro vuoto. 

Tu agisci in me come un motore tendente a riportare tutto a sé, e quello che vale per me lo vedo all’opera anche nei miei simili, tutti più o meno abitati da questa tensione che non li fa stare tranquilli con se stessi. Osservava Pascal: «Ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola causa: dal non saper restarsene tranquilli, in una camera». Proseguiva il matematico e filosofo francese: «Non si rendono conto della natura insaziabile della loro cupidigia. Credono sinceramente di cercare il riposo, ma cercano soltanto l’agitazione. C’è in loro un istinto segreto che li porta a cercare fuori di sé la distrazione e l’occupazione». 

Tutto questo deriva da te, caro vuoto. Tu sei la trappola strutturale in cui siamo nati e con cui dobbiamo convivere fino alla morte, dopo chissà. Per questo ti voglio regalare una delle più belle definizioni di religione, opera del matematico e filosofo inglese Alfred North Whitehead: «Religione è ciò che l’individuo fa della propria solitudine». Solitudine è un altro nome per te, caro vuoto, e in questo senso essere religiosi, ben lungi dal professare dottrine stabilite anticamente da altri e dal partecipare a riti celebrati da altri, significa viverti come sentimento di essere alla presenza di qualcosa o qualcuno più importante di me. E significa capire ciò che afferma sant’Agostino rivolto al suo Dio all’inizio delle Confessioni: «Ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te». 

In questa silenziosa e vuota giornata di agosto di una città deserta, riflettendo su di te, caro vuoto, ho capito che la verità di me dipende da te: da come ti tengo pulito, da come ti curo e ti proteggo da tutti i ciarlatani che continuamente mirano a riempirlo con mille seducenti, e per loro lucrose e convenienti, suggestioni. Ti devo custodire dalle erbacce che sempre tendono a insidiarsi in te come se tu fossi un giardino, anche perché tu per davvero sei il mio giardino, il terreno da cui fuoriescono i miei fiori e i miei frutti, cioè il mio pensiero e la mia volontà. Se saprò coltivarti, resistendo alla tendenza a riempirti a tutti i costi pur di non sentire il tuo risucchio, avrò ottenuto l’indipendenza spirituale. E come insegna Montaigne: «La più grande cosa del mondo è saper essere per sé». 

La partita della vita si gioca dentro di me, alle prese con te, caro vuoto. Per questo sempre Montaigne insegna: «Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine». Se ti manterrò pulito e terso, tu cesserai di agire come un vortice da cui proviene un continuo risucchio e diverrai il mio rifugio più sicuro. È l’insegnamento di tutte le grandi tradizioni spirituali, induismo e buddhismo, confucianesimo e taoismo, ebraismo, cristianesimo e islam, e ovviamente della grande filosofia classica sintetizzata così da Marco Aurelio rivolto a se stesso: «Ricordati che il tuo principio direttivo diventa invincibile quando, rinserrato in se stesso, si contenta di sé e non fa niente che non voglia. La mente libera da passioni è una fortezza: l’essere umano non ha niente di più forte dove rifugiarsi ed essere sempre inespugnabile». 

Acquisire la pratica di convivere con te significa imparare a stare fermo sul mio abisso, a guardare il cratere del mio vulcano interiore, a stare in ascolto, a zittire la mente, a udire il suono del mio silenzio. È questo il lavoro giusto da fare. 


Commenti

  1. "Dentro il cuore un altro cuore racchiudi, dentro il cuore un altro cuore è presente. Questo cuore dentro il cuore è pensiero che precede le parole".

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  2. Silenzio.
    A questo miro sempre più.
    Ritagliarmi più tempo per un SILENZIO che mi scruta,che mi penetra,mi scova.......
    E trova di tutto;piano piano faccio discernimento,pulizia del vano.
    Continuo con la TUA vicinanza preziosa
    Continuo per la TUA costanza con me.........
    Grazie

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  3. Acquisire la pratica di convivere con te significa imparare a stare fermo sul mio abisso, a guardare il cratere del mio vulcano interiore, a stare in ascolto, a zittire la mente, a udire il suono del mio silenzio. È questo il lavoro giusto da fare.
    Amen.

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  4. Miro sempre più a saper stare davanti al mio vuoto.Ho fatto entrare troppi ciarlatani e crescere troppe e erbacce

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  5. Vuoto interiore.
    Dobbiamo custodire lo spazio vuoto dentro di noi,
    Nutrendolo di cose vere, di poche cose vere.

    Ci dobbiamo ricordare che il nostro principio
    Direttivo diventa invincibile quando, rinserrato
    In sé stesso, si contenta di sé e non fa niente
    Che non lo voglia.La mente libera. Da passioni
    È una fortezza :l'essere umano non ha niente
    Di più forte dove rifugiarsi ed essere sempre inespugnabile.

    È una prospettiva positiva e feconda
    Che ci mostra la necessità e la bellezza
    Di custodire e il nostro spazio interiore
    Come afferma S. Agostino nelle sue Confessioni
    Rivolto a Te nostro Dio." Ci hai fatti per Te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te. Amen Alleluia.🙏😇♥️🎉🌹❤️💐🎶

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  6. Tu mi offri la possibilità di identificarmi con le mie proprietà fondamentali oppure di prenderne le distanze, così che posso risultare unificato oppure scisso, sentirmi a casa dentro di me oppure viceversa in esilio.

    Credono sinceramente di cercare il riposo, ma cercano soltanto l’agitazione. C’è in loro un istinto segreto che li porta a cercare fuori di sé la distrazione e l’occupazione».

    "Schizofrenia" dalla quale c'è bisogno di essere salvati

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  7. La partita della vita si gioca dentro di me, alle prese con te, caro vuoto. Per questo [...] bisogna che mi riserva un retrobottega tutto mio del tutto indipendente, nel quale stabilire la mia vera libertà, il mio principale ritiro e la mia solitudine» ed è nella mia solitudine che guardo il mio vuoto e spesso Ti fai incontrare Grazie!!

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