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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

La seconda freccia

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Dalla sapienza buddista ascoltiamo il sutra della seconda freccia : "È come se un arciere, dopo aver colpito un uomo con una freccia, lo colpisse ancora con una seconda freccia. Sicché quell’uomo patirà il dolore di due ferite. Lo stesso accade all’ignorante, che soffre a causa di due dolori, quello fisico e quello mentale". A pensarci bene l'osservazione è molto sottile e reale. Le occasioni di sofferenza sono molte lungo il corso della vita. Il detto di Buddha distingue tra due tipi: una inevitabile e una evitabile, che dipende dal nostro modo di reagire. Mi escludono da qualcosa, e questo mi fa soffrire. Allora nella mia mente inizia un processo: è colpa mia, non sono capace di farmi valere, non sono mai stato buono a niente... Questo secondo tipo di sofferenza è frutto del nostro lavoro mentale e fa più danni della prima. Non riesco ad accettare una sconfitta, e mi flagello ulteriormente con pensieri distruttivi e colpevolizzanti. Accettare la prima

Amante della vita

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Cos'è la sapienza? È intima conoscenza della realtà. È conoscenza che nasce da familiarità e amore per le cose che sono nella nostra vita ogni giorno. Dio, il mondo, gli uomini, possono essere conosciuti in modo sapiente. Chi ama conosce veramente, si avventura con più fiducia dentro il mistero di una persona e di un evento. La sapienza è il frutto maturo di ogni conoscenza. È il punto di partenza di una vera relazione profonda e feconda. La Bibbia è ricca di riflessioni sulla sapienza e alcuni libri, Giobbe, Sapienza, Siracide, Proverbi, Qoelet, e molti Salmi, sono una iniziazione al modo sapienziale di vedere e vivere la vita. Soprattutto nella ricerca del volto di Dio la riflessione sapienziale è una luminosa guida. La sapienza stessa, infatti, ha a che fare direttamente con Dio. "Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare?" (Siracide 1,1-2). C

Apertura all'Amore

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Ancora sul mistero della preghiera. Un testo di una mistica cristiana del secolo scorso, ci permette di meditare su altre dimensioni della preghiera. "L'uomo che prega è sempre nuovamente Adamo cercato da Dio. Da parte sua, non gli sarebbe venuto in mente di iniziare un colloquio con il suo creatore, ma il suo creatore lo cerca e si preoccupa di lui, per amore della sua creatura. È per questo che ogni colloquio con Dio è avvolto dall'amore divino, è una conseguenza dell'amore, scaturisce dall'amore. Se chi prega sa che l'essenza della preghiera è l'amore, il suo atteggiamento di preghiera sarà di apertura all' amore. Cercherà di essere accessibile all'amore. L' amore di Dio è offerto agli uomini come un vaso traboccante a cui essi possono attingere. Chi prega è per così dire toccato da una conoscenza o esperienza dell' amore che lo spinge a volersi avvicinare di più alla sorgente. Il desiderio di Dio appartiene originariam

Essenziale

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Cercare l'essenziale di ogni cosa è uno degli scopi nobili di ogni filosofia e di ogni  religione. Nel segreto ognuno spera in una semplificazione, che  possa trovare il cuore delle cose e smettere così di disperdersi in mille rivoli, faticando tanto per tenere tutto unito. Essenziale: evoca essenza, centro, cuore, fondamento, cosa veramente indispensabile. Uno dei punti deboli di questa ricerca è stabilire cosa sia essenziale. È il lavoro di una vita e si procede per esclusione. Due versi del Dammapada, della tradizione buddista, ci aprono alla meditazione. 11. Confondendo l'essenziale e l'inessenziale perdi di vista la tua vera natura e coltivi vani desideri. 12. Riconoscendo l'essenziale come tale e l'inessenziale come tale ritrovi la tua vera natura e arrivi all'essenza. La prima parola già coglie un problema: "confondendo", perché la confusione è sempre possibile in ognuna della nostre vie interiori. Il testo ci mette in g

Canto del tempo

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Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. L’uomo ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della morte. Se il Signore n