Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Mangiare la Parola

Immagine
La pandemia ci ha sottratto, tra le altre cose, anche la gioia di celebrare insieme, liberamente e senza paura, i misteri della nostra fede.  Abbiamo sperimentato la completa chiusura delle nostre chiese, la limitazione delle presenze durante la Messa, e, in ogni caso, celebrare l'Eucaristia porta l'ombra del rischio di contagio. Un bilancio di questi giorni ci fa concludere però che una cosa non può venir meno e non può essere bloccata: la Parola di Dio letta, ascoltata, pregata. Come l'antico Israele in esilio, la Parola diviene sempre più protagonista nei tempi difficili. La fede nasce dall'ascolto, ci ripete la stessa Scrittura. Così la fede non resta senza alimento anche in periodi come il nostro. Penso spesso alla Parola come un pane vero, che Dio stesso dona, pane necessario: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”» (Mt 4,4; cf. Lc 4,4). È un detto che dal libro del Deuteronomio arriva dritto nel vangelo di Ges

Il tempo della fine

Immagine
Quale fine? Fin dove arriva il nostro sguardo nel futuro? Ho voglia ancora di guardare un futuro? Sento fiducia o paura nel guardare così lontano? Nel nostro tempo difficile parlare di futuro è rischioso. Sembra lavoro da indovini. Abbiamo bisogno di una visione.  Ne trovo una possibile nelle parole di Bruno Forte: Il tempo della fine sarà innanzitutto storia del Padre: in Colui dal quale tutto è venuto, tutto verrà a riposare. Sarà Lui a sottomettere ogni cosa al Figlio, perché il Figlio, pura risposta d'amore, gli consegni il creato finalmente pronto ad accogliere la gloria eterna dell'Amore, la sorgività assoluta, cioè senza fine, di Dio, che risplenderà nel dare pienezza di vita a tutto e a tutti. Allora, in questa universale accoglienza della Signoria d'Amore del Padre, "Dio sarà tutto in tutti" ( 1Cor 15,28), e il mondo intero sarà la patria di Dio. Allora sarà finalmente colmata la struggente attesa propria dell'esilio, e Colui  che è la potenza eterna

Ryokan

Immagine
Siamo turbati dalla complessità e dalle tante contraddizioni della nostra vita. Ma è possibile una realtà più semplice, senza contrasti, senza quella alternanza di ombre e luci che ci confonde? Alcuni versi di un poeta giapponese mi offrono una prospettiva più ricca: «Se c'è la bellezza, deve esserci la bruttezza; Se c'è il giusto, deve esserci lo sbagliato. La saggezza e l'ignoranza sono complementari, E l'illusione e l'illuminazione non possono essere separate. Questa è una vecchia verità, non pensare che sia stata scoperta di recente. "Voglio questo, voglio quello" Non è altro che follia. Ti dirò un segreto "Tutte le cose sono impermanenti!"» È un testo di Ryokan, monaco e poeta zen giapponese vissuto a cavallo dei sec. XVIII-XIX d.C. (morto nel 1831).  Tutte le cose sono impermanenti, è un segreto che il nostro monaco e poeta ci consegna, perché possa crescere il nostro sguardo sapiente sulla realtà. La sua stessa vita è una testimonianza di

I due spiriti

Immagine
È una caratteristica di questi strani giorni sentire il nostro cuore che come un pendolo, va ora verso la fiducia e ora verso lo scoraggiamento, ora verso la serenità e ora verso la tristezza, ora verso la voglia di impegnarsi e ora verso un senso di inutile e di vuoto.  Osserviamo queste oscillazioni interiori cercando un modo per trovare stabilità emotiva e capacità per proseguire il nostro percorso di vita. Trovo negli "Esercizi spirituali" di Ignazio di Loyola, una preziosa indicazione per il discernimento e su cosa coltivare veramente nel nostro giardino interiore in questa stagione della nostra vita.  La regola 315 dice:  "È proprio del cattivo spirito rimordere, rattristare, creare impedimenti, turbando con false ragioni affinché non si vada avanti".  Una serie di sentimenti, che non sono certo di aiuto a vivere, non edificano, ma diventano un intralcio, una palla al piede. Ignazio dice che è un cattivo spirito, una cattiva ispirazione, a fare venire alla

Per amore

Immagine
  Parlare d'amore è sempre rischioso. Ed è uguale sia che si parli dell'amore di Dio che di quello dell'umanità.  Voglio arrischiare una riflessione sull'amore divino, si voglio farlo in questi nostri giorni di ansia, perché credo nel suo potere di guarigione. C'è una pagina molto bella di Luigi Giussani, tratta da "Il miracolo dell'ospitalità", che ci apre la strada. In un immaginario dialogo tra Dio e l'uomo emerge il mistero della grazia, l'amore gratis di Dio.  “Perché mi hai creato?”.  “Perché ti ho amato!”.  “E perché mi hai amato?”.  “Perché ti ho amato!”.  “E perché nella confusione delle tenebre del mondo, Tu sei venuto come luce sul mio cammino, sulla mia strada, mi hai afferrato e collocato dentro di Te, dentro il mistero della tua persona, mi hai chiamato alla comunione con Te?”.  “Perché ti ho amato!”.  “E perché mi hai amato?”.  “Perché ti ho amato!”.  La gratuità è l’infinito, che è ragione a se stesso.  “E perché nella lunga fil