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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

Avvolto

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Ritorno spesso, nella meditazione, sul rapporto io e Dio, il mondo e Dio, tutto ciò che esiste e colui dal quale ogni cosa esiste. È un tema silenzioso, che ha pochissime e rare parole. Mi sembra che, oltre le domande, poi si possa solo rimanere in attesa. Gettare uno sguardo in questa direzione serve solo a rimanere stupiti.  Francesco d'Assisi passava nottate intere in una grotta solitaria gridando:  "Chi sei tu Signore e chi sono io?".  Il coraggio della domanda è già segno di amore alla vita profonda. Questa domanda ci rapisce  dalla superficialità. Paolo parlando ai filosofi di Atene, descrive così la sua esperienza di Dio: "In lui viviamo, ci muoviamo  ed esistiamo" (At 17, 28). "In Lui viviamo",  è l'esperienza di sentirsi  in un utero materno;  "ci muoviamo",  è l'esperienza di sentirsi  sempre accompagnati e protetti;  "esitiamo",  è l'esperienza di essere  ben collegati  alla sorgente della vita  e di ogni ener

Invocazione fiduciosa

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Dal mistico indiano Paramahansa Yogananda accogliamo una intensa esortazione alla preghiera perseverante: "Che Lui vi risponda o no,  continuate a invocarlo,  a invocarlo senza posa sotto le volte dell'assidua preghiera.  Che Lui venga o no,  confidate che sempre più  si avvicina a voi,  ad ogni amorevole cenno  del cuore.  Che vi parli o no,  non stancatevi d'implorarlo.  Se pure non vi darà la risposta  che vi aspettate,  non dubitate che in qualche modo, velatamente,  si rivolgerà a voi.  Nel buio delle vostre più profonde preghiere sappiate che gioca a nascondino con voi.  E in mezzo alla danza della vita, della malattia e della morte,  se continuerete a invocarlo,  senza lasciarvi sfiduciare  dal suo apparente silenzio,  otterrete la sua risposta". La preghiera è un'arte che richiede assiduità, perseveranza, generosità. Considerare la preghiera come un fatto istantaneo è segno di superficialità. Le cose più preziose della vita richiedono la necessità di mette

In Te, in me

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Una parola cara al profeta Elia per descrivere la sua esperienza di fede in cammino con il Signore è questa: "Dio, alla cui presenza io sto" (cfr. 1Re 17, 1). Stare alla presenza del Signore è possibile in tanti modi e sempre in modo dinamico. Sto di fronte a lui?  Lui è in me? Vado verso di lui? Lui viene verso di me? Come immagino il mio stare col Signore? La Parola di Dio è ricca di espressioni che riguardano la preghiera e il nostro modo di stare con il Signore. Bisogna accoglierne tutte le sfumature e metterle insieme per averne una visione profonda.  Abitare colui che mi abita. Stare con colui che sta con me da sempre. Essere intimo di colui che mi ha accolto nella sua intimità.  Amare colui che mi ha amato per primo.  Una pagina di Piet Schoonenberg, gesuita e teologo olandese, ci fa cogliere la preghiera come spinta oltre la nostra mentalità e la materializzazione della presenza di Dio che è realtà concreta e vicina. Scrive il nostro teologo: "Pregare è parlare

Dove sei?

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Una domanda risuona forte nel paradiso terrestre mentre Adamo è nascosto dopo il peccato: "Adamo dove sei?". È il Signore che non ha smesso di cercarlo. È anche un invito perché Adamo cerchi se stesso, smarrito nella colpa e nella paura.  Dove sei?  A che punto sei? In che direzione vai? È una domanda da ascoltare ogni giorno per verificare il nostro esserci, qui ed ora, nel nostro presente.  La pigrizia o la superficialità non devono ostacolarci nel lasciarci porre la domanda seriamente.  In che mondo vivi? Quanto ti senti partecipe o separato dalla tua stessa esistenza?  Ho consapevolezza della mia umanità? Ho consapevolezza del divino che mi abita?  Tanto smarrimento e, a volte, un senso di panico nascono dall'eludere questa domanda. Scrive Ruperto di Deutz a proposito della domanda di Dio all'uomo: "E’ giusto che si dica così di Adamo, poiché in realtà si è mosso, e non è al suo posto: il posto dell’uomo è Dio. E a ciò tendeva la benignità di Colui che lo cer

Il Vangelo di Francesco d'Assisi

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Francesco, negli ultimi anni della sua vita, scrive ai cristiani del suo tempo che in qualche modo si avvicinavano al suo stile di vita. Sono testi di esortazione alla vita nello Spirito in cui traspare tutto il suo amore per il Vangelo.  Papa Francesco così descrive l'incontro del santo con la parola di Gesù:  «Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano "all'acqua di rose". Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita». Leggiamo insieme il capitolo iniziale della "Lettera ai fedeli". È una vera sintesi mistica del Vangelo secondo l'esperienza del poverello di Assisi.  Francesco si rivolge a "tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l’anima e la mente, con tutta la forza